vendredi 20 septembre 2013

Mercati in rosso, Piazza Affari

Mercati in rosso dopo l'euforia per la Fed.
Spread in area 235, focus sui conti italiani

Investitori cauti dopo l'euforia legata alla scelta della Federal reserve di non avviare il "tapering", la stretta agli acquisti di bond. In Italia il Consiglio dei Ministri ha approvato il Def con le nuove previsioni al ribasso per l'economia tricolore e gli equilibri tra deficit e Pil

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - Seduta debole per Wall Street. Mentre in Europa terminano gli scambi, il Dow Jones cede lo 0,3%, l'S&P 500 lo 0,2%, mentre il Nasdaq è invariato. Rallenta, quindi, lo slancio dei mercati, che hanno avuto modo di festeggiare dopo la decisione della Fed di non avviare il "tapering", cioè la riduzione graduale degli acquisti straordinari di bond ipotecari e di titoli di Stato americani. Una mossa inattesa, visto che la maggior parte degli analisti si attendeva un taglio di una decina di miliardi dagli 85 mensili attuali, e che ha aperto la discussione sulla credibilità del governatore giunto ormai a fine mandato.

Il tutto mentre in Italia il Consiglio dei Ministri ha rivisto la crescita dei conti pubblici, che prevedono una caduta del Pil superiore alle attese. Focus sul rapporto tra deficit e prodotto interno lordo che supererà il tetto del 3 per cento, anche se i ministri economici e il premier Letta hanno spiegato che l'obiettivo è rispettare il parametro fissato da Bruxelles. Lo spread non manifesta particolari tensioni e, anzi, cala a 233 punti base, per un rendimento del decennale italiano intorno al 4,25%. La differenza tra il rendimento dei Bonos e dei Bund è solo un punto più ampia.

Piazza Affari chiude in calo dello 0,49%: ancora sotto pressione Telecom al centro del rebus per risolvere la partita del controllo tra i soci e in attesa del piano industriale che verrà portato al cda del 3 ottobre. Chiude, invece, in territorio Finmeccanica, nonostante la decisione di Moody's di declassare il rating a "junk", il livello spazzatura. Deboli anche gli altri listini europei: il Dax di Francoforte cede lo 0,2%, il Cac 40 di Parigi lima uno 0,06%, l'Ftse 100 di Londra segna -0,44%. Intanto dal fronte macroeconomico arrivano dati che mostrano come l'industria italiana continui a segnare il passo con un nuovo calo di ordini e fatturato.

Intanto, a settembre la stima flash sulla fiducia dei consumatori è migliorata sia nell'Eurozona che nella Ue: nel primo caso si è attestato a quota -14,9 punti da -15,6 punti ad agosto; nel secondo a quota -11,7 punti dopo -12,8 punti. Per la prima volta da oltre due anni, nella Ue, è stata superarata la media di lungo termine di -12,3 punti piazzandosi a quota -11,7. Negli Stati Uniti, invece, c'è attesa per gli interventi dei governatori delle Fed locali saranno impegnati in discorsi che potrebbero gettar luce sulle ragioni della scelta di Ben Bernanke. James Bullard, presidente della Fed di St. Louis in un intervista a Bloomberg tv ha spiegato che "Un piccolo taper è possibile a ottobre", aggiungendo che è stata "borderline" la decisione di mercoledì scorso di lasciare invariate le misure di stimolo, sorprendendo il mercato.

L'euro chiude in leggero calo a 1,3510 dollari dopo i forti rialzi della scorsa seduta, legati alla decisione della Federal Reserve di lasciare immutati gli stimoli monetari. Continuano le pressioni al ribasso sullo yen, che cede qualche punto sia sull'euro, a 134,55, che sul dollaro, a 99,62. In mattinata, la Borsa di Tokyoha chiuso la seduta in lieve calo. Dopo aver oscillato intorno alla parità, l'indice Nikkei ha virato al ribasso nelle ultime battute ed ha terminato in flessione dello 0,16% rispetto alla vigilia, attestandosi a 14.742,42 Punti.

Quanto alle materie prime, dopo una settimana di rialzi, in cui l'oro ha guadagnato complessivamente il 2,9%, le quotazioni del metallo prezioso sono scese a 1.337 dollari l'oncia. Scende anche il prezzo delpetrolio per le prese di beneficio. Mentre in Europa chiudono gli scambi, i future sul Light crude arretrano a 105,6 dollari.
(20 settembre 2013)

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