Lo S&P 500 a nuovi record con Google.
Listini Ue timidi, spread a 235 punti
La Cina cresce in linea con le aspettative nel trimestre (+7,8%) e avvicina l'obiettivo di un'espansione al 7,5% per l'intero anno, mettendo di buon umore gli investitori. Il motore di ricerca trascina Wall Street, chiusura in verde per i mercati europei con Milano a +0,4%. Lo yen si rafforza e deprime il Nikkei, euro al top da oltre otto mesi sul dollaro. La Fed potrebbe posticipare di nuovo il tapering
di RAFFAELE RICCIARDILe notizie positive da Pechino non si limitano al Pil: la produzione industriale (+10,2% annuo a settembre) e le vendite al dettaglio (+13,3%) hanno centrato grossomodo le attese degli analisti. E così i listini asiatici hanno trattato in rialzo, mentre in Europa si procede con i piedi di piombo.
Spinta anche da queste buone nuove, Wall Streetavanza in rialzo: alla chiusura dei mercati europei lo S&P 500 segna nuovi livelli record con un +0,3%, mentre il Dow Jones è piatto e il Nasdaq aggiunge lo 0,8%. Ieri a mercati chiusi, Google ha annunciato una trimestrale in grado di battere le aspettative degli analisti e che le ha permesso di sfondare quota 1.000 dollari per azione. I buoni risultati del motore di ricerca, insieme alla trimestrale di Morgan Stanley e ai conti in crescita di General Electric (+8,6% a 3,2 miliardi di utile) contribuiscono all'ottimismo degli investitori.
I listini del Vecchio Continente beneficiano dello spunto iniziale negli Stati Uniti, anche se la loro performance non è certo baldanzosa. A Piazza Affari il Ftse Mib chiude in rialzo dello 0,38%. Tra i singoli titoli, gli investitori hanno guardato a Ubi Banca, dopo che BofA Merrill Lynch ha alzato a "neutral" il giudizio sulla banca. Chiude in netto rialzo Telecom (+3,5%) dopo l'ok del Senato alla mozione che dovrebbemodificare le norme sull'Opa e in scia alle ipotesi di ribaltone dopo le mosse di Fossati. Spunto finale importante anche per Autogrill, nuovamente promossa da alcuni report e capace di guadagnare in doppia cifra nell'arco dell'ultima settimana. Chiusura debole per Terna, osservata speciale dopo che Letta ha parlato della volontà di cederne il 4,9% in una privatizzazione che riguarderà anche Fincantieri. Colpita dalle vendite, infine, Mps che cede quasi quattro punti percentuali sulle incertezze legate alla cessione delle quote da parte della Fondazione. Nel resto del Vecchio Continente, Londra chiude in rialzo dello 0,71%, Parigi aggiunge l'1,09% e il Dax di Francoforte lo 0,6%.
Lo spread tra Btp e Bund si riallarga leggermente in area 235 punti base, ma il rendimento dei decennali italiani resta al 4,2%. La differenza tra il rendimento dei titoli spagnoli e quelli tedeschi è ora più ampia di una decina di punti, a testimonianza di come si vada rasserenando il clima intorno all'Italia. Una fiducia testimoniata anche dall'accoglienza che il presidente Usa, Barack Obama, ha riservato al premier Letta. I complimenti incassati per la Legge di Stabilità e l'impegno alla crescita, però, contrastano con alcune evidenze che pian piano emergono dal testo di legge, come il potenziale peso della nuova Tasi che potrebbe raggiungere i 10 miliardi. Napolitano ha difeso il testo, ma le critiche restano ad alta tensione.
In mattinata ha stonato la Borsa di Tokyo, dove il Nikkei ha pagato più che altro l'apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro, scattato dopo l'annuncio dell'accordo negli Usa che pone fine alla chiusura degli uffici del governo federale, insieme alle prese di beneficio dopo i recenti rialzi: alla fine ha ceduto lo 0,2%.
In effetti, l'evoluzione della situazione negli Usa ha la sua vittima nel dollaro: l'euro chiude a un picco di seduta di 1,3703 dollari, il massimo da otto mesi e mezzo, sulla scia delle aspettative che la Federal Reserve rinvii almeno fino a dicembre il ridimensionamento degli stimoli monetari. Lo yen avanza sia sull'euro, a quota 133,76, che sul biglietto verde, a 97,70.
Sul fronte macroeconomico l'agenda non prevedeva dati di particolare rilievo; le materie prime si sono mosse così in scia alla crescita cinese. La speranza che il colosso asiatico continui ad espandersi - e ad aver così bisogno di risorse per crescere - determina l'aumento del prezzo del petrolio. Mentre in Europa terminano gli scambi, a New York il Wti viaggia in rialzo dello 0,4% rispetto alla chiusura precedente poco sopra quota 101 dollari al barile. Il future a dicembre dell'oro cede invece lo 0,45% a 1.317 dollari l'oncia.
(18 ottobre 2013)
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