Il rischio di crisi di governo
abbatte Piazza Affari
Lo spread in area 250 punti, il Ftse Mib chiude in rosso dell'1,3%: si teme per il governo Letta. Seduta difficile anche per i listini Ue, prigionieri della volatilità per gli sviluppi mediorientali. Investitori timorosi nonostante la crescita del Pil Ue. Ora si attende il beige book della Fed che potrebbe aumentare la pressione sulla riduzione degli stimoli. Tokyo chiude a +0,5%
di RAFFAELE RICCIARDILo spread tra Btp e Bund tedeschi sale a 248 punti base e il rendimento del decennale italiano rivede il 4,4%. A Piazza Affari, quindi, il Ftse Mib chiude in ribasso (-1,35%) con le banche ancora una volta nel mirino. Sotto i riflettori anche la galassia Pirelli. Come si legge su Repubblica in edicola, la Consob avrebbe ventilato il dubbio che il prezzo d'Opa sulla Camfin possa essere stato sottostimato. Dal canto suo, Lauro 61 - il veicolo di Tronchetti Provera, Clessidra, Intesa Sanpaolo e Unicredit - replica di aver risposto all'Autorità e aver "dimostrato la correttezza dell'Opa sotto ogni profilo". Il titolo Camfin sale in netta controtendenza rispetto al listino, in compagnia di Finmeccanica che sta accelerando le dismissioni. Telecom, invce, cede dopo i recenti rialzi su un report di Ubs e Mediaset è tra i titoli più pesanti, insieme alle Popolari.
Gli altri listini del Vecchio continente sono, invece, più preoccupati per l'evoluzione sul fronte mediorientale dove l'attacco in Siria pare sempre più vicino e anche dal Senato Usa, pur con qualche limitazione alla tipologia di intervento, è arrivato l'appoggio; resta comunque da vincere l'opposizione dell'Onu, che vorrebbe prima trovare una risoluzione condivisa, e della Russia. Tra l'altro, proprio da domani Vladimir Putin ospiterà i leader dei G20 nel summit di San Pietroburgo; il leader moscovita ha comunque aperto uno spiraglio di collaborazione sulla Siria, in vista dell'appuntamento internazionale, riferendo in un'intervista televisiva che la Russia è pronta ad agire se verrà certificato l'uso di gas da parte del regime di Damasco. Le Borse europee, però, recuperano con Wall Street e chiudono in territorio negativo: Francoforte avanza dello 0,19%, Parigi sale dello 0,16%, Londra dello 0,1%. Tra i titoli sotto pressione,Ryanair che crolla dopo aver tagliato le stime sugli utili.
Cresce intanto l'attesa per il Beige Book della Fed di questa sera e per la riunione del board della Bce, in calendario domani, sui tassi d'interesse. A seguito del giudizio sull'economia americana potranno emergere orientamenti più precisi sul "tapering", la riduzione degli stimoli straordinari che Ben Bernanke potrebbe cominciare a partire dal meeting Fed di metà mese. Intanto si registra la crescita dell'1,3% delle richieste settimanali di mutui. Il deficit commerciale americano in luglio è intanto aumentato del 13,3% a 39,1 miliardi di dollari, rispetto ai 34,5 miliardi di dollari del mese precedente. Wall Street - dopo un'apertura timida - recupera lo 0,7% come lo S&P 500, mentre il Nasdaq sale dello 0,9% sulla scia delle grandi operazioni straordinarie come Verizon e Microsoft.
In Europa, invece, si registrano i segnali positivi dal versante macroeconomico da dove è arrivata laconferma di una ripresa (+0,3% trimestrale) per l'Eurozona, mentre l'Italia resta al palo (-0,2%). Ieri anche l'Ocse aveva annunciato la fine della recessione del Vecchio Continente. Anche i dati sulle vendite al dettaglio dell'area della moneta unica, cresciute dello 0,1% a luglio, hanno confermato i segnali di un rafforzamento economico, ma dalla rilevazione finale degli indici Pmi emerge qualche dubbio sul settore dei servizi: l'indice costruito sulle previsioni dei direttori degli acquisti sale sì a 51,5 punti, ma leggermente sotto le attese.
L'euro chiude in lieve rialzo a 1,3199 dollari e 131,39 yen in attesa che il direttivo della Bce di domani fornisca agli investitori maggiori elementi. Il dollaro arretra anche sullo yen a quota 99,55. In mattinata, laBorsa di Tokyo ha segnato un nuovo progresso (+0,54%) proprio per l'andamento valutario positivo: l'indice Nikkei ha allungato nel finale, spinto dal rafforzamento del dollaro contro lo yen. Per la prima volta da un mese, l'indice guida della Borsa nipponica torna così sopra la soglia di 14mila punti.
Riprende il calo dei prezzi delle materie prime: il contratto a ottobre del petrolio cede l'1,2% a 107,2 dollari al barile, i future a dicembre dell'oro perdono l'1,3% a 1.393 dollari l'oncia.
(04 settembre 2013)
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