Draghi striglia le banche sul credito:
"Grave non prestino a tassi ragionevoli"
Il governatore della Banca centrale europea punta il dito contro la mancanza di finanziamenti per le piccole e medie imprese: "Sconcertante, fanno i tre quarti dell'occupazione". L'economia ha ancora grandi problemi, bisogna "guardare con sobrietà alla crisi"
Sarà sconcertante, ma lo stesso Draghi riconosce che "sono le Pmi a soffrire in modo relativamente maggiore, rispetto alle grandi società" della mancanza di credito a tassi ragionevoli, in quanto le big "hanno un migliore accesso ai mercati del capitale e sono meno dipendenti dal settore bancario". A tal proposito, per quanto riguarda l'Italia, la Cgia di Mestre ricorda che l'81% circa degli oltre 1.335 miliardi di prestiti erogati dalle banche è concesso al primo 10% degli affidati, ovvero alla migliore clientela che però denuncia anche un livello di insolvenza altissimo, vicino al 78%. Il rimanente 19% invece, è distribuito invece alle famiglie, alle piccole imprese ed ai lavoratori autonomi che, di fatto, costituiscono la quasi totalità, vale a dire il 90%, dei clienti dei nostri istituti di credito.
Il governatore ha anche speso alcune parole sulla crisi europea: anche se ci sono miglioramenti rispetto al picco della crisi, "nondimeno, all'orizzonte congiunturale dell'Eurozona si stagliano ancora grossi problemi". Questa situazione, ha sottolineato Draghi, "dà il via ovviamente a una serie di appelli all'intervento da parte delle autorità che hanno la responsabilità di guidare l'economia in queste acque tempestose". Ma, per rispondere a questi appelli, è necessario prima "guardare con sobrietà alle ragioni di questa crisi".
La ricetta indicata per superare l'impasse economica è una: "Ritornare alla competitività". Per Draghi "operando in un contesto di unione monetaria, l'unico modo per ritrovare competitività è perseguire in modo determinato e ambizioso un'agenda di riforme strutturali". Questa agenda deve prevedere "una serie di misure a livello nazionale con le quali si assicuri che i mercati del lavoro e dei beni siano pienamente compatibili con l'unione monetaria". Un aspetto specifico è, inoltre, "la lotta agli interessi di parte che ostacolano la concorrenza, alle debolezze strutturali della produttività, permettendo, quando è necessario, degli aggiustamenti nominali". Importante anche il meccanismo unico di sorveglianza bancaria, "un primo passo importante", al quale è però "importante affiancare un meccanismo unico di risoluzione", in grado di ristrutturare e gestire preventivamente i fallimenti bancari.
(15 aprile 2013)
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