Usa, offerta Repubblicana sul debito.
Bene l'asta Bot: rendimenti sotto l'1%
Il presidente Barack Obama apre a un accordo con i Repubblicani per innalzare il tetto del debito americano, ma chiede la fine dello shutdown che sta paralizzando le attività federali. Arriva la proposta di una soluzione temporanea. Acquisti sui listini del Vecchio continente, Milano chiude a +1,5%. Il Tesoro piazza 8,5 miliardi di titoli a un anno: spread sotto i 245 punti, come la Spagna
di GIULIANO BALESTRERIE anche se il segretario Ocse, Angel Gurria, continua a mettere in guardia dai possibili sconvolgimenti legati agli Usa, dopo le tensioni dell'ultima settimana i mercati provano a voltare pagina, ma oltre alla politica preoccupa il contesto macroeconomico. Per ilFondo monetario internazionale la ripresa economica resta debole con rischi al ribasso, mentre ieri dalla pubblicazione dei verbali del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, è emerso come la decisione di rinviare il tapering (la progressiva riduzione di acquisto di titoli tossici da parte della Federal Reserve sul mercato) sia stata presa per evitare impatti negativi sui livelli occupazionali. Tradotto: la Banca centrale americana teme che senza la costante immissione di liquidità (85 miliardi di dollari al mese), la ripresa si fermerebbe. La Bce, nel frattempo, continua a garantire tassi bassi a lungo. Nessuna novità neppure dal fronte inglese: la BoE ha lasciato invariato il costo del denaro allo 0,5% e con esso il piano d'acquisto di bond.
Positiva Wall Street nonostante la crescita delle richieste di sussidi di disoccupazione: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones recupera l'1,3%, in linea con l'S&P 500, mentre il Nasdaq sale dell'1,5%. A Milano, Piazza Affari continua la sua corsa e termina le contrattazioni in rialzo dell'1,54% avvicinando quota 19mila punti ai massimi da luglio 2011. Giova all'umore degli investitori anche il buon esito dell'asta di Bot annuali da 8,5 miliardi, che si è conclusa con tassi in calo allo 0,999% ai minimi da giugno, mentre il rapporto di copertura è salito a 1,76 da 1,36 precedente. Si allentano anche le tensioni sullo spread: la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi è in netto calo in area 245 punti base, con i titoli di Stato italiani che rendono il 4,3%, anche in scia al buon collocamento dell'emissione Btp a 7 anni e in vista dell'asta di buon poliennali di domani. La differenza di rendimento con i Bonos spagnoli è così azzerata. Tra i singoli titoli del listino milanese si evidenzia la performance del comparto bancario, in particolare delBanco Popolare e di Bpm che sfruttano di nuovo l'onda lunga del cambio di governance. Sono in compagnia, tra le migliori blue chips, di Finmeccanica e Mediaset.
Nel resto del Vecchio Continente, Londra chiude con un guadagno dell'1,46%, Francoforte dell'1,99%, Parigi del 2,21%. L'euro chiude in rialzo sul dollaro, sopra quota 1,35. La moneta unica passa di mano a 1,3523 dollari e si rafforza anche sullo yen a 132,66. Sul fronte macroeconomico, la produzione industriale è aumentata in Francia dello 0,2% ad agosto dopo che a luglio aveva segnato un ribasso dello 0,6% rispetto a giugno. La sola produzione industriale, al netto del settore energetico e minerario, ha registrato un aumento dello 0,3% rispetto a luglio. L'Istat ha annunciato l'ennesimo calo della produzione industriale, mentre da Eurostat sono arrivati i dati sui prezzi delle case, in ribasso del 2,2% nel secondo trimestre. Il tasso di disoccupazione Ocse si attesta al 7,9% nel mese di agosto 2013, e si mantiene invariato rispetto al mese precedente.
Chiusura positiva, questa mattina, per la Borsa di Tokyo sulla spinta dell'indebolimento dello yen e del crescente ottimismo sulla questione dell'innalzamento del tetto del debito Usa. L'indice Nikkei 225 ha guadagnato in chiusura l'1,12%, il Topix ha messo asegno un rialzo dello 0,95%. Sul fronte delle materie prime, le quotazioni del petrolio sono in recupero negli Stati Uniti: mentre chiudono gli scambi europei, il greggio Wti con scadenza a novembre torna sopra 102 dollari al berile dopo aver toccato ieri il minimo dell'ultimo trimestre (101,4 la chiusura). In lieve discesa l'oro, il cui contratto spot è scambiato sotto 1.300 dollari l'oncia.
(10 ottobre 2013)
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