La Fed preoccupa, Borse Ue in rosso.
Milano chiude a -1,4%, spread oltre 245
Domani verranno pubblicati i verbali del Fomc, gli operatori si attendono la stretta agli aiuti della Federal Reserve da settembre. Tokyo cede il 2,6%, l'Europa recupera nel finale con Wall Street ma termina comunque in perdita. Tensioni sui mercati valutari emergenti, il Btp torna a rendere il 4,3%
di RAFFAELE RICCIARDIL'instabilità nel frattempo monta e per la sola Italia la situazione si complica alla luce dell'intrigo politico che getta ombre sul futuro dell'esecutivo Letta, legato a doppio filo alle scelte del Pdl e del suo leader Silvio Berlusconi. I mercati europei proseguono così la debolezza di ieri, acuita da dato odierno relativo ai prezzi alla produzione in Germania, che a luglio hanno deluso le attese registrando un calo dello 0,1% mensile e un incremento dello 0,5% annuo. Le attese erano invece per una crescita mensile dello 0,2% e annua dello 0,7%. Un segnale migliore è arrivato dalla produzione edilizia dell'Eurozona, cresciuta dello 0,7% mensile a giugno, ma pur sempre al -3% annuo.
A Milano Piazza Affari, reduce dalla chiusura in profondo rosso di ieri (-2,5%), lima alla fine un altro 1,41% e il Ftse Mib passa sotto 17mila punti. Sotto pressione per tutta la giornata i bancari, dopo i guadagni della scorsa settimana, mentre la Bce ha annunciato di aver assegnato 97 miliardi all'asta di rifinanziamento settimanale con un tasso fisso dello 0,5%. Dopo un'iniziale tenuta, viene sospeso in ribasso il Monte dei Paschi, che perde alla fine oltre quattro punti; dalla Fondazione si è ancora levata una fumata nera per la scelta dei nuovi vertici. Pesante l'andamento di Carige, all'indomani del cda che ha fissato al 30 settembre l'assemblea che decreterà la fine dell'era Berneschi. Cede nettamente Fiat, che in Brasile ha rinnovato la collaborazione con Itaù Unibanco nel finanziamento per la vendita di veicoli, e fa peggio Finmeccanica, colpita da brutte notizie provenienti da Belgio e Russia. In rosso anche Francoforte, in ribasso dello 0,79%, Londra a -0,19%, e Parigi che lascia sul parterre l'1,35%.
Lo spread torna a superare i 245 punti base, dieci in più rispetto ai 237 della chiusura di ieri, mentre il Btp decennale italiano rende il 4,3% sul mercato secondario. Madrid ha collocato oggi 4,147 miliardi di euro in titoli a sei e dodici mesi, superando l'obiettivo massimo previsto (4 miliardi) con un interesse medio più basso rispetto alle ultime aste di questi tipo. Per la Grecia, invece, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble pronostica la necessità di un terzo pacchetto d'aiuti. L'euro chiude a 1,3425 dollari, recuperando i livelli dello scorso febbraio spinto dall'indebolimento del biglietto verde, dovuto alle incertezze sulle prossime mosse dalla Fed.
Wall Street apre incerta dopo quattro giorni di ribasso, con il Dow Jones che scende sotto 15mila punti, ma le buone trimestrali di alcuni retailer come Home Depot e Best Buy riportano il sereno. Alla chiusura dei mercati europei il Dow recupera lo 0,3%, lo S&P 500 mezzo punto percentuale e il Nasdaq lo 0,6%. Sul fronte macro, l'indice della Fed di Chicago è migliorato a -0,15 punti a luglio da -0,23 punti il mese precedente.
In Oriente e sui mercati emergenti, intanto, la paura per il "tapering", cioè il disimpegno della Fed, si è rinvigorita trascinando al ribasso listini e corsi valutari. Ha innescato anche molti timori latenti degli ultimi tempi - legati all'andamento economico di realtà quali India e Indonesia, colpite dal rallentamento della Cina -. In Giappone si registra la caduta della Borsa di Tokyo, che ha concluso la seduta di martedì con un crollo del 2,63%: per il Nikkei si è trattato del più ampio calo dal 7 agosto. Sul fronte valutario, la rupiaindiana ha aggiornato i minimi storici intorno a 63 dollari, ma le ripercussioni per la possibile stretta agli aiuti monetari della Fed ha portato instabilità -tra gli altri - anche sul real brasiliano e sulla rupia indonesiana. Non è un caso se da inizio anno i fondi siano tornati a premiare i mercati maturi quali Usa e Giappone, mentre si è registrato un netto flusso di denaro in uscita dagli strumenti finanziari rivolti ai Paesi emergenti.
In attesa dei dati sulle scorte settimanali negli Usa, il prezzo del petrolio arretra a New York: il Wti segna un calo dell'1,3%, mentre chiudono i mercati Ue, a 105,7 dollari al barile. Recupera invece l'oro dopo i ribassi in asia: il metallo prezioso viene scambiato a 1.374,3 dollari l'oncia, con un guadagno dello 0,6%.
(20 agosto 2013)
Aucun commentaire:
Enregistrer un commentaire