Tassi Bot al minimo storico: 0,455%.
Europa in rosso, in Cina torna tensione
La differenza tra il rendimento di Btp e Bund tedeschi verso quota 190 punti base. Dopo la buona asta di Ctz, il Tesoro piazza 8,5 miliardi di titoli semestrali e centra le attese per un rendimento al nuovo minimo storico sotto lo 0,5%. Mercati azionari deboli, a Pechino timori sul credito e sullo yuan, ma Wall Street rimbalza
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Il governo di Matteo Renzi ha incassato la fiducia anche della Camera e la reazione quasi unanime al suo discorso programmatico è stata improntata all'approvazione delle idee, ma al dubbio sulle coperture economiche delle misure proposte. Il neo presidente del Consiglio ha mostrato i muscoli, dicendo che l'Italia non si farà dettare la linea dall'Europa, ma già tra pochi giorni (il 5 marzo) il Belpaese sarà sul "banco degli imputati" della Commissione di Bruxelles, insieme alla Germania, chiamata a giudicare i progressi sul deficit italiano e gli equilibri dei flussi della domanda per Berlino.
I mercati hanno reagito positivamente all'insediamento del nuovo esecutivo, portando i tassi dei Ctz messi in asta ieri ai minimi storici. Oggi un nuovo segnale positivo, ancora più importante visto la natura dei titoli messi in asta, è arrivato dai Bot: il Tesoro ha collocato gli 8,5 miliardi in asta e il rendimento medio è sceso sotto la soglia dello 0,5% per la prima volta dall'introduzione dell'euro attestandosi su 0,455%, da 0,59% dell'asta di gennaio. In leggero calo il rapporto di copertura a 1,44 da 1,52 di gennaio. Non si sentono quindi tensioni
I mercati hanno reagito positivamente all'insediamento del nuovo esecutivo, portando i tassi dei Ctz messi in asta ieri ai minimi storici. Oggi un nuovo segnale positivo, ancora più importante visto la natura dei titoli messi in asta, è arrivato dai Bot: il Tesoro ha collocato gli 8,5 miliardi in asta e il rendimento medio è sceso sotto la soglia dello 0,5% per la prima volta dall'introduzione dell'euro attestandosi su 0,455%, da 0,59% dell'asta di gennaio. In leggero calo il rapporto di copertura a 1,44 da 1,52 di gennaio. Non si sentono quindi tensioni
Al di là delle questioni domestiche, il momento di stallo dei listini si spiega con una particolare situazione internazionale e con l'attesa per dati sensibili in arrivo nei prossimi giorni. In Cina si riacuiscono invece le tensioni: da una sorprende la debolezza dello yuan, che è sceso ai minimi dal luglio scorso. Dall'altra si riacuiscono i timori sulla qualità del credito emesso con grande facilità dalle banche, che ora non si fidano né delle industrie né tra di loro. Intanto i titoli di Stato dei Paesi periferici dell'Ue continuano a beneficiare dello spostamento della liquidità dagli emergenti verso i mercati più maturi, ma in grado di offrire buoni rendimenti proprio come Italia e Spagna.
L'attenzione degli investitori si è concentrata oggi sulla rilevazione del Pil del Regno Unito, che nel quarto trimestre è salito dello 0,7% e del 2,7% annuo, mentre in Italia l'Istat ha diffuso i dati sui salari contrattuali. Negli Stati Uniti le richieste di mutui sono calate dell'8,5%, mentre la vendita di case nuove (+9,6% ampiamente sopra il consensus) ha dato fiato ai listini di Wall Street: il Dow Jones sale dello 0,2%, l'S&P 500 dello 0,3% e il Nasdaq aggiunge mezzo punto percentuale L'euro è in lieve calo sul dollaro: la moneta unica europea passa di mano a 1,3671 e a 139,82 yen.
A Piazza Affari il Ftse Mib vive una giornata incerta e lima in chiusura lo 0,37%. Tra i singoli titoli si guarda ancora al comparto delle Popolari, ieri premiato dagli acquisti che hanno fatto volare Bpm; oggi il Banco Popolare ha annunciato l'incorporazione di Italease. Occhio al comparto del lusso, punito a livello globale da un report del Crédit Suisse, mentre UnipolSai strappa al rialzo dopo il consiglio d'acquisto di Goldman Sachs ed Equita. Allineati in rosso anche gli altri listini europei: Londra arretra dello 0,46%, Francoforteha perso lo 0,39% e Parigi ha ceduto lo 0,4%.
In mattinata, la Borsa di Tokyo non è riuscita a tenere i 15mila punti del Nikkei, che ha segnato una flessione finale dello 0,54% appesantito dal calo della fiducia dei consumatori degli Stati Uniti e dal lieve rimbalzo dello yen. Per le materie prime, a New York ll contratto ad aprile del petrolio cresce dello 0,4% a 102,28 dollari al barile. L'oro con la stessa scadenza segna un -0,8% a 1.333 dollari l'oncia.
(26 febbraio 2014)
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