jeudi 26 septembre 2013

Milaono Chiude a -1.2%

Milano chiude a -1,2%, spaventa la crisi politica.
Spread a 250 punti base, rally di Telecom

Dopo giorni di calma piatta, le minacce di dimissioni da parte dei parlamentari del Pdl tornano ad agitare gli investitori. La Borsa milanese chiude a -1,2% da peggiore in Europa, zavorrata dalle banche. Bene l'asta di Bot del Tesoro, tassi ai minimi. Grande volatilità sui titoli della compagnia telefonica. Positiva Tokyo sulla debolezza dello yen, recupera Wall Street

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - L'Italia torna ad essere cerchiata di rosso nell'agenda degli investitori, che temono un degenerare della situazione politica e la crisi di governo. Dopo giorni di calma apparente, durante i quali i listini sono rimasti sospesi tra la vicenda Telecom e il vivacchiare del governo Letta, la minaccia di dimissioni da parte dei parlamentari del Pdl, qualora decadesse Silvio Berlusconi, riaccende la miccia della speculazione. E così Piazza Affari tratta da peggior Borsa del Vecchio Continente, e chiude, sopra i minimi, a -1,2%.

Non va meglio sul versante della fiducia nei confronti del debito pubblico italiano: lo spread tra Btp e Bund tedeschi rivede quota 250 punti, appaiato a quello spagnolo, con un rendimento del decennale italiano superiore al 4,3%. La tensione esplosa nelle ultime ore non ha fatto in tempo a influenzare la raccolta di ordini per l'asta di Bot, i cui risultati - ottimi - sono stati comunicati oggi dal Tesoro: l'Italia ha venduto tutti gli 8,5 miliardi di titoli a sei mesi offerti, con un rendimento in calo allo 0,781%, ai minimi da maggio quando il tasso fu dello 0,538%.

Quanto invece alle vicende che riguardano Telecom, gli investitori s'interrogano sulla levata di scudi contro un'operazione che porterà l'ex monopolista delle Tlc in mano spagnola. Per provare a blindare la rete, anche sulla scorta dei problemi per la "sicurezza nazionale paventati dal Copasir", il governo ha esteso la golden share proprio alla rete Tlc. Il presidente della Consob,Giuseppe Vegas, ha nel frattempo escluso l'obbligo di Opa per gli spagnoli, ma anche su questa materia il Tesoro potrebbe intervenire per via normativa. Intanto, dopo il tracollo di mercoledì sui timori legati alla prossimità di un aumento di capitale invocato dal presidente Franco Bernabè, resta alta l'attenzione in Borsa per il titolo Telecom. Oggi domina la volatilità e dopo un avvio il rosso, le azioni Telecom si impennano e vengono anche sospese in eccesso di rialzo, per poi chiudere a +3%.

Tra gli altri titoli italiani, menzione per Camfin che si allinea al nuovo prezzo d'Opa, fissato dalla Consob a 0,83 euro, e cede quasi quattro punti. In netta controtendenza Autogrill, che ha formalizzato la scissione dei duty free: le azioni World Duty Free verranno scambiate in Borsa dal primo ottobre. Fiat chiude invece una giornata negativa; il presidente John Elkann ha spiegato che con l'Ipo di Chrysler cambiano le prospettive e si complica la fusione con il Lingotto.

Sulle questioni italiane aleggia l'incertezza degli Stati Uniti, che si trovano ad affrontare la spinosa questione dello sforamento del tetto all'indebitamento - per risolvere la quale serve un accordo tra Democratici e Repubblicani - e l'avvio del tapering della Fed, già saltato una volta inaspettatamente ma sempre dietro l'angolo. Wall Street, dopo la debolezza di ieri, avvia comunque gli scambi in recupero, sospinta anche da dati macroeconomici positivi su Pil e sussidi di disoccupazione. Il Dow Jones recupera lo 0,3%, lo S&P lo 0,15% e il Nasdaq sale di mezzo punto percentuale. Chiudono contrastati i listini europei, che proseguono la debolezza di ieri pur migliorando leggermente dopo Wall Street: Londra sale dello 0,2%, Francoforte arretra dello 0,1% e Parigi cede lo 0,2%.

A livello macroeconomico si registra anche il miglioramento in settembre del clima di fiducia dei consumatori in Francia: l'indice ha guadagnato un punto, attestandosi a 85 punti nel mese di settembre e centrando le attese del mercato. Buone notizie, sempre Oltralpe, per l'andamento della disoccupazione, che risulta per la prima volta in due anni in calo. In Italia, invece, prosegue il crollo delle vendite al dettaglioche testimonia la lentezza della ripresa: -0,9% a luglio. In Gran Bretagna, invece, il Pil è stato confermato al +0,7% nel secondo trimestre (sul primo), mentre è cresciuto dell'1,3% rispetto a un anno fa.

L'euro chiude in lieve calo a 1,3486 dollari a causa dei positivi dati macro giunti dagli Usa, che favoriscono il biglietto verde. In mattinata, la Borsa di Tokyo è riuscita a invertire la marcia di una seduta partita debole ed ha archiviato la giornata in buon progresso trascinata dal ripiegamento dello yen contro dollaro ed euro. L'indice Nikkei dei titoli guida ha chiuso in rialzo dell'1,22%, il più ampio indice Topix ha guadagnato lo 0,77%.

Debole invece l'oro a New York: mentre in Europa terminano gli scambi, il metallo prezioso arretra dello 0,9% a 1.324 dollari l'oncia. Stabile, infine, il prezzo del petrolio. Il Wti si apprezza dello 0,2% a 102.9 dollari al barile, mentre il Brent sale dello 0,4 verso quota 109 dollari al barile.
(26 settembre 2013)

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