Borse in stallo prima delle mosse della Bce.
Confermato il Pil dell'Eurozona: +0,2%
Domani Mario Draghi annuncerà le misure della Banca centrale europea per combattere la deflazione. Si fa strada l'intervento immediato sui tassi e un acquisto di titoli più avanti nell'anno. Intanto i mercati sono "imbambolati" in attesa delle mosse dell'Eurotower: volumi e volatilità ai minimi. Il rendimento dei Btp italiani intorno al 3% sul secondario. Italia unica grande economia con Pil negativo nel primo trimestre
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Mancano ormai meno di ventiquattro ore alla decisione della Bce di Mario Draghi su tassi di interesse e operazioni straordinarie contro la deflazione e la forza dell'euro, per rinvigorire e sostenere la ripresa del Vecchio continente. Le indicazioni giunte ieri, con l'inflazione dell'Eurozona ancora in calo allo 0,5% mensile, sembrano spingere il governatore a un'azione ormai indifferibile. Quest'ultima, secondo le ultime ricostruzioni, potrebbe anche svilupparsi in due mosse: la prima sarebbe un taglio del costo del denaro (già al minimo storico dello 0,25%) con il passaggio in negativo per i tassi di deposito, cioè facendo pagare le banche che tengono bloccata la loro liquidità presso l'Eurotower. La seconda sarebbe l'acquisto di titoli, magari in dollari (Eurobarometro).
Sta di fatto che fino a domani i mercati preferiscono il surplace, o sono "imbambolati" come dicono gli analisti di Websim: volumi scarsi e poca volatilità in attesa di capire che posizione prendere. E' più dinamico il versante politico, dove sono in discussione temi fondamentali per un Paese che vive il dramma della disoccupazione al record storico (come il decreto Irpef o la riforma del Fisco).
Sta di fatto che fino a domani i mercati preferiscono il surplace, o sono "imbambolati" come dicono gli analisti di Websim: volumi scarsi e poca volatilità in attesa di capire che posizione prendere. E' più dinamico il versante politico, dove sono in discussione temi fondamentali per un Paese che vive il dramma della disoccupazione al record storico (come il decreto Irpef o la riforma del Fisco).
A Piazza Affari si vive una giornata cauta, con il Ftse Mib che recupera le perdite e chiude praticamente invariato (-0,16%). Deboli anche gli altri listini europei: Francoforte è invariata (+0,07%) come Parigi(-0,06%), mentre Londra arretra dello 0,26%. Tra i singoli titoli si guarda a Mediaset: domani scade il termine per le offerte per i diritti tv della Serie A, mentre dalla Spagna, Telefonica sarebbe pronta a offrire 350 milioni per il 22 di Dts (società che controlla Canal+) in mano al Biscione. Attenzione anche a Enel: il neo ad Francesco Starace ha confermato - in un'intervista a Repubblica - che il debito scenderà a 37 miliardi nel 2014. Molto debole Fiat, che sconta il tracollo dell'11% sul mercato automobilistico italiano in maggio.
Wall Street è in lieve ripresa alla chiusura dei mercati europei, con il Dow Jones a ridosso della parità, lo S&P500 in rialzo dello 0,1%, mentre il Nasdaq riesce ad aggiungere lo 0,35%. In mattinata, chiusura in rialzo frazionale per la Borsa di Tokyo. Dopo aver aperto in territorio positivo, l'indice Nikkei si è mantenuto a cavallo della parità per l'intera seduta per poi chiudere in lieve rialzo. Al termine della seduta l'indice principale si è attestato a 15.067,25 punti, con un guadagno dello 0,22% rispetto al riferimento di ieri. Segni anche negativi sulle altre Piazze asiatiche.
Sul fronte macreoconomico, in Europa spicca la conferma di Eurostat sull'andamento del Pil dell'Eurozona, cresciuto dello 0,2% nel primo trimestre, con un balzo dello 0,9% su anno. L'Ue a 28, invece, segna +0,3% e +1,4% rispetto a un anno prima. Per l'Italia si segnala l'unico andamento negativo tra le maggiori economie, con il -0,1%. Pubblicato anche l'indicatore Pmi dei servizi di maggio dell'Eurozona: è scivolato a 53,2 punti, mentre quello composito si è attestato a 53,5 a maggio, sotto la stima preliminare di Markit e anche al dato di aprile (54). Gli ultimi indici Pmi (costruiti intervistando i direttori degli aquisti delle aziende) sul settore manifatturiero avevano mostrato un ritmo di ripresa in rallentamento, anche in Germania. In Giappone, il Pmi servizi è schizzato a 49,3 punti, pur restando sotto la soglia di 50 che separa espansione e contrazione economica. Ad aprile, i prezzi alla produzione industriale sono calati nell'Eurozona dello 0,1% rispetto a marzo quando erano diminuiti dello 0,2%. Analogo andamento nella Ue: -0,1%.
Negli Usa sono stati pubblicati i dati sui posti di lavoro nel settore privato: 179.000 contro le attese degli analisti per una crescita di 210mila posti. Anche il deficit commerciale a 47,24 miliardi di dollari ha deluso le stime. Brutte notizie anche sul fronte della produttività, calata nel primo trimestre al passo più rapido degli ultimi sei anni, anche a causa dell'ondata di maltempo senza precedenti che aveva colpito il paese in quel periodo. Stando alla prima revisione del dato diffuso dal dipartimento al lavoro, l'indice ottenuto dividendo la produzione per il numero di ore lavorate è calato del 3,2%. Gli analisti attendevano un calo del 3,1%. Il costo unitario del lavoro, - il dato relativo è reso noto insieme alla produttività e rappresenta un importante termometro delle pressioni inflazionistiche, - è balzato del 5,7%, rivisto al rialzo dal +4,2% della prima stima. Il consensus attendeva un rialzo del 5,5%. Meglio delle aspettative, infine, il rilevamento sul Pmi servizi degli Usa, che a maggio sale da 55,2 a 56,3 punti.
L'euro chiude stabile a 1,37616 dollari e 139,75 yen. Poco mosso anche il cambio tra dollaro e yen, a quota 102,64. Quanto alle materie prime, quando in Europa chiudono gli scambi il petrolio con consegna a luglio, il Wti, è in rialzo al Nymex dello 0,6% a 103,3 punti. Il Dipartimento dell'Energia americano ha annunciato che nell'ultima settimana gli stock di greggio della prima economia sono scesi di 3,4 milioni di barili, mentre gli analisti avevano stimato un calo decisamente inferiore e pari a 0,2 milioni di barili. L'oroad agosto è invece stabile in area 1.245 dollari l'oncia.
(04 giugno 2014)
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