Borse, domina l'incertezza per la Fed.
Titoli di Stato: tassi ai minimi da maggio
Fiacche le Borse europee, Milano chiude a -1%. Anche Tokyo in flessione e Wall Street è debole sul timore che presto la Fed possa fermare le misure a favore dell'economia. L'euro scende ai minimi delle ultime due settimane nei confronti del dollaro sotto 1,35. In Europa, fari puntati sul settore bancario. Il differenziale Btp-Bund fa una puntata sotto 240 punti
MILANO - Mercati azionari incerti per effetto della Fed, ma comparto obbligazionario in distensione con i titoli di Stato italiani che rendono ai livelli del maggio scorso e paiono agganciare così il ribasso che ha già interessato la Spagna. Le Borse europee chiudono la settimana con una giornata debole: Piazza Affari cede lo 0,97% finale, Francoforte e Parigi terminano in discesa rispettivamente dello 0,29 e dello 0,62%, mentre Londra riesce a resistere con il +0,05%. Tra i singoli titoli milanesi, spicca la performance positiva di Mediasetmentre è in netto ribasso Cnh Industrial, che ieri ha diffuso una trimestrale poco brillante. Lo spread tra Btp e Bund registra invece una flessione con una puntata sotto quota 240 punti: il decennale italiano è al 4,1% e avvicina quindi la soglia psicologica di rendimento del 4% (livello infranto al ribasso nel maggio 2013); la differenza con i titoli spagnoli si restringe a una decina di punti base. Proprio oggi, per altro, Fitch ha riconosciuto i progressi di Madrid promuovendo l'outlook a "stabile" da negativo.
Sotto i riflettori del mercato finisce il settore bancario, dopo che
Royal Bank of Scotland ha annunciato un piano per trasferire 38 miliardi di sterline di crediti deteriorati in una bad bank gestita dal gruppo. Nel terzo trimestre dell'anno, la banca di Edimburgo ha perso 828 milioni di sterline e se andasse in porto il piano per fine anno dovrebbe registrare svalutazioni per circa 4,5 miliardi. Aumenta intanto la pressione delle Autorità sul nuovo scandalo finanziario che riguarda il mercato dei cambi.Sotto i riflettori del mercato finisce il settore bancario, dopo che
Sul mercato tornano i rumors di un possibile taglio dei tassi da parte della Bce, che si riunisce il prossimo giovedì. Sugli indici pesa anche la paura che la Fed possa fermare nei prossimi mesi gli stimoli per l'economia per via del miglioramento dei dati Usa. Una direzione avvalorata dal presidente della fed di St. Louis, James Bullard, secondo il quale la stretta agli acquisti arriverà se "gli indicatori del mercato del lavoro mosteranno miglioramenti continui". Ieri, in effetti, le richieste di sussidi di disoccupazione sono di nuovo calate e la produzione industriale ha registrato il maggiore rialzo degli ultimi trent'anni. Di contro, oggi l'indice Pmi manifatturiero è sceso a 51,8 punti dai 52,8 punti di settembre. Anche se una lettura sopra i 50 punti indica che l'attività è in espansione, per il mese di ottobre si tratta del dato peggiore dell'anno. L'indicazione definitiva, comunque, è migliore della stima preliminare, che era per un calo a 51,1 punti. L'indice Ism, invece, è salito a ottobre 56,4 punti e ha superato le attese che mettevano in conto un calo a quota 55. Wall Street, reduce da due giorni di ribassi, procede così incerta: mentre nel Vecchio Continente terminano le contrattazioni il Dow Jones è invariato, lo S&P 500 arretra dello 0,17%, mentre il Nasdaq lima lo 0,4%.
L'euro resta ai minimi sul dollaro in chiusura: la moneta unica europea quota 1,3482 sul biglietto Usa dopo aver toccato un massimo di 1,3589 e un minimo di 1,3478. La valuta europea resta debole anche nei confronti dello yen e passa di mano in chiusura a 133,16.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso l'ultima seduta della settimana in rosso, appesantita dal crollo del titolo Sony che ha ceduto oltre l'11%. L'azienda tecnologica, in occasione della presentazione dei conti trimestrali, ha rivisto al ribasso le previsioni su utili e vendite del 40%. L'indice Nikkei ha così terminato gli scambi in flessione dello 0,88% a 14.201,57 punti, mentre il Topix si è attestato a 1.183,03 punti in calo dello 0,94%.
Il petrolio si muove in calo a New York, dove le quotazioni perdono l'1,5% a 94,9 dollari al barile. Continuano le vendite sull'oro: i future a dicembre perdono un punto percentuale a 1.309 dollari all'oncia.
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