lundi 22 avril 2013

Milano svetta in Europa e chiude a +1,6%. Btp ai minimi, spread in area 285 punti La conferma del capo dello Stato al Quirinale riduce l'incertezza politica sull'Italia. Il rendimento dei titoli a due anni scende ai minimi dal 1993, il decennale si avvicina al 4%. In ripresa l'euro e le materie prime, ma sugli altri listini europei pesano i dati macroeconomici in arrivo dagli Usa di GIULIANO BALESTRERI TAG Piazza Affari, borse, borse europee, borse asiatiche, spread, btp, oro, petrolio, euro, Wall Street, Giorgio Napolitano MILANO - La rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale spazza via - almeno per il momento - le paure sulla tenuta dell'Italia e allontana i timori legati all'instabilità politica. Gli investitori scommettono sulla rapida formazione di un governo del Presidente che porti a termine le riforme avviate un anno fa restituendo al Paese la credibilità perduta. Il primo effetto del voto di sabato scorso è l'allentamento della tensione sul debito pubblico: il rendimento dei titoli di Stato a due anni è sprofondato all'1,22%, ai minimi dal 1993. Il livello più basso mai rilevato da Bloomberg. Sulla stessa lunghezza d'onda anche i tassi sulle scadenze più lunghe: il decennale arriva fino a rendere il 4%, ai minimi dall'ottobre 2010, prima di risalire al 4,06%, mentre lo spread, la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi, è sceso in area 285 punti, sotto la soglia obiettivo indicata dal premier uscente Mario Monti (287 punti). Il calo dello spread e del rendimento dei titoli di Stato ha spinto Piazza Affari, che ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell'1,65%, nonostante una lieve frenata dopo l'apertura di Wall Street. A sostenere le quotazioni è stato, soprattutto, il comparto bancario (+2,4% l'indice di settore), mentre sul fronte di Rcs, che ha chiuso in netta controtendenza, si registrano le dimissioni di Andrea Bonomi dal board. Nel Vecchio Continente invertono la rotta i principali listini sulla debolezza americana: Londra cede in chiusura lo 0,1%, Parigi strappa la parità e Francoforte guadagna lo 0,2%. A pesare sul sentiment degli investitori sono i dati in arrivo dagli Stati Uniti: le vendite di case esistenti sono calate dello 0,6% in marzo a quota 4,92 milioni di unità (le stime erano state fissate a quota 5,02 milioni). Nel mese i prezzi sono cresciuti dell'11,8% su base annua mentre le scorte si sono attestate all'equivalente di 4,7 mesi agli attuali ritmi di vendita. E così dopo un buon avvio il Dow Jones - alla chiusura dei mercati europei - cede quasi mezzo punto percentuale, l'S&P 500 lo 0,2% e il Nasdaq è in frazionale rialzo. Insomma, la ripresa resta fragile come dimostra anche l'indice delle attività nazionali curato dalla Fed di Chicago, sceso in marzo a -0,23 punti da +0,76 punti in febbraio. Indicazioni negative sono arrivate anche da Caterpillar: gli utili del colosso delle macchine per costruzioni sono crollati del 45% nel primo trimestre e le stime per il 2013 sono state tagliate. L'euro chiude in lieve calo a 1,3035 dollari e 129,30 yen. Il dollaro non riesce a sfondare quota 100 yen e ripiega a 99,20 yen. La divisa nipponica aveva iniziato la giornata in ribasso, dal momento che il G20 ha evitato di criticare le politiche di stimolo all'economia del Giappone. L'Eurostat, intanto, ha certificato che il debito pubblico italiano, in rapporto al Pil, è pari al 127% e secondo in Europa solo a quello greco. Gli investitori però apprezzano l'intenzione dell'Ue di chiudere la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia, a patto che le previsioni economiche attese per il 3 maggio confermino un deficit in costante discesa nel 2013 e 2014. Segnali positivi anche sul fronte della fiducia dei consumatori misurata dalla stima flash: è migliorata di 1,2 punti sia nell'Eurozona, a quota -22,3 dopo -23,5 punti a marzo, che nella Ue, a quota -20,4 dopo -21,6 punti. In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, con l'indice Nikkei che avanza dell'1,89% a 13.568,37 punti, ai massimi da 5 mesi. Sul fronte delle materie prime continua il recupero dell'oro dopo lo scivolone della scorsa settimana quando ha ceduto quasi il 15%. Il lingotto con consegna immediata guadagna due punti percentuali e viene scambiato a 1.423 dollari l'oncia. In leggera crescita le quotazioni del petrolio. I contratti sul greggio Wti con consegna a maggio vengono scambiati a 88,25 dollari al barile sul mercato elettronico di New York, con un aumento di 14 centesimi. (22 aprile 2013)

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