Asta di Btp, il rendimento al 3,42%.
Scende al minimo dal luglio del 2005
Dopo il successo nelle aste di Ctz e Bot, con i rendimenti ai minimi storici, l'Italia passa anche la terza prova dei mercati. Il rendimento dei decennali si è portato ai minimi dal dicembre 2005 anche sul mercato secondario. I listini azionari in rosso con i timori per l'Ucraina. Tokyo scivola dello 0,3%
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Dopo aver registrato rendimenti ai minimi storici nelle aste di Ctz biennali e Bot semestrali nei giorni scorsi, il Tesoro passa anche l'ultima prova dei mercati in questa prima settimana di lavoro per l'esecutivo di Matteo Renzi.
Il ministero dell'Economia ha collocato 3 miliardi di Btp quinquennali e 4 miliardi di decennali, il massimo dell'offerta prevista. Il rendimento dei quinquennali è sceso al minimo record del 2,14%, contro il 2,45% della precedente asta. La domanda si è attestata a 1,6 volte l'offerta, contro le 1,42 volte della precedente asta. Il rendimento del decennale è sceso al 3,42%, sotto il 3,5% e al minimo dal 2005, contro il 3,81% della precedente asta. La domanda è risultata pari a 1,58 volte l'offerta. Già prima del collocamento, lo spread tra Btp e Bund si era stabilizzato in area 189 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano è sceso al 3,45%, sui livelli minimi dal dicembre del 2005. "Il risultato di oggi", spiega il segretario generale di Assiom Forex, Claudia Segre, "è in linea ai precedenti del mese, su oltre 20 miliardi di titoli emessi. Dà respiro al governo del neo premier Renzi che ora è concentrato sulle riforme necessarie a riagganciare la crescita europea, e conferma il prosieguo di un momento positivo per i governativi periferici dell'Ue".
Globalmente i listini continuano il loro momento di cautela, in parte perché sono freschi molti record sulle Piazze occidentali, in parte
Il ministero dell'Economia ha collocato 3 miliardi di Btp quinquennali e 4 miliardi di decennali, il massimo dell'offerta prevista. Il rendimento dei quinquennali è sceso al minimo record del 2,14%, contro il 2,45% della precedente asta. La domanda si è attestata a 1,6 volte l'offerta, contro le 1,42 volte della precedente asta. Il rendimento del decennale è sceso al 3,42%, sotto il 3,5% e al minimo dal 2005, contro il 3,81% della precedente asta. La domanda è risultata pari a 1,58 volte l'offerta. Già prima del collocamento, lo spread tra Btp e Bund si era stabilizzato in area 189 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano è sceso al 3,45%, sui livelli minimi dal dicembre del 2005. "Il risultato di oggi", spiega il segretario generale di Assiom Forex, Claudia Segre, "è in linea ai precedenti del mese, su oltre 20 miliardi di titoli emessi. Dà respiro al governo del neo premier Renzi che ora è concentrato sulle riforme necessarie a riagganciare la crescita europea, e conferma il prosieguo di un momento positivo per i governativi periferici dell'Ue".
Globalmente i listini continuano il loro momento di cautela, in parte perché sono freschi molti record sulle Piazze occidentali, in parte
Piazza Affari parte cauta poi peggiora con gli altri listini del Vecchio Continente e chiude in calo dello 0,38%. Tra i singoli titoli pesante Telecom nel giorno del consiglio di amministrazione sulla governance su cui pesa il rischio downgrade di Fitch: Telefonica ha, inoltre, precisato che per il momento non ha intenzione di consolidare la partecipazione. Occhi puntati anche sul Monte dei Paschi: mentre proseguono le inchieste giudiziarie, la vendita delle quote della Fondazione è in alto mare e il cda studia se impugnare l'ultima assemblea che ha bloccato l'aumento di capitale. Bene Carige con l'aumento di capitale. Contrastate le Borse nel resto d'Europa: Londra chiude in rialzo dello 0,29% con Rbs in netto calo dopoaver registrato una perdita monstre oltre 10 miliardi di euro, Parigi recupera lo 0,13%, mentreFrancoforte arretra dello 0,61%.
Sul fronte macroeconomico gli investitori eruopei registrano la disoccupazione tedesca stabile al 6,8 per cento a febbraio, mentre l'inflazione, secondo le stime preliminari, è salita dello 0,5% congiunturale a febbraio e dell'1,2% tendenziale (+1,3% a gennaio), leggermente al di sotto delle attese. In Italia, l'Istat certifica che la fiducia delle imprese è al top da due anni; in Europa, invece, la fiducia dei consumatori peggiora a febbraio a -12,7 punti, mentre l'indice complessivo di aspettativa verso il clima economico sale leggermente da 101 a 101,2 punti. In Spagna, intanto, nel quarto trimestre il Pil è salito dello 0,2% congiunturale ed è sceso dello 0,2% tendenziale. Nell'intero 2013 il Pil è sceso dell'1,2%. Negli Stati Unitidue dati importanti e di segno opposto: gli ordini di beni durevoli, calati dell'1% a gennaio, hanno battuto le attese mentre le richieste di sussidi per la disoccupazione, cresciute di 14mila unità, hanno fatto peggio. La reazione di Wall Street è cauta e il Dow Jones è in rialzo dello 0,2%, così come S&P 500 e Nasdaq.
In mattinata Tokyo ha registrato una chiusura in calo. per via delle prese di profitto dopo i recenti rialzi. L'indice guida Nikkei 225 ha terminato la giornata a 14.923,11 punti (-0,32%), mentre il Topix ha ceduto lo 0,65% a 1.217,35. Le vendite sono andate su immobiliare, assicurazioni e banche; gli acquisti su macchinari elettrici e di precisione, farmaceutici. Gli sambi si sono attestati a 1.977,8 miliardi di yen (19,31 miliardi di dollari) di controvalore. Non si è fatta sentire quindi la chiusura positiva di ieri a Wall Street.
L'euro chiude debole a 1,3680 dollari e 139,64 yen a causa della situazione di incertezza creata dalla crisi in Ucraina. Avanzano quindi lo yen, che sale a quota 102,10 sul biglietto verde, e il franco svizzero, che ha toccato il massimo da 10 mesi a 1,2154 euro. Quanto infine alle materie prime, a New York il contratto ad aprile del petrolio perde lo 0,06% a 102,54 dollari al barile. L'oro con la stessa scadenza segna un +0,30% a 1.332 dollari l'oncia.
(27 febbraio 2014)
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