lundi 20 mai 2013


Lavoro, 9 milioni persone in difficoltà.
Camusso: "No alla politica degli annunci"

Secondo i risultati di un'indagine Ires-Cgil "l'area della sofferenza e quella del disagio contavano nel quarto trimestre 2012 circa 8 milioni e 750 mila persone in età da lavoro: solo negli ultimi 12 mesi hanno registrato insieme un incremento del 10,3%". Rispetto al pre-crisi +2,8 milioni di persone


MILANO - Il lavoro è in cima all'agenda di governo e i dati calcolati dalla Cgil testimoniano quanto sia un problema crescente per la popolazione italiana. Ma proprio per questo disagio dilagante, ammonisce il leader del sindacato Susanna Camusso, bisogna accantonare la "politica degli annunci" e passare all'azione concreta.

Cresce la 'difficoltà nel lavoro'. Secondo i calcoli dell'Ires-Cgil il problema occupazionale riguarda ormai quasi nove milioni di persone. Nell'ultimo trimestre 2012 - infatti - l'area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e in cig) interessava 4,57 milioni di persone (+16,6%) mentre quella del disagio (precari e part time involontario) superava 4,17 milioni.

Nel quarto trimestre 2012 - dice il presidente dell'Associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni - l'area della sofferenza e quella del disagio occupazionale nel complesso sommano 8 milioni e 750.000 persone in età da lavoro (+10,3% sullo stesso periodo del 2011 con 818.000 persone in più in difficoltà). Rispetto all'ultimo trimestre del 2007, sottolinea lo studio Ires sulla base di dati Istat, l'area è cresciuta di 2,8 milioni di persone con un 47,4% in più.

Sofferenza: +70% rispetto al pre-crisi. L'area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e cassa integrati) aumenta di 650.000 unità, (+16,6%) arrivando a quota 4 milioni 570 mila persone. L'aumento rispetto al periodo pre crisi (ultimo trimestre 2007) è di 1,9 milioni di persone (+70,1%). L'area del disagio (precari e part time involontario) pari nell'ultimo trimestre 2012 a 4 milioni e 175 mila unità aumenta del 4,2% (+168.000 persone) e del 28,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007 (+927.000 unità).

Al Sud i problemi maggiori. Il tasso di disoccupazione cresce su tutte e tre le ripartizioni territoriali ma nel Mezzogiorno la dinamica è più marcata e il tasso si attesta al 18.3% (dal 14,9% di un anno prima). Aumenta anche la disoccupazione tra i lavoratori stranieri e raggiunge il 15.4%. Aumenta poi la disoccupazione giovanile (15-24 anni con tassi che al Sud superano il 46% per gli uomini e il 56,1% per le donne) e la disoccupazione di lunga durata (raggiunge ormai il 54.8% del totale a fronte del 50,6% nel quarto trimestre 2011).

Il tasso di disoccupazione non basta. Nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, il tasso di disoccupazione "non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare" soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva. Le forze lavoro "potenziali" ovvero coloro che non cercano lavoro ma sono disponibili oppure lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell'ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone (il 12,5% in rapporto alla forza), "un primato europeo", sottolinea la Cgil.

Camusso a Giovannini: "No annunci". Non si può fare una politica degli annunci, "bisogna invece ordinatamente risolvere i problemi che abbiamo" (VIDEO). Così il segretario generale della Cgil, Camusso, ha rimarcato le istanze del sindacato in vista dell'incontro convocato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, mercoledì. "Incontro al quale parteciperemo e che avrà il fine di monitorare il punto in cui siamo e di provare a costruire un'agenda dei problemi che bisogna affrontare", ha detto Camusso, problemi che "sono molti e sono molto sovrapposti". In un'intervista a Repubblica in edicola, Camusso ha insistito sulla necessità di arginare il concetto "che si possa far lavorare le persone gratis". Basta con "gli stage che si susseguono uno dopo l'altro", l'invito: "I contratti formativi devono avere come obiettivo la stabilizzazione del rapporto di lavoro".
(20 maggio 2013)


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