Spread in area 185, Milano chiude in calo.
Wall Street incerta dopo sussidi disoccupazione
Il rendimento dei Btp decennali al 3,2%, i listini azionari poco mossi con Piazza Affari appesantita dalle banche. Stabile la crescita economica europea: il Pmi compostio dell'Eurozona a 53,9 punti, quello cinese batte le aspettative pur restando in area di recessione. Delude il lavoro Usa
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Prove di stabilizzazione sui mercati obbligazionari, dopo la grande volatilità di ieri con i relativi riflessi sullo spread, che si è trasformata in terreno di scontro politico. Il differenziale tra il rendimento dei Btp e dei Bund ha vissuto una fiammata a inizio giornata in area 200 punti, scatenando la bagarre della campagna elettorale sulle responsabilità di questo evento. In realtà, gli analisti si dividono tra chi lega la tensione all'imminente tornata elettorale europea, che in Italia si sta caratterizzando per una campagna molto aspra e polarizzata, dove l'affermazione di partiti euroscettici potrebbe destabilizzare alcuni governi e programmi di austerity; e chi, invece, ritiene sia solamente un movimento speculativo tutt'al più legato ai problemi strutturali del Belpaese come l'assenza di crescita e il debito.
In ogni caso, ieri lo spread ha ritracciato e oggi ha chiuso in area 185 punti base. Il rendimento dei titoli decennali è di poco superiore al 3,2% sul mercato secondario, una ventina di punti base in più degli omologhi spagnoli. L'euro è in calo nei confronti della divisa statunitense: la moneta unica europea viene scambiata a 1,3669 dollari e 138,9 yen.
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In ogni caso, ieri lo spread ha ritracciato e oggi ha chiuso in area 185 punti base. Il rendimento dei titoli decennali è di poco superiore al 3,2% sul mercato secondario, una ventina di punti base in più degli omologhi spagnoli. L'euro è in calo nei confronti della divisa statunitense: la moneta unica europea viene scambiata a 1,3669 dollari e 138,9 yen.
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Sul fronte macroeconomico si segnala il lieve calo a maggio della fiducia delle imprese in Francia. L'indice, secondo quanto comunicato dall'Istituto di statistica francese Insee, è sceso a 99 da un'indicazione di 100 in aprile. Resta stabile la crescita economica europea, a giudicare almeno dagliindici Pmi: quello composito dell'Eurozona si attesta a 53,9 punti a maggio, dai 54 di aprile. Nelle principali economie, il dato manifatturiero della Francia cala a 49,3 punti, quindi in area di recessione, e anche inGermania lima qualcosa; per l'economia tedesca resta comunque una crescita fortissima nel settore privato, con l'indice Pmi ai massimi da oltre tre anni a 56,1 punti). Dalla Gran Bretagna si segnala invece la dinamica del Pil Uk: cresce dello 0,8% nel primo trimestre e del 3,1% annuale, il balzo più forte dal quarto trimestre 2007.
Negli Usa, come accennato, deludono i dati sui sussidi per la disoccupazione: le richieste crescono più delle attese, di 28mila unità, a quota 326mila. In chiaroscuro gli altri indicatori: le vendite di case esistenti (+1,3%) salgono in aprile meno delle aspettative, ma stupisce in positivo la crescita delsuperindice (+0,4%). Intanto in Cina, l'indice Pmi manifatturiero calcolato da Hsbc è balzato a maggio a 49,7 punti dai precedenti 48,1 punti, decisamente sopra le attese degli analisti ma comunque sotto la soglia 50, che separa espansione e contrazione: indica dunque un nuovo calo per il manifatturiero.
Gli investitori asiatici guardano però al bicchiere mezzo pieno, cioè l'aver battuto le attese, e così la Borsa di Tokyo termina gli scambi in rialzo del 2,11%, proprio in scia al calo dello yen e ai buoni dati provenienti dalla Cina sulla attività manifatturiera. Il Nikkei guadagna 295,62 punti, vicino a massimi intraday a quota 14.337,79, rafforzandosi dopo la diffusione dell'indice Pmi cinese.
Quanto alle materie prime, il petrolio a New York è scambiato a 103,97 dollari al barile (-0,10%). L'oroguadagna lo 0,99% a 1.301 dollari l'oncia, dopo che l'India ha ridotto le restrizioni all'importazione del metallo prezioso.
(22 maggio 2014)
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