lundi 23 septembre 2013

Triunfo de la Sra. Merkel

Il trionfo di Merkel non sorprende.
Mercati deboli, delude il Pmi europeo

L'esclusione dal Bundestag dei partiti animati da sentimenti anti-europeisti porta la moneta unica vicino ai massimi da sette mesi, poi ritraccia sotto 1,35 verso il dollaro. Gli investitori avevano già scontato la vittoria della Cdu, Milano chiude a -0,34%. Pareggio tra Italia e Spagna, lo spread a 234 punti. Bene l'indice Pmi di Pechino, delusione da quello sul manifatturiero dell'Eurozona e degli Usa

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - La storica vittoria di Angela Merkel alle elezioni tedesche non stupisce più di tanto i mercati, che avviano la settimana senza particolari entusiasmi. L'esito della consultazione era per lo più atteso dagli investitori globali, che hanno mostrato più attenzione per il fatto che non siano riusciti a entrare nel Bundestag gli anti-euro di Alternativa per la Germania (AfD), che si è fermata al 4,7%, sotto la fatidica soglia del 5% che ha escluso anche gli alleati naturali della Cancelliera, i liberali. La soluzione che ora appare più probabile è quella di una Grande Coalizione con la Spd.

La sconfitta del partito anti-euro ha spinto inizialmente le quotazioni della moneta unica, che ha toccato i massimi a sette mesi, ma ha poi chius sotto quota 1,35 nei confronti del dollaro. Negli ultimi giorni, il biglietto verde era stato spinto al ribasso anche dalla decisione della Fed di non procedere con il "tapering", la stretta agli stimoli straordinari all'economia. Ora l'attesa si concentra sul capire come verrà costruita la squadra di governo a Berlino (Merkel ha sfiorato la maggioranza assoluta dei seggi, ma ha bisogno di un appoggio esterno allo schieramento dei cristiano-democratici):secondo gli analisti di Ig Markets la politica energetica e quella fiscale potrebbero essere terreno di aspro scontro qualora si andasse verso una grande coalizione che includa la Spd.

Oltre che verso Berlino, l'attenzione dei mercati si è concentrata sui dati macroeconomici che hanno offerto indicazioni a luci e ombre. Le prime di giornata sono arrivate dalla Cina, dove l'indice Pmi manifatturiero, calcolato da Hsbc sulla base delle aspettative dei direttori degli acquisti, è salito ai massimi da sei mesi. A settembre l'indicatore è avanzato a 50,2 punti, dai 50,1 punti di agosto (sopra i 50 punti l'indice registra un'espansione dell'economia, sotto una contrazione). Dopo un raffreddamento durato per 12 degli ultimi 14 mesi, l'economia cinese torna quindi a dare dunque segnali importanti.
Dopo la Cina, è stata la volta dei dati del Pmi riguardanti le principali economie europee e il complesso della zona della moneta unica. La rilevazione di Markit sul manifatturiero dell'Eurozona è stata deludente e ha rafforzato i concetti espressi da Draghi sulla lentezza della ripresa: il Pmi è sceso a 51,1 punti a settembre, contro stime degli analisti di Bloomberg per 51,7 punti e un dato di 51,4 ad agosto. Quanto ai singoli Paesi, si registrano i massimi da otto mesi per il Pmi composito tedesco, che però ha deluso per il settore manifatturiero: la Germania è calata da 51,8 a 51,3 punti. Bene, tornando all'indice composito, la Francia: ha segnato il picco da 19 mesi. Anche a livello di Eurozona il dato composito è migliore del manifatturiero: è al top da 27 mesi a quota 52,1 punti. Un rallentamento si è registrato anche negli Stati Uniti, dove il Pmi manifatturiero è calato in settembre a 52,8 punti dai 53,1 di agosto.
E così Wall Street tratta debole, in attesa dei discorsi di alcuni governatori centrali che potrebbero svelare l'atteggiamento della Fed sul tapering. Alla chiusura dei mercati europei, il Dow Jones arretra dello 0,4%, continuando il calo di venerdì. Fanno peggio S&P 500 (-0,6%) e Nasdaq (-0,7%) nonostante il boom di Apple sulle vendite record dei nuovi iPhone. In scia alla Borsa Usa peggiorano i listini europei che chiudono deboli: a Milano, il Ftse Mib termina gli scambi in rosso dello 0,32%. Parigi chiude in rosso dello 0,75%, Londra segna -0,59% e Francofrte arretra alla fine dello 0,47%. Piazza Affari si è guardato con attenzione alla partita per il riassetto dell'azionariato di Telecom, entrata nelle fasi finali in vista del cda del 3 ottobre: l'azione della compagnia Tlc ha chiuso in netto rialzo. Coperta d'acquisti anche Finmeccanica, al centro di un piano di rilancio che prevede il passaggio delle tre controllate Ansaldo alla Cdp e la ricerca di soci industriali per l'energia e il trasporto ferroviario. Cede il passo Eni, ma sulla sua quotazione impatta lostacco dell'acconto del dividendo da 55 cent, mentre viene premiata Maire Tecnimont, sospinta dai reportdi Banca Akros e Barclays.

Quanto all'Italia, resta centrale il tema degli sviluppi politici, mentre il premier Letta è in Canada a promuovere gli investimenti nel Belpaese e il governo studia lo stop all'Iva per il 2013. Nonostante il clima pesante che regna intorno all'esecutivo, in particolare a uno dei suoi esponenti di punta - il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni - lo spread tra Btp e Bund si stabilizza a 234 punti base, al livello di quello spagnolo, per una cedola del decennale italiano intorno al 4,3%. La settimana è cruciale per ilTesoro, che si avvia a mettere in asta Ctz, Bot e Btp a cinque e dieci anni. Oggi la Germania ha intanto collocato titoli a un anno per due miliardi di euro, con il rendimento medio in calo e domanda sostenuta.
Gli effetti dei dati cinesi si sono visti in mattinata sui merccti asiatici con Shanghai che ha terminato le contrattazioni in progresso dell'1,33%. E' rimasta invece chiusa Tokyo, per festività. Sul fronte delle materie prime, le quotazioni del petrolio sono deboli in avvio di settimana. Mentre in Europa terminano gli scambi, i future dell'oro nero Wti sono in calo dell'1,3%% sotto la soglia di 104 dollari al barile. L'oro cede invece lo 0,3% in area 1.328 dollari l'oncia.

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