lundi 17 décembre 2012

La visión está sostenida en la generación de soluciones inteligentes.

Napolitano: "Fine anticipata legislatura
mi ha rammaricato e preoccupato"

Nel discorso in occasione degli auguri di fine anno alle alte cariche dello Stato, il presidente lancia pesanti rimproveri alle forze politiche: "Imperdonabilmente grave fallire la prova della riforma elettorale"

ROMA - Anche se si va verso lo scioglimento delle Camere "con una lieve anticipazione rispetto alla scadenza naturale", "brusca è stata di certo l'accelerazione impressa" dall'annuncio delle dimissioni del premier Monti. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia per lo scambio degli auguri con le alte cariche dello Stato al Quirinale.

L'incarico al prossimo premier. "Avevo rivolto un invito ad una costruttiva conclusione della legislatura nella convinzione del grande e decisivo valore per l'Italia della continuità e stabilità, spesso trascurato in storia repubblicana", ha detto ancora il capo dello Stato, sottolineando come la conclusione "non piena in extremis" della legislatura ha suscitato "rammarico e preoccupazione per il suo brusco esito finale". Inoltre, altra conseguenza delle dimissioni del governo Monti, ha osservato il presidente, è che "mio malgrado toccherà a me dare l'incarico al nuovo governo".

Guai a bruciare recupero di fiducia. "Stiamo passando un guado molto faticoso, per portare l'Italia fuori dal pantano di un soffocante indebitamento pubblico, per giungere a porre lo sviluppo del Paese su fondamenta più solide, in tutti i sensi, più equilibrate, per guadagnare in dinamismo e coesione", ha ricordato Napolitano. Secondo il presidente "i giudizi per i risultati ottenuti" dal governo Monti "possono divergere ed è possibile che si facciano più divergenti nel fuoco della battaglia elettorale" e proprio per questo "voglio mettere in guardia perché in quel fuoco polemico non si bruci il recupero di fiducia nell'Italia che si è manifestato nella comunità internazionale e nei mercati". "Attenzione - ha avvertito ancora - è in gioco il Paese, il nostro comune futuro e non solo un fascio di voti per questo o quel partito".

Il cammino in Europa. E il futuro per il Quirinale non può che essere nel segno dell'Europa. In vista delle elezioni "a ogni forza politica spetterà il dovere della proposta e l'onere di provarne la sostenibilità, ma non mi pare eccessivo dire che se su molti temi importanti resta intatta la competizione e la distinzione, per la posizione dell'Italia in Europa il cammino è segnato e definito", ovvero quello di "un'Europa che avanza verso una piena integrazione economica e politica".

Una legislatura perduta. Napolitano ha espresso quindi tutto il suo rammarico per il fallimento del cambio di sistema elettorale. E' stato "imperdonabilmente grave fallire la prova della riforma elettorale del 2005", ha accusato. Più in generale secondo Napolitano da un punto di vista delle riforme quella che si avvia a conclusione è stata "una legislatura perduta", in cui "anche modeste iniziative mirate sono naufragate". "Avviandosi e consolidandosi un clima più disteso nei rapporti politici speravo in un sussulto di operosità riformatrice del modo di essere dei partiti, del loro rapporto con i cittadini  - ha ricordatoil capo dello Stato - ma sono state aspettative troppo fiduciose o avanzate, contro le quali si è fatto sentire tutto il peso di resistenze e antichi ostacoli radicati". Questa incapacità della politica di riformarsi, ha aggiunto Napolitano, ha fomentato "il corso limaccioso dell'antipolitica e del qualunquismo istituzionale", aggravato dagli "indegni abusi di denaro pubblico" perpetrati "da eletti nei consigli regionali".

I compiti per il futuro. Nella legislatura che verrà, ha ammonito ancora, "serve una nuova stagione di rigore e un nuovo slancio di laboriosità e unità, serve un lavoro di lunga lena" e i "prossimi 5 anni sono un tempo congruo per il cambiamento e le riforme che servono all'Italia". Tra le molte cose da riformare, Napolitano ha citato in particolare il sistema carcerario.  Ci sono "opposizioni e ripensamenti" che rimettono "in forse la legge approvata dalla Camera sulle pene alternative" al carcere e "sta per scadere tempo utile per approvarla al Senato", ha avvertito. "Con quale senso di responsabilità e umanità ci si può sottrarre a un minimo sforzo", si è chiesto il capo dello Stato, per affrontare la "vergognosa realtà carceraria che macchia l'Italia".

La difesa della Consulta. Dopo le accese polemiche dei giorni scorsi per l'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, Napolitano nel suo messaggio ha citato anche il rapporto con la magistratura. "Ai magistrati di tutta Italia, da Palermo alla grandi città del Nord, diciamo: andate avanti e fino in fondo con professionalità e rigore, con rispetto delle competenze e dell'equilibrio dei poteri. Siamo così limpidamente al vostro fianco". Dal presidente è arrivata poi anche una stoccata per chi, come Silvio Berlusconi e il pm Ingroia, nei giorni scorsi ha criticato la Consulta. "Al vertice delle istituzioni di garanzia c'è la Corte costituzionale - ha sottolineato - la cui composizione è stata voluta proprio a suggello della sua irriducibile indipendenza da ogni parte politica". Per questo le alte cariche dello Stato devono "esigere assoluto rispetto per l'istituzione, la sua storia, i suoi giudici, devoti all'altissimo ruolo della Corte".
 
(17 dicembre 2012)

Aucun commentaire: