mercredi 18 septembre 2013

FED



Spread, l'Italia aggancia la Spagna.
La Fed spinge Wall Street ai massimi

La Banca centarle Usa ha deciso che l'economia Usa è ancora troppo debole e continuerà a iniettare 85 miliardi di dollari al mese nel sistema comprando titoli di stato. In Europa annullata la differenza di rendimento tra Btp e Bonos, entrambi in area 240 punti. La cedola dei titoli di Stato italiani sotto la media degli ultimi cinque anni.

di GIULIANO BALESTRERI

MILANO - La Fed continuerà a comprare titoli di stato Usa per 85 miliardi al mese. E' bastato l'annuncio da parte della banca centrale per far volare Wall Street che ha toccato di nuovo i suoi massimi. Gli investitori temevano un calo di almeno 10 miliardi, per preparare una graduale uscita dal massiccio sostegno della Federal Reserve all'economia americana, prima che l'inflazione possa raggiungere livelli che mettano a rischio la ripresa.

Quest'ultima, però, rimane fragile secondo i banchieri centrali. In particolare la disoccupazione non ha raggiunto livelli accettabili, ha detto il presidente della Fed Ben Bernanke. Del resto, La Fed ha rivisto al ribasso le stime di crescita Usa per il 2013, quando il pil americano salirà fra il 2,0% e il 2,3%, a fronte del 2,3-2,6% stimato in giugno. Riviste al ribasso anche le stime di crescita per il 2014: il pil salirà del 2,9%-3,1% contro il 3,0%-3,5% di giugno.

E ha così avuto ragione chi pensava che il cosiddetto "tapering" non sarebbe stato annunciato anche in questa occasione. Anche perché dopo il ritiro diLawrence Summers dalla corsa alla successione di Bernanke, la strada è spianata per Janet Yellen, sostenitrice di una politica monetaria espansiva e di un lento rialzo dei tassi.

Intanto in Europa, l'Italia riaggancia la Spagna. All'indomani della visita del Commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, che aveva definito l'Italia "una Ferrari con bisogno di una revisione al motore" e si era detto preoccupato per il sorpasso - in temi di rischiosità - dei Btp ai danni dei Bonos spagnoli, i mercati reagiscono positivamente e ristabiliscono la parità. Anzi, lo spread si allinea a quello spagnolo: entrambi oscillano intorno ai 240 punti base per tutta la giornata (in chiusura dei mercati quello spagnolo è a 238 e quello italano a 239), mentre i Btp rendono il 4,4%, sotto la media degli ultimi 5 anni ferma al 4,7%. L'Italia prova così a rassicurare i mercati del Vecchio continente, pur facendo fatica a rispettare contemporaneamente gli impegni in termini di deficit e debito verso l'Ue e le promesse del governo verso i cittadini. Il Pdl si era impegnato per l'abolizione dell'Imu e lo stop all'aumento dell'Iva, ma dal ministero dell'Economia è arrivato l'allarme conti: complessivamente per i due provvedimenti servono 3,4 miliardi, ma mancano ancora le coperture. E uno dei due è destinato a saltare. Mentre proprio oggi è arrivata la nuova stima di S&P che vede l'Italia fanalino di coda in Europa: il 2013 chiuderà con un calo del Pil dell'1,9%. 

In questo contesto, a Milano, Piazza Affari chiude con il Ftse Mib in rialzo dello 0,3% dopo un passaggio in territorio negativo in attesa del voto - questa sera - della Giunta del Senato per le Elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Un voto che arriva all'indomani della sentenza della Cassazione che ha condannato Fininvest a un risarcimento di circa 500 milioni di euro nei confronti della Cir (proprietaria del Gruppo Espresso) per il Lodo Mondadori. Proprio a seguito di quella sentenza, soffrono tutti i titoli della galassia Fininvest, da Mediaset a Mondadori. Chiude invece in netto rialzo Buzzi, dopo che gli analisti di Goldman Sachs hanno modificato la loro raccomandazione da 'neutral' a 'convinction buy' (acquistare con convinzione), alzando il prezzo obiettivo da 11,7 a 13,3 euro. Fitch, intanto, ha confermato il rating di Fiat a Bb- con rating negativo. In calo Saipem dopo le motivazioni della sentenza sui pagamenti delle tangenti in Nigeria. Contrastati i listini nel resto del Vecchio continente: Londra lima alla fine lo 0,17%, Parigi cresce dello 0,6% e Francoforte dello 0,45%.

A livello macroeconomico si registra la crescita della produzione nel settore delle costruzioninell'Eurozona, aumentata dello 0,3% su giugno ma comunque in calo dell'1,2% rispetto al 2012. InGermania, invece, l'Istituto per la ricerca economica ha confermato la stima di crescita del Pil allo 0,4% nel 2013, mentre ha rivisto leggermente al ribasso (da +1,8% a +1,7%) la previsione per il prossimo anno. Anche nei Paesi maggiormente in difficoltà - come Italia e Spagna - nella seconda parte dell'anno si prevede un ritorno alla crescita. Negli Usa, le richieste di mutui nell'ultima settimana sono salite dell'11,2% a 428,2 punti.

In mattinata, intanto, la Borsa di Tokyo ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell'1,4 per cento. L'indice Nikkei si è infatti attestato, alla conclusione degli scambi, sui 14.505,36 punti sull'onda del moderato ottimismo degli investitori riguardo alla decisione in materia di politica monetaria della Fed: "Gli investitori giapponesi sono incoraggiati dalla forza del dollaro e dei titoli azionari statunitensi. Gli operatori del mercato si aspettano una lieve diminuzione delle dimensioni degli aiuti all'economia Usa da parte della Fed", ha commentato Kenichi Hirano, mediatore presso Tachibana Securities.

L'euro chiude poco mosso a 1,3343 dollari, non lontano dal massimo da due settimane e mezzo toccato ieri (1,3359). Sul fronte delle materie prime, alla chiusura dei mercati europei il petrolio Wti viaggia in rialzo di quasi un punto percentuale a 106,5 dollari al barile; l'oro è in calo e oscilla intorno ai 1.300 dollari l'oncia.
(18 settembre 2013)

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