mardi 18 juin 2013



G8: "La priorità a crescita e lavoro".
Accordo contro evasione e paradisi fiscali

Nel comunicato finale non si cita il futuro di Assad e della crisi siriana. Focus sul tema occupazionale, approvata un'intesa contro evasione fiscale e riciclaggio: "Ci impegnamo a fare dello scambio automatico di informazioni fiscali il nuovo standard globale". Letta: "Dal summit spinta per il mio governo, Obama ci rafforza sul lavoro"

MILANO - Si tirano le somme dopo i lavori al G8 dell'Irlanda del Nord e i leader delle potenze europee mettono nero su bianco le intese raggiunte in due giorni di incontro, sulla cui efficacia sono stati sollevati non pochi dubbi (il videocommento). Nella conferenza stampa finale, il padrone di casa David Cameron ha chiarito immediatamente le decisioni sul tema fiscale: "Affinché gli stati possano chiedere meno tasse è necessario che siano in grado di riscuotere le tasse", ha spiegato annunciando l'accordo sul contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale e sulla trasparenza su profitti e pagamenti al Fisco delle società multinazionali.

Cameron ha indicato che il principio di base concordato è che le autorità nel mondo devono poter condividere in modo automatico le informazioni fiscali. Ciò vuol dire che lo scambio automatico deve diventare lo standard globale e da parte del G8 si avvierà un "monitoraggio" per verificare la concreta attuazione degli impegni. Alla fine del summit è intervenuto anche il primo ministro italiano, Enrico Letta, che ha dichiarato: "Durante i lavori è emerso un grande ombrello di accordi, intese e stratigie che spingono le politiche del mio governo; ho trovato molte conferme e stimoli molto forti". Dopo aver rivolto un preciso invito alla Gran Bretagna a "restare a bordo dell'Ue", il premier ha aggiunto, sul tema dell'evasione, che al vertice è emersa una "pressione che darà risultati senza ritorno nella lotta ai paradisi fiscali".

Il presidente del Consiglio ha fatto autocritica ricordando che "l'Italia deve uscire dalla logica della scorciatoia", ed è poi tornato sul tema a lui più caro, il lavoro: "E' molto importante l'insistenza che abbiamo messo per dire che la disoccupazione giovanile è la priorità", ha spiegato, ricordando anche la sensibilità riscontrata in Barack Obama a riguardo, "che ci rafforza". "L'argomento è in rampa di lancio", ha aggiunto, "ora bisogna che si concretizzino le cose in modo positivo". Quanto alla polemica interna ed estera, riaccesa dopo le parole di Silvio Berlusconi, sul tetto del deficit al 3% del Pil, Letta è stato categorico: "Manterremo gli impegni con l'Europa perchè l'Italia è un Paese serio e i Paesi seri mantengono i loro impegni". Sempre sul fronte interno, riguardo all'Iva le decisioni verrnno prese "collegialmente, come sempre fatto in questi 45 giorni" di governo.

Scheda: Un vademecum in dieci punti

Già nella bozza del comunicato circolata in precedenza si leggeva: "Ci impegniamo a fare dello scambio aumatico di informazioni tra le autorità fiscali il nuovo standard globale e lavoraremo con l'Osce per sviluppare rapidamente un modello multilaterale che renderà più facile per i governi trovare e punire gli evasori". Le autorità fiscali del mondo "dovrebbero automaticamente condividere informazioni per combattere la piaga dell'evasione fiscale. Le nazioni dovrebbero cambiare le regole che permettono alle imprese di spostare i loro profitti oltre confine per evitare le tasse e le multinazionali dovrebbero riportare alle autorità fiscali quante tasse pagano e dove", era aggiunto.

Nei dieci punti c'è un riferimento ancor più preciso alle multinazionali: "Le compagnie - si legge in un testo emerso in mattinata - dovrebbero sapere chi realmente le controlla e le autorità che si occupano dell'esazione e i legislatori devono essere in grado di ottenere delle informazioni facilmente". Sull'elusione fiscale "supportiamo il lavoro dell'Ocse nel contrastare l'erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti. Lavoreremo per creare un modello comune per le multinazionali perchè dichiarino alle autorità fiscali dove realizzano profitti e dove pagano le tasse nel mondo", si scrive e la mente corre all'ultimo caso che ha sollevato il problema, quello di Apple. Inoltre, "i Paesi in via di sviluppo devono avere le informazioni e la capacità di recuperare le tasse che gli sono dovute e gli altri Paesi devono aiutarli". D'altra parte c'era grande attesa intorno all'elemento fiscale: c'è chi ha stimato che solo nei due giorni di summit irlandese la bellezza di 2,2 miliardi di dollari di provenienza dubbia prenda il volo verso i paradisi fiscali.

Oltre alla questione fiscale, sul tavolo dei Grandi è finito di forza il problema occupazionale. "La nostra urgente priorità è promuovere la crescita ed il lavoro, particolarmente per i giovani ed i disoccupati a lungo termine", si legge nel documento circolato. Si individuano tre ricette per la crescita: "Sostegno alla domanda, sicurezza delle finanze pubbliche e riforme". Facendo riferimento in particolare all'Europa, si dice che deve proseguire con gli accordi dell'Unione bancaria perchè "fortemente necessaria" per ridurre la frammentazione finanziarie. E la "sostenibilità di bilancio deve andare insieme a strategie di crescita ben definite", incluse le "riforme strutturali" mirate a crescita.

Nel comunicato finale, invece, non c'è alcun riferimento al destino di Assad: "Rimaniamo impegnati - scrivono i leader - a raggiungere una soluzione politica della crisi siriana". Ad anticipare una soluzione in tal senso era stato il vice ministro degli Esteri del Cremlino, Serghiei Ryabkov. Cameron ha provato a cavare d'impiccio i Grandi spiegando in conferenza stampa: "Non è un segreto che vi siano state divergenze, ma tutti vogliamo la fine del conflitto". La posizione di Putin: La Russia non è rimasta isolata nei colloqui sulla Siria, anche se "qualcuno l'avrebbe voluto"; secondo il leader russo, anche altri esponenti hanno espresso dubbi sul fatto che Assad abbia utilizzato armi chimiche.

Il primo giro di colloqui aveva deluso le aspettative e si era limitato a prendere atto della situazione di stagnazione economica. Le novità maggiori erano emerse sull'asse tra Europa e Stati Uniti, con i rispettivi leader che hanno posto grande enfasi nell'annunciare il via alle trattative per giungere a un accordo sul libero scambio che - a detta di Barack Obama - creerebbe decine di milioni di posti di lavoro su entrambe le sponde dell'Atlantico. Proprio il tema occupazionale è stato anche al centro dell'incontro faccia a facciatra il numero uno Usa ed Enrico Letta. Il presidente del Consiglio italiano, tra l'altro, ha avuto ieri sera un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, nel quale si è parlato del prossimo summit del G20 in programma a settembre a San Pietroburgo e del prossimo vertice bilaterale in programma in autunno nel nostro Paese. Putin ha colto l'occasione dell'incontro per invitare Letta a Mosca.
(18 giugno 2013)

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