vendredi 1 mars 2013


Usa, pronti a scattare i tagli.
Obama accusa: "Arbitrari e stupidi"

Un incontro alla Casa Bianca non ha portato a miti consigli Repubblicani e Democratici, ormai tutti danno per scontata l'entrata in vigore del sequester. Il presidente punta il dito contro gli avversari politici, che hanno evitato l'intesa per proteggere "scappatoie fiscali. A rischio 750 mila posti di lavoro



MILANO - Il conto alla rovescia è partito e all'orizzonte un accordo è sempre più improbabile. Mancano ormai poche ore e negli Stati Uniti si chiudeà la talgliola del "sequester", tagli da 85 miliardi che scatteranno alla fine della giornata se non si troverà un accordo tra Repubblicani e Democratici. Una misura fissata nel 2011 in occasione dell'innalzamento del tetto del debito di Washington proprio per impedire la prosecuzione del trend di indebitamento. In pochi, però, pensavano che si potesse arrivare realmente a questo punto: le misure sono state congegnate in maniera così scriteriata che tutti davano per scontato un accordo.

La scheda: ecco dove scatteranno

"Non dovremmo fare tagli arbitrari e stupidi", ha detto il presidente Barack Obama, dopo un ultimo incontro con i leader del congresso che non ha prodotto accordi sul sequester. L'allarme del presidente è stato netto. In una dichiarazione dalla Casa Bianca il presidente Obama ha detto che la nuova crisi "non è necessaria" è ha puntato l'indice contro i repubblicani, accusati di impedire un'intesa sul risanamento del deficit per proteggere "interessi speciali" e "scappatoie fiscali". I licenziamenti che i tagli causeranno, ha detto, "danneggeranno l'economia". L'incontro alla Casa Bianca, a porte chiuse, era parso fallito prima di cominciare: gli stessi leader congressuali avevano minimizzato le aspettative di un compromesso. Al vertice hanno partecipano per il senato il presidente democratico Harry Reid e il capogruppo repubblicano Mitch Mcconnell, per la camera lo speaker repubblicano John Boehner e il capogruppo democratico Nancy Pelosi. Da mezzanotte cominceranno a scattare circa 85 miliardi di risparmi di spesa, per metà al pentagono.

Riprendendo dati già diffusi dall'Ufficio del bilancio, e ribadite da organismi quali la Fed e il Fmi, Obama ha ricordato che i tagli derivati dalla mancata intesa congressuale per scongiurare il "sequester" abbatteranno la crescita Usa di oltre mezzo punto percentuale di pil. Se realizzati interamente determineranno, inoltre, la perdita di 750 mila posti di lavoro. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama, secondo cui "anche se non tutti soffriranno dei tagli nell'immediato, i tagli comporteranno sacrifici reali".
(01 marzo 2013)


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