lundi 1 avril 2013




La Troika dà un anno in più a Cipro
per centrare gli obiettivi di bilancio

Prorogato al 2017 il tempo utile per raggiungere un avanzo del 4%. Intanto Nicosia indaga sui presunti "condoni" delle banche nei confronti dei politici locali e sulle ragioni della crisi finanziaria. E Mosca non aiuterà i suoi cittadini che hanno depositato nell'isola mediterranea più di 100mila euro e perderanno fino al 60%


MILANO - Più tempo a Cipro per raggiungere gli obiettivi di bilancio imposti dai creditori internazionali, mentre a Nicosia procedono i lavori per appurare le motivazioni della crisi e svelare la verità sui "sospetti" emersi nei rapporti tra politica e finanza. La Troika composta da Ue, Bce e Fmi ha concesso un anno in più a Cipro per raggiungere l'obiettivo su un avanzo di bilancio al 4%, portando il limite al 2017. Lo ha riferito il portavoce del governo cipriota, Christos Stylianides, sottolineando che Nicosia sta negoziando per ottenere un anno ulteriore di rinvio. Sulla base dell'accordo preliminare con i creditori internazionali, che sbloccheranno 10 miliardi per l'isola, Cipro avrebbe avuto tempo fino al 2016 per raggiungere un surplus di bilancio al 4%. Stylianides ha spiegato che il governo sta anche tentando di concedere alle imprese l'accesso al 40% dei loro depositi presso le banche oltre i 100 mila euro.

Sul fronte interno, il Parlamento di Cipro aprirà un'inchiesta sui "condoni" sospetti che le banche dell'isola avrebbero concesso ad alcuni politici e imprenditori, del valore di alcuni milioni di euro. Secondo il quotidiano greco Kathimerini, la Bank of Cyprus, la Laiki e la Hellenic Bank, ristrutturate in base al piano di salvataggio internazionale, avrebbero condonato i prestiti, per milioni di euro, concessi negli ultimi cinque anni a esponenti politici, funzionari pubblici e aziende private.

La Commissione parlamentare. L'obiettivo del gruppo di lavoro, guidato da tre ex giudici della Corte suprema, sarà anche quello di appurare se ingenti somme di denaro siano state trasferite all'estero prima e dopo il rifiuto da parte del Parlamento di effettuare un prelievo forzoso su tutti i depositi bancari. La notizia della costituzione della Commissione è stata data già giovedì scorso, ma l'obiettivo indicato era quello di ricercare genericamente le ragioni della crisi del sistema finanziario. A lanciare la campagna d'accusa contro gli istituti, e a mettere nel mirino il rapporto con i politici locali, sono stati soprattutto i media vicini al partito comunista Akel.

Le promesse del presidente. Il presidente Nicos Anastasiades ha promesso che l'inchiesta non risparmerà nessuno, nemmeno i membri della sua famiglia. E' stato comunque accertato che i trasferimenti di denaro denunciati come "sospetti" sono avvenuti in maniera regolare e per effettuare pagamenti già in programma da tempo. Il capo dello Stato ha fatto le sue dichiarazioni parlando con giornalisti al termine di una cerimonia per la commemorazione dell'inizio, nel 1955, della lotta armata dei greco-ciprioti contro il governo della Gran Bretagna che cinque anni dopo si sarebbe conclusa con la concessione dell'indipendenza. Anastasiades, come hanno riferito i media  locali, ha presieduto oggi una riunione informale dei ministri durante la quale ha illustrato vari progetti per rilanciare l'economia dell'isola, messa a dura prova dalle drastiche misure di austerità richieste dai creditori internazionali che dovranno fornire a Cipro aiuti per 10 miliardi di euro.

Le misure per la crescita. Dopo il pacchetto di misure d'emergenza e la ristrutturazione del sistema bancario, il governo pensa a qualche provvedimento per contenere la prevedibile violenta recessione che si abbatterà su Nicosia. Allo studio ci sono licenze per l'apertura di casinò e esenzioni fiscali per chi reinveste gli utili nell'economia dell'isola. Sono questi due dei 12 punti del piano per la crescita di Anastasiades, che ha riunito informalmente i ministri per discutere di temi economici. Il pacchetto, da quanto è trapelato, dovrebbe essere approvato entro i prossimi 15 giorni. Nel frattempo Bank of Cyprus ha sospeso le sue operazioni in Romania per una settimana ed è pronta a vendere la filiale nel Paese, dopo aver già ceduto le attività in Grecia alla Pireaeus Bank.

Mosca non aiuta gli oligarchi. Nella partita cipriota si registra anche un'evoluzione per quel che riguarda la Russia, i cui cittadini sono come noto tra i principali depositanti presso le banche dell'isola. Il Cremlino ha detto però che non aiuterà le imprese o i cittadini che hanno perso soldi nel meccanismo di salvataggio, che agisce sui depositi superiori a 100mila euro con perdite previste fino al 60% del totale per i correntisti della Bank of Cyprus. Lo ha affermato il vice Primo ministro Igor Shuvalov sottolineando che l'esecutivo ha intenzione di porre in essere un giro di vite contro chi porta all'estero i capitali. Molti possessori di conti correnti, molti dei quali proprio russi, perderanno circa il 60% dei loro depositi sopra i 100.000 euro dopo l'accordo con Ue e Fmi per il salvataggio. Il fatto che "i russi perderanno i loro soldi è una vergogna terribile, ma il governo russo non farà nulla", ha detto il vice primo ministro Igor Shuvalov all'Interfax. Il governo di Mosca ritiene che una grande fetta dei 19 miliardi di euro - non europei e non delle banche - detenuti negli istituti ciprioti siano russi, anche se le stime circolate sono anche superiori.
(01 aprile 2013)


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