vendredi 7 février 2014

Mercados

Berlino contro la Bce sull'acquisto Bond.
Ma il tasso Btp scende ai minimi dal 2006

I mercati leggono positivamente il rimando tedesco alla Corte di giustizia europea sul programma di acquisto di titoli di Stato della Bce: di fatto riconosce l'autorità del tribunale comunitario su quello nazionale. Milano chiude in rialzo dello 0,96%, spread in area 200. Negli Usa la disoccupazione cala come previsto al 6,6%, ai minimi da cinque anni, ma i nuovi posti di lavoro sono 'solo' 113mila

MILANO - L'Alta Corte federale tedesca chiede l'intervento della Corte europea sul programma Omt della Bce, lanciato a settembre da Mario Draghi, che prevede l'acquisto di titoli di Stato di Paesi in difficoltà in cambio di rigorosi piani di austerità di bilancio. Una mossa di cui l'Eurotower prende atto ribadendo seccamente che "il programma Omt rientra nel suo mandato". La lettura dei mercati è, tuttavia, positiva: "La Germania - spiegano gli addetti ai lavori - riconosce di fatto di non poter deliberare senza aver interpellato la Corte europea. Proprio quello che voleva la Bce secondo cui è competente solo il tribunale comunitario". Questa versione è sufficientemente accreditata da allentare - dopo un primo scossone - le tensioni sul debito pubblico dell'Eurozona in scia anche alle parole di ieri del governatore Bce Mario Draghi, che ha promesso costo del denaro basso ancora a lungo e ha assicurato che l'Eurozona non si trova in deflazione.

I primi a beneficiarne sono i Btp italiani che ben comprati sul mercato secondario hanno visto il rendimento precipitare al 3,68% ai minimi dal febbraio 2006 (lospread è in calo in area 200 punti), quando la crisi del debito sovrano pareva impossibile. La mossa della Germania si aggiunge
al trend delle ultime settimane con i grandi investitori internazionali che spostano capitali dai paesi emergenti verso i più sicuri mercati occidentali premiando gli ex Piigs: dal Portogallo all'Italia, dall'Irlanda alla Spagna fino alla Grecia. La convizione è che la crisi sia alle spalle e oggi, quindi, si tratta di Paesi che offrono buoni rendimenti (se comparati ai treasury americani o ai bund tedeschi) con rischi limitati.

A questa importante novità si aggiungono i dati sul lavoro negli Stati Uniti, che erano molto attesi dai mercati. Come da previsioni, la disoccupazione Usa è scesa al 6,6% a gennaio e si è portata ai minimi da cinque anni; d'altra parte, però, la creazione di nuovi posti di lavoro si è fermata a 113 mila unità e ha deluso le aspettative per 170-180 mila nuovi occupati. Nell'intero 2013 l'economia ha creato in media 194 mila nuove buste paga al mese, secondo i dati rivisto oggi dal Dipartimento del lavoro, non lontane dalle 200mila poste come obiettivo dalla Fed. L'andamento degli ultimi due mesi è stato però ben più lento e questo sarà oggetto di discussione in seno alla Banca centrale Usa, chiamata sotto la nuova guida di Janet Yellen a continuare o meno la stretta agli stimoli monetari. E così a Wall Street il Dow Jones sale dello 0,4%, l'S&P 500 dello 0,55%, mentre il Nasdaq avanza dello 0,9% alla chiusura dei mercati europei.

Chiusura che avviene in terreno positivo: a Milano, Piazza Affari rimbalza positivamente al dato americano sul lavoro e termina gli scambi a +0,96%. Rispetto allo scorso venerdì, il Ftse Mib ha guadagnato un punto percentuale circa, dopo un avvio di ottava decisamente negativo. In rialzo anche gli altri listini: Londrachiude a +0,2%, Francoforte aggiunge lo 0,49%, e Parigi lo 0,96%. Sulla Borsa milanese è stata volatileTelecom, che è partita a razzo, è passata in negativo e poi ha chiuso tra i migliori; in evidenza ancheMediolanum, dopo il giudizio positivo degli analisti di Citigroup. In rialzo anche Mediaset, grazie alle dichiarazioni del vice presidente Pier Silvio Berlusconi, che ha parlato di "qualche segnale positivo" per la pubblicità dall'inizio dell'anno. L'euro chiude sopra quota 1,36 dollari dopo i deludenti dati sull'occupazione Usa, mentre il biglietto verde arretra. La moneta europea passa di mano a 1,3616 dollari, dopo aver toccato in precedenza un minimo di 1,3551 dollari.

Prima dei dati sull'occupazione Usa si sono registrate alcune indicazioni macroeconomiche dal Vecchio continente. In Germania la bilancia commerciale ha segnato un surplus di 18,5 miliardi a dicembre con un avanzo di 198,9 miliardi nel 2013. L'export è diminuito dello 0,9% su mese a dicembre e aumentato del 4,6% su anno, mentre l'import è sceso dello 0,6% congiunturale e salito del 2% tendenziale. Dati sulla bilancia commerciale anche in Gran Bretagna, dove il deficit di dicembre scende a 7,7 miliardi di sterline. In Spagna, invece, la produzione industriale è salita del 3,5% tendenziale a dicembre. Nell'intero 2013 la produzione industriale è scesa dell'1,8% sul 2012. Numeri che dimostrano come la ripresa a Madrid sia cominciata.

In mattinata nuovo rimbalzo alla Borsa di Tokyo, che si è risollevata dai minimi degli ultimi quattro mesi, raggiunti ieri, grazie all'effetto-traino del buon andamento in serata a Wall Street e del deprezzamento dello yen sui mercati valutari. In chiusura l'indice Nikkei dei 225 titoli-guida si è issato così a quota 14.462,41, migliore risultato quotidiano da una settimana, dopo aver guadagnato 307,29 punti pari al 2,17%. Anche meglio è andato oggi il Topix relativo all'intero listino, che a sua volta è cresciuto di 26,90 punti pari al 2,31% per attestarsi infine a quota 1.189,14.

Sul fronte delle materie prime, a New York guadagna mezzo punto il prezzo del petrolio: il future marzo sul Wti sale dello 0,53% a 98,36 dollari al barile.
(07 febbraio 2014)

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