Ocse, Pil Italia giù del 1,8% in 2013.
E' l'unico negativo tra paesi del G7
L'organizzazione internazionale mette in guardia l'Eurozona dalle tensioni finanziarie sul debito sovrano e dal perdurare della disoccupazione che rischia di diventare strutturale: "Bisogna continuare a sostenere la domanda"
Tuttavia la situazione resta delicata per l'intera Eurozona ancora "vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano", ma "l'area euro nell'insieme non è più in recessione" anche se al suo interno il "ribilanciamento" tra Paesi in deficit e in surplus "resta incompleto". Nei Paesi con debito elevato, spiega l'organizzazione, "la domanda interna debole è stata compensata solo in modo limitato da esportazioni più forti", quindi servono "riforme per aumentare la produttività", che "aiuteranno a migliorare la competitività e le performance nell'export".
Nel complesso, l'economia mondiale ha ritrovato una crescita "moderata", ma "una ripresa sostenibile non è ancora stabilmente costituita e restano importanti rischi". Per questo spiegano gli economisti dell'Ocse, "è necessario continuare a sostenere la domanda, anche attraverso politiche monetarie non convenzionali, per minimizzare il rischio che la ripresa deragli". Anche perché "la disoccupazione resta elevata in molte economie avanzate" con il rischio che si arrivi a "un aumento della disoccupazione strutturale, che rimarrà tale anche quando la ripresa prenderà piede".
L'inflazione. A luglio, intanto, i prezzi al consumo nella zona Ocse sono saliti dell'1,9% tendenziale (+1,8% a giugno), spinti dalle componenti energetica (+4,5% su anno) e alimentare (+2,2%). Al netto di energia e cibo il tasso tendenziale d'inflazione Ocse è rimasto stabile all'1,5%; su base congiunturale, l'inflazione è aumentata dello 0,1% a luglio.
(03 settembre 2013)
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