lundi 6 mai 2013




Il fondo norvegese del petrolio
fa shopping di immobili

Il principale fondo con lo Stato alle spalle di tutto il mondo - arricchito dai proventi dei giacimenti petroliferi - si dedica all'acquisto di uffici, stabilimenti e grandi magazzini. Piazzata una serie di fiche da ben 6,5 miliardi di dollari


MILANO - Depositi, magazzini e stabilimenti per un valore di 2,4 miliardi di euro. Ma anche uffici statunitensi per altri 600 milioni di dollari, il complesso che fa da quartier generale per il Crédit Suisse a Zurigo e il centro commerciale di Sheffield. Il fondo pensioni norvegese, alimentato grazie ai proventi dell'estrazione petrolifera e più grande a livello globale, ha investito pesantemente nel settore immobiliare, tanto da ingrandire di dieci volte i propri asset nel real estate rispetto a un anno fa, quando muoveva i primi passi nel settore.

Il valore complessivo di questi asset, per il fondo norvegese, ha raggiunto la cifra ragguardevole di 6,5 miliardi di dollari - come riporta il Financial Times in apertura del suo sito -: anche se si tratta solo dello 0,9% degli asset complessivi, che raggiungono la bellezza di 720 miliardi di dollari, è un bel balzo rispetto al 2011. L'obiettivo dichiarato da Yngve Slyngstad, al timone del fondo, è arrivare al 5% degli investimenti nel settore immobiliare. Ovviamente le sue mosse sono studiate molto attentamente dagli osservatori, vista l'importanza del fondo: la sua decisione di rompere l'equilibrio tra bond e azioni (settori nei quali tradizionalmente il fondo investiva) in direzione dell'immobiliare. Lo stesso Slyngstad ha riconosciuto che "l'immobiliare è una complessa asset class. Una delle sfide per il momento è che non c'è più un giro d'affari così elevato come ci si potrebbe aspettare" in questo settore. Ma se la scommessa è stata lanciata proprio dal principale fondo 'statale' mondiale, c'è da credere che non sia stata troppo avventata.
(05 maggio 2013)


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