vendredi 27 septembre 2013

Mercados

La politica spinge lo spread a 265
Gli Usa spaventano le Borse europee

Torna a salire il rendimento dei Btp in asta. Negli Stati Uniti, invece, si fatica a trovare un accordo tra Democratici e Repubblicani sul budget 2014 e sull'innalzamento del tetto al debito: serve un'intesa entro il 17 ottobre

di GIULIANO BALESTRERI

MILANO - Gira in rosso Wall Street con l'S&P che cede lo 0,5% e il Dow Jones che - alla chiusura dei mercati europei - perde lo 0,4%, mentre il Nasdaq azzera le perdite, in una seduta condizionata dalle trattative in corso al Congresso americano per scongiurare il default di Washington. In questo contesto a Milano, Piazza Affari chiude in rosso dell'1,27%, Londra ha perso lo 0,85%, mentre Parigi ha chiuso in ribasso frazionale (-0,07%) come Francoforte (-0,05%).

Sul fronte italiano pesa la minaccia del centro destra di lasciare il Parlamento se la giunta per le elezioni decidesse, la prossima settimana, la decadenza di Silvio Berlusconi dopo la sentenza di condanna definitiva. Le tensioni politiche si riflettono soprattutto sul debito pubblico con lo spread - la differenza di rendimento tra Btp e Bund - in rialzo in area 265 punti base e oltre il premio pagato dai bonos spagnoli (i titoli italiani rendono il 4,4%). Sul governo pesa anche il caso Telecom Italia: dopo il passaggio di controllo agli spagnoli di Telefonica, l'esecutivo sta valutando come blindare la rete.

Le tensioni politiche hanno inevitabilmente condizionato l'esito dell'asta Btp in programma: il Tesoro ha, infatti, collocato Btp a dieci anni per 3 miliardi di euro, l'ammontare massimo prefissato. Tuttavia il rendimento medio è salito al 4,50% dal 4,46% del mese scorso, mentre la domanda è calata da 1,52 a 1,38 volte l'offerta. Meglio, invece, l'asta per i titoli a cinque anni: domanda è cresciuta a 1,43 volte l'offerta, mentre il rendimento è fermo al 3,38%.

A livello internazionale, gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti. Da un lato l'incertezza sulle intenzioni dellaFederal Reserve (il calo delle richieste di sussidi alla disoccupazione e il Pil in crescita del 2,5% potrebbe far tornare la voglia di ridurre gli stimoli all'economia), ma soprattutto preoccupano le tensioni sul budget americano con le divisioni tra Repubblicani e Democratici sull'innalzamento del tetto del debito. Senza un'intesa entro il 17 ottobre il governo sarà costretto allo shutdown: lo stop al pagamento di tutti i servizi. L'ultima fermata prima del default. Inoltre i dati sui redditi e sulle spese personali, pur apparsi in leggero rialzo, sono tuttavia stati inferiori alle stime degli analisti, così come l'indice sulla fiducia dei consumatori calcolato dall'Università del Michigan, salito a 77,5 punti a fine settembre dai 76,8 di agosto. Gli analisti avevano previsto un incremento fino a 78 punti.

L'euro chiude in rialzo sopra quota 1,35 con la moneta unica che passa di mano a 1,3542 dollari. Sul fronte europeo si registra la crescita del Pil francese: nel secondo trimestre è salito dello 0,5% a livello congiunturale e dello 0,4% su base annua, uscendo dalla recessione dopo due trimestri. In Italia, invece, la fiducia delle imprese sale ai massimi da un anno.

Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha chiuso l'ultima seduta della settimana in lieve calo sotto un flusso di prese di beneficio scattate sulla scia dei rialzi di giovedì e cedendo lo 0,3%. Ad influenzare la sessione, dopo un'apertura sui livelli della vigilia, è stato il rafforzamento del dollaro nei confronti dello yen e il dato sull'inflazione giapponese in agosto che pur superiore alle stime non ha dato un segnale convincente sul rilancio dell'economia nipponica. A spingere l'aumento dei prezzi al consumo (+0,8% su base annua) è stata soprattutto la componente energetica, al netto della quale si sarebbe verificato un decremento dei prezzi su base annua dello 0,1%. Sul fronte delle materie prime il petrolio è in calo sotto quota 103 dollari al barile, in rialzo l'oro scambiato a 1.337 dollari l'oncia.
(27 settembre 2013)

Aucun commentaire: