mardi 27 août 2013

Piazza Affari



La Siria spaventa i mercati globali.
Su i rendimenti dei Ctz, spread a 260

La situazione mediorientale precipita e gli Usa annunciano l'imminenza di un intervento. Il contraccolpo si sente sui listini, in rosso da Wall Street all'Italia: Milano chiude a -2,3% con le banche. Le preoccupazioni sulla tenuta del governo portano il rendimento dei decennali italiani al 4,4%, vicino ai Bonos. Cala la domanda all'asta del Tesoro. Nuovo spauracchio in vista: il tetto del debito Usa

di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - La situazione in Siria si fa sempre più tesa dopo l'annuncio degli Stati Uniti: "Assad pagherà". L'amministrazione di Barack Obama - per bocca del segretario di Stato John Kerry - ha fatto sapere che il "mondo è sconvolto", ormai sono pochi i dubbi sul fatto che il regime di Damasco abbia utilizzato armi chimiche e gli stessi ispettori dell'Onu sono stati vittima di un agguato. Per Londra ci sono piani d'intervento pronti a scattare in dieci giorni.

L'instabilità mediorientale spaventa gli investitori, esasperando il clima di volatilità già dettato dal timore per il "tapering", lo stop alla politica monetaria ultraespansiva della Fed, con immediate ripercussioni da Tokyo a Wall Street. Anche in Europa i mercati chiudono una giornata negativa, con i prezzi delle materie prime sotto pressione. Non è servita a invertire la rotta la buona notizia proveniente dalla Germania, dove l'indice Ifo che traccia la fiducia delle imprese è salito ad agosto oltre le attese - per il quarto mese - a 107,5 punti. Nonostante la ripresa della locomotiva Ue sia alle porte, Francoforte chiude in rosso del 2,28%, Parigi del 2,42%. Londra - ieri chiusa - termina gli scambi con un calo dello 0,79%. Pagano caro anche i mercati del Golfo, con Dubai che ha ceduto il 7% e il Kuwait il 6,05%. Il più grande mercato azionario del mondo arabo, l'Arabia Saudita, ha perso più del 4%.

Il Ftse Mib - reduce da un calo di oltre due punti - ha limato un ulteriore 2,34%, appesantito dal comparto bancario con Intesa Sanpaolo e Unicredit tra le peggiori. Passa in terreno negativo dopo un buon avvio ancheMediaset, reduce dal tracollo di ieri che è costato al Cavaliere 150 milioni. A Piazza Affari si guarda alle semestrali, in particolare a quelle delle Popolari. Ubi Banca ha girato in rosso dopo un buon avvio e l'annuncio di un calo del 67% dell'utile a quota 52,9 milioni, comunque sopra le attese; poi tocca a Bpm eBanco PopolareMps resiste all'ondata di vendite, ma dalla Fondazione si leva una nuova fumata nera sul rinnovo dei vertici.

In Italia resta alta anche la preoccupazione per i destini del governo dopo l'approvazione del pacchetto sulla Pa, ma in vista della battaglia sull'Imu e soprattutto sul destino politico/giudiziario di Silvio Berlusconi. Lo spread tra Btp e Bund sfiora 260 punti, per un rendimento del decennale italiano del 4,44%. Ormai il gap con i Bonos spagnoli è quasi colmato, visto che il loro spread verso la Germania è a 261 punti. In questo clima il Tesoro è tornato alle emissioni con Ctz e Btpei, prime prove del fuoco sui mercati in vista dell'asta di Btp a cinque e dieci anni di giovedì. Nel caso dei Ctz, ne sono stati assegnati 2,98 miliardi (poco meno dei 3 indicati come massimo) con un rendimento in leggera risalita all'1,87% (dall'1,85%), al top da giugno. La domanda è stata di 4,3 miliardi, per un rapporto di copertura in diminuzione all'1,46. In calo invece il rendimento sul miliardo di Btpei piazzati, sia sui 5 che sui 15 anni di scadenza. La Spagna ha intanto venduto un miliardo di euro di titoli trimestrali e 3,06 miliardi di titoli a nove mesi. I tassi sono risultati più bassi, rispettivamente a 0,155% (da 0,442% di luglio) e a 1,089% da 1,152%.

Le parole di Kerry sulla Siria già ieri avevano depresso Wall Street e la seduta odierna è su quella falsariga: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones si muove in ribasso dello 0,65%, lo S&P 500 cede l'1% e il Nasdaq l'1,2%. Ritraccia Facebook, reduce dal suo massimo storico che l'ha proiettata oltre 100 miliardi di valore. Intanto - non ancora esaurito e definito il caso del "tapering" - si profila già il nuovo tormentone americano: il Tesoro ha fatto sapere che il tetto al debito Usa verrà raggiunto a metà ottobre e la politica deve darsi una mossa per trovare soluzioni. Sul fronte macro, invece, l'indice Case-Shiller sui valori immobiliari nelle 20 maggiori città è cresciuto al 12,1 per cento a giugno, in linea con le attese ma sotto il dato di maggio. E' salita, seppur di poco, la fiducia dei consumatori americani: ad agosto l'indice si è attestato a quota 81,5 contro 81 di luglio.

L'euro chiude in lieve rialzo poco sotto quota 1,34 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3390 dollari dopo aver toccato un massimo di 1,3397. Le voci di guerra in Siria spingono invece in rialzo il petrolio: nei primi scambi a New York, il Wti viaggia in rialzo di circa 2 punti percentuali rispetto alla chiusura precedente e tratta a 108,10 dollari al barile. Risale, dopo il calo in Asia, la quotazione dell'oro: il metallo spot passa di mano in area 1.420 dollari l'oncia, anch'esso in rialzo del 2%.

La Borsa di Tokyo ha chiuso in rosso: il Nikkei ha perso lo 0,69% a 13.542 punti, mentre il piu' ampio indice Topix è arretrato dello 0,52% a 1.134 punti. L'attività è stata, comunque, ancora debole con 1,71 miliardi di azioni scambiate.
(27 agosto 2013)

Aucun commentaire: