lundi 7 janvier 2013

L'effetto Basilea galvanizza le banche
Mps in rally, Unicredit rivede i 4 euro

Dopo il calo dello spread della scorsa settimana, ci pensa l'accordo dei regolatori di Basilea sull'introduzione soft dei requisiti patrimoniali e di liquidità a far scattare gli acquisti sul comparto finanziario. I titoli degli istituti di credito premiati dagli acquisti. Mps chiude vicina al +7%, Unicredit ritraccia fino al +1,8% dopo aver superato la soglia di 4 euro

MILANO - Ancora una chiusura col botto e con scambi da capogiro per il Monte dei Paschi di Siena. Le azioni, che nelle ultime due sedute hanno guadagnato quasi il 20%, alla chiusura di oggi hanno aggiunto un ulteriore 6,89% di valore, riagguantando quota 28 centesimi, Incredibili gli scambi che hanno sfiorato il 10% del capitale (ovvero 1,16 miliardi di pezzi), contro il 7% di venerdì scorso. In generale la giornata è stata positiva per i titoli bancari, che hanno a lungo guidato il listino principale milanese per poi affievolire leggermente le performance. Con un Ftse Mib in terreno leggermente negativo, l'indice settoriale della finanza ha guadagnato l'1,3%, quello delle banche quasi due punti percentuali.

A muovere l'attenzione degli investitori nei confronti degli istituti italiani è il doppio effetto derivante dal calo del differenziale di rendimento tra Btp e Bund italiani e dall'ok dei Governatori del Comitato di vigilanza bancaria di Basilea a introdurre gli standard di liquidità (Lcr) previsti da Basilea 3 con un meccanismo scaglionato nel tempo. Già durante la scorsa settimana il rilassamento sul versante obbligazionario aveva messo le ali al Monte dei Paschi. In pancia all'istituto di Rocca Salimbeni ci sono circa 25 miliardi di Btp con durata media di nove anni, il cui valore è salito sui massimi dalla fine del 2010. Attualmente lo spread, nonostante un leggero rialzo, tratta sotto quota 280 punti. I volumi di scambi per i titoli Mps sono molto robusti, segno che sono continuate le ricoperture: sono già passati di mano 382 milioni di pezzi, più del doppio della media di un'intera seduta negli ultimi trenta giorni.

La banca guidata da un anno da Fabrizio Viola ha ottenuto, come uno degli ultimi atti del governo Monti, l'ok alla possibilità di sottoscrivere fino a 4,5 miliardi (ma la richiesta si limiterà a 3,9 miliardi) di cosiddetti Monti-bond, che serviranno in parte a rimborsare i precedenti Tremonti-bond e in parte a colmare il gap patrimoniale indicato dall'Autorità bancaria europea (Eba). Il meccanismo permette di rimborsare le cedole su questi titoli con nuovi titoli, in presenza di determinati parametri come la chiusura di bilancio in rosso, anche se è formalmente aperta la via che porterebbe il Tesoro a detenere azioni Mps, indicata dalla Bce come preferenziale. Sul punto, però, Viola ha specificato in un'intervista al Messaggero che la banca deve "ricreare le condizioni di redditività tali da consentire un pagamento cash delle cedole".

Quanto alle norme di Basilea, domenica i governatori hanno deciso che i nuovi criteri sulla liquidità delle banche scatteranno a gennaio 2015, ma entreranno in vigore gradualmente entro gennaio 2019 (leggi l'analisi sui nuovi requisiti). Secondo alcuni analisti questo dato è positivo soprattutto per le banche del Nord Europa, mentre le italiane hanno già raggiunto o sono comunque vicine agli standard di liquidità. In particolare Intesa Sanpaolo, Ubi e Banco Popolare hanno già dichiarato di avere un liquidità sopra il 100%. L'indice Eurostoxx del settore bancario sale di oltre due punti percentuali.

Tornando a Piazza Affari, tra le altre si è distinta Unicredit, che dopo aver superato un balzo del 4% a inizio giornata ha poi chiuso sotto il +2%. Per alcuni tratti il titolo di Piazza Cordusio ha superato i 4 euro di valore, quota abbandonata alla fine dello scorso marzo. Quattro euro corrisponde però, all'incirca, ai prezzi toccati dalle azioni ordinarie nel marzo 2009, quando si era nel pieno della prima fase della crisi finanziaria, intensificatasi dopo il fallimento di Lehman Brothers. Unicredit ha poi accorpato le azioni in ragione di un nuovo titolo ogni dieci vecchi in occasione dell'ultimo aumento di capitale, varato a inizio 2012. Piazza Cordusio ha intanto lanciato un covered bond a sette anni che ha raccolto manifestazione di interesse per oltre 6 miliardi di euro per un importo dell'operazione fissato a un miliardo. Lo spread è stato ridotto a 150 punti base sul midswap rispetto alla gamma iniziale indicata a 160-165.

 
(07 gennaio 2013)

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