Borse in rosso con gli occhi su Cipro.
Industria Ue in affanno, Wall Street giù
A Nicosia si cercano soluzioni alternative al prelievo forzoso dai depositi bancari per raccogliere 5,8 miliardi e sbloccare altri 10 miliardi di aiuti. Intanto sale la tensione tra il Cremlino - che ha una trentina di miliardi custoditi nell'isola - e l'Ue. Medvedev a Repubblica: "L'Europa come un soviet". Listini incerti, lo spread a 322 punti. Cala il Pmi dell'Eurozona, Wall Street in rosso
Sulla scia di questa incertezza, e dopo i guadagni di ieri, i listini europei hanno chiuso in ribasso. A Milano, il Ftse Mib ha ceduto lo 0,5% ma tiene meglio del resto del Vecchio continente: il Dax di Francoforte ha ceduto lo 0,95%, il Ftse 100 di Londra arretra dello 0,72%, il Cac 40 di Parigi perde l'1,43%. Lo spread tra Btp e Bund è calato a quota 322 punti base, con una cedola per il decennale italiano del 4,57%. Giornata di aste per Spagna e Francia: Madrid ha collocato 4,5 miliardi con tassi in lieve calo e Parigi 8 miliardi con ottima domanda e rendimenti inferiori alle precedenti aste.
Negli Stati Uniti le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 2mila unità a quota 336mila: il dato è migliore delle attese degli analisti. Si consolida inoltre il recupero del settore manifatturiero: l'indice Pmi manifatturiero è salito in marzo a 54,9 punti da 54,3 in febbraio, ma a Wall Street prevale comunque la delusione per i segnali di rallentamento in Europa: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones si muove in rosso dello 0,3% come l'S&P 500, mentre il Nasdaq cede lo 0,6%. Non è bastato a spingere i listini il superindice economico sale dello 0,5%. Lo comunica il Conference Board. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che prevedevano un aumento salito dello 0,4%, mentre l'indice Fed di Philadelphia, che monitora l'attività manifatturiera sulla costa orientale statunitense, si è attestato a marzo a 2, in miglioramento rispetto al -12,5 di febbraio. Bene anche le vendite di case esistenti salite ai massimi degli ultimi tre anni, confermando il miglioramento del mercato immobiliare: le vendite sono aumentate dello 0,8% a un tasso annualizzato di 4,98 milioni di unità, il livello più alto dal novembre 2009.
A livello macroeconomico si segnala il calo del Pmi manifatturiero e dei servizi in Germania: in entrambi i casi ha deluso le aspettative rispettivamente a 48,9 (sotto la soglia che indica un'espansione dell'economia) e 51,6 punti. Nel complesso dell'Eurozona l'indice composito si è portato a 46,5 punti dai 47,9 di febbraio: si teme un'intesificazione della recessione. Dalla Gran Bretagna è arrivata la crescita a sorpresa delle vendite al dettaglio (+2,6% annuo) a febbraio, mentre l'Ocse ha rilasciato i dati sul costo del lavoro.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso ai massimi da 4 anni e mezzo, dopo che ieri la Fed ha confermato gli stimoli all'economia e in attesa delle parole del neo-governatore della Boj Haruhiko Kuroda, che ha in effetti confermato le intenzioni aggressive per sostenere l'economia. L'indice Nikkei è avanzato dell'1,34% a 12.635,69 punto, il top dall'inizio di settembre del 2008, anche grazie al Pmi preliminare cinese oltre le attese: è salito a marzo a 51,7 punti (previsioni di 50,8).
Alle decisioni della BoJ è legato anche l'andamento dei cambi. L'euro chiude in lieve calo a 1,2922 dollari, dopo aver toccato un minimo di seduta a quota 1,2879, prossimo ai minimi da quattro mesi. Il cambio euro/yen è invece a quota 123,95 e quello dollaro/yen a 95,80. L'effetto delle rassicurazioni della Fed si ripercuote anche sulle quotazioni del petrolio, in rialzo sul mercato elettronico di New York dove i contratti sul greggio Wti con scadenza a maggio vengono scambiati a 92,96 dollari al barile (+0,9%). Il Brent sale a 108,72 dollari al barile. Stabile invece l'oro, intorno a 1.608 dollari l'oncia.
(21 marzo 2013)
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