lundi 23 septembre 2013

Crecimiento lento



Draghi: "Ue, la ripresa è lenta"
Preoccupa la disoccupazione

Il presidente della Bce davanti al Parlamento europeo ha ribadito i suoi timori per l'Eurozona e promette tassi bassi ancora a lungo perché l'inflazione resta "sotto la soglia obiettivo". L'Eurotower chiede più credito: "Pronti a un altro Ltro"


MILANO - Disoccupazione, inflazione e tassi. Il presidente della Bce, Mario Draghi, all'indomani del trionfo elettorale di Angela Merkel in Germania torna a ribadire davanti al Parlamento europeo le sue preoccupazioni per la ripresa che ancora stenta all'interno dell'Eurozona e ripete la sua ricetta: "Tassi a questi livelli (0,5%, ndr) o ancora più bassi a lungo". E comunque fino a quando sarà necessario, anche perché l'inflazione resta abbondantemente "sotto la soglia obiettivo" della Bce, fissata al 2%, mentre i timori sono rivolti ancora verso la disoccupazione che resta "troppo alta".

"I dati sulla fiducia - ha detto Draghi - sostengono la visione secondo cui l'attività economica della zona euro dovrebbe continuare la sua lenta ripresa nell'attuale trimestre, nonostante la produzione debole a luglio". Il presidente della Bce ha quindi spiegato che nel "medio e lungo termine le attese per l'inflazione continuano a stare fermamente ancorate, in linea con la stabilità dei prezzi. Per questo la politica monetaria resterà accomodante".

Davanti alla Parlamento europeo il presidente della Bce ha parlato anche della dinamica del credito che nonostante la ricapitalizzazione delle banche "resta sottomessa, sono diminuiti i prestiti a privati e imprese e questo riflette lo stato del ciclo economico. E il miglioramento significativo della capitalizzazione delle banche dall'estate 2012 non si è ancora tradotto in credito più elevato". Anche per questo l'Eurotower e pronta a immettere nuova liquidità "se necessario" sul mercato "anche un'altra operazione Ltro", il finanziamento illimitato alle banche già utilizzato a dicembre 2011 e febbraio 2012.

Draghi è tornato a mettere l'accento sulla necessità di riforme strutturali che allentino le tensioni sui Paesi nel mirino dei mercati:  "Gli spread riflettono ciò che accade nei Paesi e al minimo segno che qualcosa va male i mercati vanno indietro, perciò è importante che i Paesi proseguano le riforme".

 

(23 settembre 2013)

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