mercredi 9 janvier 2013





Piazza Affari vola ai massimi dal 2011
L'effetto trimestrali spinge le Borse

Alcoa inaugura la stagione dei conti aziendali e restituisce fiducia ai mercati dell'Asia e - in parte - del Vecchio continente. Brilla ancora Milano, migliore nell'Ue con il +2,2% oltre quota 17mila punti. Sugli scudi banche e tlc, Londra al top dal maggio 2008. Euro stabile, spread a quota 279 punti. Monti: "Finita l'emergenza europea, non quella economica"

MILANO - Effetto trimestrali sulle Borse del Vecchio continente. Dopo il sospiro di sollievo per aver scongiurato il fiscal cliff negli Usa (le tensioni, a livello americano, si spostano ora sul livello del debito) e il via libera a Basilea 3 (con un'applicazione graduale delle norme in termini di copertura per le banche europee), i listini brindano al via della stagione delle trimestrali inaugurata negli Stati Uniti da Alcoa: il primo produttore americano di acciaio ha registrato ricavi più alti delle stime a 5,9 miliardi di dollari e utili per 242 milioni (rosso di 191 un anno fa). E il sentiment delle aziende potrebbe condizionare le mosse della Banca centrale europea che si riunirà domani: all'ordine del giorno la tematica della crescita in Europa. Lo stesso ex presidente del Consiglio, Mario Monti, ha sottolineato che "è finita l'emergenza finanziaria, ma non quella economica".

In questo contesto a Milano Piazza Affari ha chiuso in in rialzo del 2,2% ai massimi dal 1° agosto 2011, quando la crisi del debito sovrano era agli albori, oltre la soglia di 17.300 punti. Tra i singoli titoli milanesi in evidenza Telecom Italia, che ha strappato un guadagno vicino al 9% sulle voci di un progetto di creazione di un rete tlc europea che coinvolgerebbe tutti i big del settore. Bene - ancora una volta - l'intero comparto creditizio, con Unicredit, Mediolanum e la Bper in cima al listino, trainato dal calo dello spread e dalla graduale introduzione di Basilea 3. Sugli scudi anche Finmeccanica, che ha fatto segnare un rally di oltre sei punti spinta dall'indiscrezioni sul dossier Ansaldo: le offerte per il 100% sono attese entro il 23 gennaio. Lo spread tra Btp e Bund decennali chiude stabile a quota 279 punti, con il titolo italiano che rende meno del 4,3%.

Negli Stati Uniti  le richieste di mutui sono salite dell'11,7% nel corso dell'ultima settimana a quota 726,4 punti; il dato segue tre settimane consecutive di cali. Acquisti a Wall Street: il Dow Jones e il Nasdaq si muovono in rialzo dello 0,46%, l'S&P recupera lo 0,27%.

Il buon andamento degli scambi negli Usa inietta benzina nei listini del Vecchio continente: Londra chiude in rialzo dello 0,7%, ai massimi dal maggio 2008, Francoforte e Parigi dello 0,3%. Il comparto delle tlc è stato il più dinamico. Sulla Germania hanno per lunghi tratti pesato i dati sulla produzione industriale, cresciuta meno delle attese (+0,2% anziché +0,9%), e il collocamento di 4,1 miliardi di euro di titoli del debito pubblico con scadenza quinquennale, a un tasso dello 0,5%, in rialzo rispetto allo 0,41% del novembre scorso. Indicazioni positive sono arrivate dall'istituto di ricerca Diw, che per il 2013 prevede un'espansione del pil tedesco dello 0,9% e del 2% per il prossimo anno. Sul fronte dei cambi l'euro è pari a 1,3045 dollari (1,3057 ieri) e a 114,75 yen (113,71). Il dollaro scambia a 87,97 nei confronti dello yen.

A livello macroeconomico spicca il dato Ocse sull'inflazione per il mese di novembre. Secondo l'organizzazione parigina l'indice dei prezzi al consumo è sceso all'1,9% contro il 2,2% di ottobre, per il rallentamento delle tensioni nel comparto dell'energia. Per l'Italia, l'Ocse indica un tasso tendenziale del 2,5%.

La Borsa di Tokyo si risolleva dalle perdite iniziali e termina gli scambi in progresso dello 0,67%, in scia alla frenata delle yen, soprattutto verso il dollaro. L'indice Nikkei, sostenuto dall'acquisto dei titoli delle principali società legate all'export, sale di 70,51 punti e si attesta a quota 10.578,57. Alla nota positiva finale ha contribuito anche l'annuncio che il governo intende stanziare 1,6 miliardi di euro per il bilancio della difesa (di cui ha beneficiato i giganti del settore come mhi e ihi, finiti in rialzo rispettivamente del 4,98 e del 6,49%).

Sul fronte delle materie prime, scende di un frazionale 0,09% il prezzo del petrolio Wti: il future febbraio si attesta ora a 93,09 dollari al barile. L'oro cede invece lo 0,25% a 1.658,1 dollari.

 
(09 gennaio 2013)

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