mardi 12 mars 2013



Borse Ue in ordine sparso, Milano -0,4%.
Il Tesoro colloca 7,7 miliardi di Bot

In crescita all'1,28% il tasso offerto, ai massimi da dicembre. Domani verranno collocati i Btp. Lo spread resta in area 310 punti, Piazza Affari chiude in rosso. Sul fronte macroeconomico l'attesa è per il dato sui consumi americani in arrivo domani, mentre continua l'emorragia di lavoro nell'area Ocse. Si ferma il rally giapponese, incerta Wall Street


MILANO - I mercati continuano a guardare all'Italia, ma concludono una giornata all'insegna dell'incertezza in vista dei dati relativi ai consumi americani di febbraio che verranno resi noti domani, dopo l'inaspettato exploit dell'occupazione scesa ai minimi dal 2008. Gli investitori erano in attesa dell'esito del collocamento di titoli di Stato italiani: il Tesoro ha venduto tutti i 7,75 miliardi di euro di Bot a un anno programmati, ma ha dovuto offrire rendimenti più alti rispetto all'asta precedente. Il tasso di collocamento è salito all'1,28% dall'1,094% di febbraio, mentre la domanda è stata pari a 1,5 volte l'importo offerto, in rialzo da 1,38 dell'analoga asta di febbraio. Domani sarà la volta dei Btp per un uguale importo.

Di certo i titoli italiani hanno passato l'esame dopo il declassamento deciso da Fitch alla fine della scorsa settimana: una mossa che ha spinto lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp e Bund, fino a 320 punti. Oggi si è mosso poco, rimanendo in area 310 punti con i titoli decennali italiani che rendono il 4,6%. L'euro ha chiuso sopra 1,30 dollari, mentre lo yen è risalito dai minimi da tre anni e mezzo sul biglietto verde. La moneta europea passa di mano a 1,3020 dollari, il cambio tra dollaro e yen è a 95,96.

In questo contesto Piazza Affari - dopo il rimbalzo iniziale - ha limato i guadagni fino a chiudere in rosso dello 0,42%. Saipem si è messa in evidenza tra i titoli più positivi, mentre l'indice che raggruppa la finanza si è appesantito sul finale. Tra gli altri, pesante Pirelli dopo la diffusione dei conti 2012, mentre Intesa Sanpaoloresiste alle vendite dopo il bilancio in utile. Londra ha terminato gli scambi guadagnando lo 0,11%, Parigi lo 0,1%, mentre Francoforte ha chiuso in rosso dello 0,23%. In frazionale ribasso anche Madrid (-0,26%), dopo che il Tesoro spagnolo ha collocato Bonos per 5,8 miliardi (più degli attesi 5,5) con tassi in calo e domanda sostenuta. L'incertezza europea si riflette anche sugli Stati Uniti: a Wall Street il Dow Jones - mentre in Europa si fermano le contrattazioni - cede lo 0,1% e vede sfumare la possibilità di portare a otto le sedute consecutive in rialzo. Segno meno (-0,3%) anche per lo S&P500, mentre il Nasdaq arretra di mezzo punto.

Sul fronte macroeconomico, il tasso di inflazione in Germania è sceso all'1,5% su base annuale nel mese di febbraio, il minimo dal dicembre 2010. Il mese precedente si era registrato un incremento dei prezzi dell'1,7%. Su base mensile l'indice dei prezzi al consumo risulta cresciuto dello 0,6%. Frena l'aumento dei prezzi anche in Italia. Sotto le aspettative la produzione industriale del Regno Unito, in calo dell'1,2% mensile a gennaio e di ben 2,9 punti nel raffronto annuo. Nell'area Ocse si aggrava intanto la crisi del mondo del lavoro: a gennaio i disoccupati sono cresciuti di 500mila persone per un tasso dell'8,1%. Si aggiornano i record negativi tanto nell'Eurozona (11,9%) quanto in Italia (11,7%, con il 38,7% tra i giovani). In Giappone, l'indice che misura la fiducia dei consumatori a febbario è salito a 44,3 punti dai 43,3 di gennaio, continuando la ripresa iniziata dopo il crollo legato allo tsunami di due anni fa.

In mattinata è finita la serie positiva della Borsa di Tokyo che dopo otto sedute consecutive in rialzo ha chiuso gli scambi in calo dello 0,28%, sui minimi di seduta. L'indice Nikkei ritraccia dai massimi degli ultimi 4 anni e mezzo sotto l'effetto delle prese di beneficio maturate nel finale, scivolando a quota 12.314,81.

Giornata volatile per il petrolio, che dopo un calo iniziale guadagna l'1% con il Wti a 93,03 dollari al barile sulla borsa di New York. Segno più anche per l'oro, che si apprezza dello 0,9% a 1.592,2 dollari l'oncia.
(12 marzo 2013)


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