vendredi 25 janvier 2013


Fmi, Italia avanti con le riforme
In cinque anni garantiscono +5% di Pil

In un "working paper" del Fondo Monetario Internazionale la richiesta di abbattere i costi del mercato del lavoro e aumentare la flessibilità interna. Con questi interventi e colmando il gap in tema di liberalizzazioni l'economia crescerebbe di oltre cinque punti nel 2015. Criticità nella riforma Fornero: lascia contratti atipici

MILANO - Liberalizzazioni e mercato del lavoro. Sono questi i cardini della ricetta della principale istituzione finanziaria internazionale per risollevare le sorti dell'economia italiana. Secondo un "working paper" del Fondo Monetario Internazionale, le riforme strutturali adottate dall'Italia con le liberalizzazioni "vanno nella giusta direzione", ma "una pronta e coerente attuazione è importante". Se l'Italia riuscisse a dimezzare il gap con il resto dell'Eurozona nelle liberalizzazioni e nel mercato del lavoro, sostiene il Fmi, il Pil potrebbe aumentare di 5,7 punti in cinque anni. Secondo l'istituto di Washington le riforme "devono puntare ad abbassare i costi di aggiustamento del mercato del lavoro" e a "introdurre maggiore flessibilità interna".

La recente riforma del mercato del lavoro promuove contratti di apprendistato ma lascia una serie di contratti atipici, prosegue il documento del Fmi. Gli economisti sottolineano che un'altra delle criticità che dovrebbe essere affrontata è il legame fra la crescita dei salari e quella della produttività, che non procede di pari passo e che ha creato un aumento dei costi del lavoro nel settore manifatturiero italiano dal 2000, erodendone la competitività. "In questo contesto l'accordo fra le parti sociali del giugno 2011 e il pacchetto fiscale dell'agosto 2011 sono delle misure apprezzabili" aggiunge il Fondo.

"Ci sono varie opzioni per poter rafforzare ulteriormente il mercato del lavoro", è il rilievo del Fmi. Per colmare il gap fra lavoratori permanenti e quelli a tempo, potrebbero essere considerati contratti più flessibili per i nuovi assunti che prevedano un aumento graduale delle tutele. Questo incoraggerebbe le assunzioni riducendo i costi per i nuovi assunti e aumentando la concorrenza sul mercato del lavoro. Per migliorare il rapporto fra salari e produttività, gli accordi raggiunti dovrebbero essere resi più operativi. Inoltre di più dovrebbe essere fatto per aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, che è una delle più basse fra i paesi dell'area Ocse".
(25 gennaio 2013)


Aucun commentaire: