vendredi 6 septembre 2013

Desarrollo de los mercados

La politica mette i Btp sotto pressione.
La disoccupazione Usa scende al 7,3%

Con i timori che si apra una crisi di governo il rendimento dei titoli di Stato è tornato al 4,6%, ai massimi dalla fine di giugno. Lo spread è a 250 punti. Negli Stati Uniti creati meno posti di lavoro delle attese (169mila), ma il tasso va giù più del previsto. Milano accelera nel finale e guadagna l'1,2%. Chiusura in calo per Tokyo

di GIULIANO BALESTRERI
MILANO - L'Italia corre verso la crisi di governo e la paura di un ritorno alle urne mette pressione allospread e - soprattutto - ai titoli del debito pubblico. Il rendimento dei Btp rivede il 4,6%, ai massimi da fine giugno, per poi stabilizzarsi al 4,5%: la differenza con i Bund tedeschi è in area 255 punti, come la Spagna che nell'ultima settimana ha ormai azzerato la distanza dall'Italia. Lo spread, tuttavia, resta sotto la soglia di guardia solo perché le tensioni internazionali, a cominciare dal possibile attacco militare in Siria all'incertezza della ripresa economica, hanno riportato oltre il 2% il rendimento dei titoli di Stato tedeschi, un livello che non si registrava dal marzo dello scorso anno.

L'ipotesi di un crisi di governo preoccupa tutti gli ambienti economici, a cominciare dal Forum Ambrosetti di Cernobbio, che temono un immediato stop al faticoso lavoro per uscire dalla crisi economica: se il resto dell'Eurozona è riuscito a metteresi alle spalle la recessione, l'Italia è ancora rimasta ferma al palo e anche i dati sulla cassa integrazione testimoniano le tensioni nel mercato del lavoro. Il problema occupazionale domina anche il comunicato finale delG20 di San Pietroburgo, dove si è parlato anche di Siria, di lotta all'evasione, mentre le economie emergenti hanno chiesto ai grandi della terre di continuare nelle loro politiche monetarie espansive per non togliere benzina alla ripresa.

A muovere i mercati, nel pomeriggio, sono stati i dati sul mercato del lavoro americano. Negli Usa il tasso di disoccupazione è sceso ad agosto ai minimi dal dicembre 2008, al 7,3%, mentre gli analisti si attendevano una conferma del 7,4% di luglio; va sottolineata però la diminuzione della base di forza lavoro. Nel mese scorso, infatti, i posti di lavoro creati sono stati 169mila, mentre le previsioni indicavano un'attesa a 175mila. Questi dati saranno centrali nel summit di metà mese della Fed per stabilire se avviare o meno il "tapering", la stretta agli stimoli straordinari, che potrebbe allontanarsi visto il mercato del lavoro ancora debole.

A frenare gli investitori, però è la paura di un attacco americano in Siria, dopo che il presidente russo, Vladimir Putin, ha ribadito la sua contrarietà e l'intenzione di continuare a vendere armi a Damasco. Piazza Affari chiude comunque in positivo, dopo una sbandata sulle parole del numero uno di Mosca, accelerando nel finale fino al +1,2%. Tra i singoli titoli, tira il fiato Telecom dopo il rally legato al risiko dell'azionariato, ma nel finale riesce comunque a recuperare la parità. Bene, invece, Enel ed Enel Green Power in scia a un report di Ubs. Anche le altre Borse nel resto del Vecchio Continente si rafforzano e chiudono in terreno positivo: Londra segna +0,12%, Francoforte +0,49% e Parigi +1,06%. Poco mossaWall Street, che ha oscillato sulla parità dopo un avvio positivo: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones sale dello 0,15%, come il Nasdaq, mentre lo S&P 500 aggiunge lo 0,3%.

Sul fronte macroeconomico, in Europa si è registrata la battuta d'arresto (-2,5% nel secondo trimestre) del fatturato dei servizi in Italia. Nonostante il calo delle esportazioni, cresce intanto il surplus del commercio extra-Ue dell'Italia: 2,8 miliardi ad agosto. In Germania, invece, scende più del previsto la produzione industriale, che segnaa luglio una flessione dell'1,7%. L'euro chiude risollevandosi dai minimi: la moneta unica passa di mano a 1,3159 dollari e 130,23 yen.

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso con l'indice Nikkei che ha ceduto l'1,45% e si è attestato a quota 13.860,81. A pesare sono state le prese di beneficio e il calo dei titoli legati al settore edile per le indiscrezioni che il Giappone non otterrà le Olimpiadi del 2020. Sul fronte delle materie prime, tornano a salire i prezzi. Alla chiusura dei mercati europei, il petrolio Wti segna una progressione dell'1,6% a quota 110 dollari al barile, mentre il Brent sale dello 0,6% a 116 dollari. Quanto all'oro, il metallo prezioso guadagna un punto percentuale per il contratto a dicembre: quota poco sotto 1.390 dollari l'oncia. 
(06 settembre 2013)

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