La Bce anticipa i tempi e taglia i tassi.
Draghi: "Inflazione bassa a lungo"
L'Eurotower non interveniva dal maggio scorso ed è al quarto taglio del costo del denaro sotto la presidenza di Draghi. In seno al board della Bce vince la volontà di agire in favore dell'inflazione e di contrastare il rafforzamento dell'euro. Nel board "tutti d'accordo sull'agire", ma divergenze sui tempi. Letta: "Grande notizia"
MILANO - La Banca centrale europea taglia il costo del denaro al minimo storico, intervenendo di nuovo dopo la variazione del 2 maggio scorso, quando i tassi furono portati allo 0,5% (grafico). Oggi la Bce, guidata daMario Draghi, ha nuovamente tagliato il tasso riferimento di un quarto di punto allo 0,25%. Il "refi" - il tasso di rifinanziamento pronti contro termine - aggiorna così il minimo storico, mentre il tasso sui depositi resta fermo a quota zero e il tasso marginale cala dello 0,25%, allo 0,75%. Immediata e scomposta la reazione dei mercati finanziari, con i listini - incerti fino all'annuncio dell'Eurotower - che accelerano al rialzo per poi finire vittime della volatilità e invertire la rotta. Da una parte, si sconta il fatto che una nuovaLtro non è stata messa sul tavolo; dall'altra, si teme che la mossa della Bce non serva alle imprese in maggiore difficoltà ma finisca per favorire ancora il finanziamento di quelle tedesche. Più coerente la dinamica sull'obbligazionario: lo spread tra Btp e Bund tedeschi si restringe e l'euro perde terreno nei confronti del dollaro, chiudendo in area 1,33 dollari.
Motivando la decisione del taglio, Draghi ha spiegato che le stime dell'Eurotower sono "per
un prolungato periodo di bassa inflazione" e altrettanto "prolungato" sarà il periodo per il quale i tassi resteranno bassi, senza escludere il fatto che potrebbero scendere ancora. Proprio l'andamento dei prezzi, cresciuti solo dello 0,7% annuo nella rilevazione di ottobre, è ben lontano dal target che l'Eurotower deve mantenere (inflazione poco sotto il 2%). Ciò ha diffuso lospauracchio di un periodo di deflazione per il Vecchio Continente, evenienza che è stata però escluso da Draghi. Per quanto riguarda la ripresa, il governatore ha spiegato che c'è, ma è "modesta nella seconda parte del 2013". Draghi ha inoltre rivendicato la scelta come assolutamente in linea rispetto alle strategie illustrate già da luglio.Motivando la decisione del taglio, Draghi ha spiegato che le stime dell'Eurotower sono "per
Il commento. Non si poteva aspettare oltredi FEDERICO FUBINI
Sulla scorta di questo quadro, Draghi ha ribadito che la politica monetaria resterà accomodante anche in futuro e che la Bce è pronta a valutare "tutti gli strumenti a disposizione" per un altro intervento, incluso il fatto che non "è ancora stata raggiunta la soglia minima per i tassi". E' stata prorogata, inoltre, la procedura a tasso fisso e con volume illimitato per le aste di rifinanziamento della Banca centrale europea fino a inizio luglio 2015. Gabriele Minotti, coordinatore tesoreria e mercati finanziari del Credem, spiega l'importanza di questa scelta: "Il funding delle banche era garantito fino a metà 2014 con la liquidità Bce, ma l'allungamento di un anno del termine permette per la prima volta di superare la scadenza delle due aste Ltro a tre anni di fine 2011 e inizio 2012". E' un "messaggio forte" per il mercato, che insieme alla scelta di tagliare i tassi "mostra quanto la Bce stia diventando con Draghi più reattiva, in stile Fed".
A favore di un intervento ha giocato anche la quotazione della moneta unica, che recentemente si è rafforzata fino a quota 1,38 nei confronti del dollaro. Livelli che certo non favoriscono le aziende esportatrici, unico appiglio per la ripresa del Vecchio Continente di fronte a un mercato interno pesantemente indebolito. A questo aspetto ha fatto riferimento il premier Enrico Letta, che ha definito la decisione odierna "una grande notizia, una dimostrazione che la Bce ha a cuore le sorti della crescita e della competitività dell'Ue".
Contro il taglio del costo del denaro, per altro, si sono sempre schierati i tedeschi che temono un impatto negativo sui rendimenti dei loro fondi pensione. Non è un caso che l'associazione delle banche tedesche abbia commentato immediatamente la notizia sottolineando che "avrà un basso effetto sull'economia". Sotto la presidenza di Draghi, che durante la conferenza stampa odierna ha parlato di "accordo totale sulla necessità di intervenire" ma con divergenza sui tempi, l'Eurotower è alla quarta sforbiciata dei tassi. Minotti ricorda che questa scelta è "soprattutto a vantaggio delle banche della periferia dell'euro, che si vedranno abbassare il costo del funding. Un supporto importante, anche in considerazione che le banche italiane e spagnole devono ancora rimborsare 234 e 225,7 miliardi alla Bce".
Come notano gli analisti di Ig Markets, la fretta mostrata dalla Bce rispetto alla aspettative sposta ora l'attenzione sulla possibilità di nuove operazioni straordinarie, come le due aste di liquidità Ltro già fatte a cavallo tra 2011 e 2012: "Ci aspettiamo una nuova Ltro nel primo trimestre dell'anno, che in qualche modo possa avere un effetto più diretto sull'economia reale. Il taglio dei tassi infatti rimane per lo più un operazione 'civetta', con una forte valenze simbolica". Secondo quanto ha spiegato Draghi in conferenza stampa, però, il tema non è stato trattato dal board anche perché "ci sono molti strumenti a disposizione" dell'Eurotower per intervenire. Minotti si attende comunque una nuova operazione entro il primo trimestre del 2014; una mossa che "darebbe un colpo al cambio euro/dollaro, permettendo alla Bce di tornare ad espandere il bilancio e iniziando a riequilibrare la disparità rispetto alla Fed".
(07 novembre 2013)
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