Balzo dei rendimenti nell'asta Btp
Lo spread si avvicina a quello spagnolo
Il Tesoro ha collocato 5,3 miliardi di titoli con cedole in crescita: quelle sul tre anni salgono ai massimi da dicembre. Il differenziale tra Btp e Bund sfonda quota 320 punti base, poi ritraccia nel finale. Piazza Affari chiude in rosso dell'1,7%, deboli le altre Borse Ue. A Wall Street gli indici restano ancorati alla parità dopo gli ottimi dati sui consumi, che rafforzano il dollaro
L'Italia ha collocato Btp triennali per 3,32 miliardi di euro a un rendimento medio del 2,48%, il massimo dallo scorso dicembre, a fronte di una domanda pari a 1,284 volte l'offerta (nell'ultima asta il rendimento fu del 2,3% e la domanda pari a 1,37 l'offerta). Sono stati poi collocati Btp a 15 anni per 2 miliardi a un rendimento del 4,90%, con una domanda pari a 1,278 volte l'offerta (cedola del 4,805% a metà febbraio). Dalle due aste il Tesoro si attendeva di raccogliere da un minimo di 3 a un massimo di 5,5 miliardi di euro. Il risultato odierno ricalcal'asta Bot da 7,75 miliardi di ieri, che ha registrato un aumento della domanda, ma anche dei rendimenti offerti. L'operazione misura ancora una volta le pressioni sul debito pubblico tricolore, acuite dopo che - venerdì scorso - Fitch ha tagliato il rating del Paese allineandosi a S&P e Moody's. L'asta è arrivata lo stesso giorno in cui l'Irlanda è tornata sul mercato con un bond quinquennale che ha raccolto 5 miliardi a fronte di una domanda altissima, a 12 miliardi.
In questo contesto a Milano, Piazza Affari chiude in ribasso dell'1,74%. In affanno Enel dopo la pubblicazione dei conti del 2012, mentre l'intero comparto del credito soffre l'allargamento dello spread, a cominciare da Ubi che oggi ha pubblicato il bilancio 2012. Le vendite colpiscono anche Londra che chiude a -0,45%, mentre Francoforte riesce a tenere la parità e Parigi cede lo 0,1%.
Sull'altra sponda dell'Atlantico gli investitori hanno salutato con soddisfazione i dati sui consumi americani che hanno registrato una crescita dell'1,1% nel mese di febbraio: un incremento pari a più del doppio dello 0,5% previsto dagli analisti. Wall Street pochi minuti dopo la chiusura dei mercati europei si è rafforzata, con il Dow Jones in progresso dello 0,1% (in linea con S&P e Nasdaq). Se chiudesse di nuovo in terreno positivo registrerebbe la miglior striscia positiva (9 sedute) dal 1996. I dati rafforzano anche ildollaro. L'euro chiude infatti sotto quota 1,30 dollari: la moneta europea passa di mano a 1,2951, dopo un minimo da dicembre di 1,2924. Il cambio euro/yen è a 124,28 e quello dollaro/yen a 95,96.
In Spagna, intanto, i prezzi al consumo sono cresciuti in febbraio del 2,9%, in accelerazione rispetto al +2,8% registrato in gennaio. In contrazione la produzione industriale dell'Eurozona e dell'intera Ue: -0,4% a gennaio. Nel raffronto con il gennaio 2012 il calo si amplia rispettivamente a -1,3% e -1,7%.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi in calo dello 0,61%, scontando i realizzi sostenuti dal rafforzamento dello yen sulle principali valute. L'indice Nikkei, nonostante si mantenga intorno ai massimi degli ultimi 4 anni e mezzo, cede 75,14 punti attestandosi a quota 12.239,66.
Sul fronte delle materie prime le quotazioni del petrolio sono in rialzo sul mercato elettronico di New York: il Wti guadagna lo 0,22% a 92,74 dollari al barile. Alla chiusura dei mercati in Europa l'oro è invece in ribasso dello 0,37% a 1.585,9 dollari l'oncia.
(13 marzo 2013)
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