L'Europa cerca lo scatto per la crescita.
Borse prudenti, sale il Pil del Giappone
Merkel cambia parola d'ordine: dall'austerità si passa alla competitività. Intanto l'economia nipponica raccoglie il dividendo delle politiche aggressive del premier, Abe, e della Banca centrale: il Prodotto interno lordo sale dello 3,5% annuo nell'ultimo trimestre. Listini europei deboli, Wall Street incerta. Lo spread torna sopra 260 punti
di RAFFAELE RICCIARDIIn questo contesto l'Europa è debole e non le viene in soccorso l'incertezza di Wall Street sulla scorta di dati poco confortanti. Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,29% una seduta vissuta a lunghi tratti intorno alla parità, mentre tra i singoli titoli, Bpm è particolarmente colpita dalle vendite dopo il downgrade da parte di Moody's da Baa3 a Ba3: per l'agenzia di rating la Popolare di Milano resta sotto osservazione. Mps non risente delle nuove perquisizioni disposte dalla Procura di Siena, mentre continua il rally di Mediaset, ancora ricoperta di acquisti dopo il balzo di ieri. Nel resto del Vecchio continente Francoforte sale dello 0,09%, Parigi lima uno 0,08% e Londra segna -0,09%. Lo spread - la differenza tra il rendimento di Btp e Bund decennali - torna a salire a quota 264 punti, con una cedola al 3,9% per il titolo italiano.
A pesare sui listini europei sono i dati in arrivo dagli Stati Uniti dove l'inflazione cala dello 0,4%, scendono i nuovi cantieri e, soprattutto, aumentano oltre le attese le domande di sussidio alla disoccupazione salite a 360mila. Sotto le attese anche l'indice sull'attività manifatturiera della Fed di Filadelfia, scso a -5,2 punti. Alla chiusura dei mercati europei Wall Street è incerta con il Dow Jones e l'S&P 500 invariati, mentre il Nasdaq avanza dello 0,3%.
Nel Vecchio continente, a livello macroeconomico migliora il saldo sulla bilancia commerciale italiana nonostante il calo degli scambi. Bene anche il saldo dell'Eurozona, con un surplus di 22,9 miliardi. Sempre nella zona della moneta unica, ad aprile si è confermato un tasso d'inflazione dell'1,2%, in netto calo rispetto al 2,6% di un anno prima. L'euro chiude in rialzo a 1,2917 dollari in scia ai dati macro giunti dagli Usa, che penalizzano il biglietto verde, in calo anche sullo yen a 101,98. Stabile il cambio euro/yen, a quota 131,70.
In Giappone intanto, la cosiddetta "Abenomics" inizia infatti a dare i suoi frutti. La politica aggressiva da parte del premier nipponico Shinzo Abe, con il supporto monetario della Bank of Japan, porta il Prodotto interno lordo del Paese asiatico a una secca accelerazione: nel primo trimestre è salito dello 0,9% dopo la crescita dello 0,3% registrata nel trimestre precedente (dati rivisti). Nei tre mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, la crescita è stata pari al 3,5 per cento. Tra le principali ragioni di questa ripresa ci sono i maggiori consumi privati, l'aumentata spesa pubblica e l'andamento delle esportazioni. Determinante, in questo senso, l'indebolimento dello yen determinato dalle mosse della BoJ.
Nonostante questi dati positivi, uniti al rialzo della produzione industriale al +0,9% di marzo, sulla Borsa di Tokyo hanno prevalso le prese di profitto dopo i guadagni degli ultimi tempi, che hanno portato i listini al top dal 2008. Un recupero nel finale di seduta ha portato il Nikkei a limare parte delle perdite, ma il saldo di giornata resta comunque negativo: -0,39%. L'oro prosegue sulla debolezza degli ultimi giorni: quello spot passa di mano a 1.385 dollari circa. Lieve rialzo per il petrolio, che passa sopra quota 95 dollari con la qualità Wti.
(16 maggio 2013)
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