Standard&Poor's, taglia il giudizio
L'Italia a un passo dalla "spazzatura"
L'agenzia Usa che esprime i giudizi sul merito di credito di Paesi e aziende ha abbassato la sua opinione sull'Italia. Ora il BelPaese è a un passo dal gradino definito "junk" (spazzatura), che equivale a un consiglio di non investire nei suoi titoli di debito. Bilancio a rischio, senza Imu e aumento dell'Iva. Letta situazione complessa
"La situazione rimane complessa, l'Italia col debito così alto rimane un sorvegliato speciale", ha commentato a caldo il presidente del Consiglio Enrico Letta durante la puntata di Ballarò che andrà in onda questa sera.
A far cambiare idea a Standard&Poor's sono le prospettive dell'Italia, in quanto l'economia quest'anno si contrarrà dell'1,9%. S&P prevede un debito al 129% del Pil alla fine del 2013. L'outlook negativo assegnato all'Italia da Standard & Poor's "indica che c'è almeno una chance su tre che il rating possa essere ridotto ancora nel 2013 o nel 2014". Per l'anno in corso "gli obiettivi di bilancio sono potenzialmente a rischio per il differente approccio nella coalizione di governo" per coprire un disavanzo "fruttodella sospensione dell'Imu e del possibile ritardo del pianificato aumento dell'Iva".
I dati sulla ripresa non sono incoraggianti. "L'azione di rating - spiega S&P - riflette la nostra visione di un ulteriore peggioramento dell'economia in Italia con le prospettive di crescita reale dell'ultimo decennio di meno dello 0,04% di media".
Dura la reazione del Tesoro, secondo il quale, la scelta dell'agenzia Standard & Poor's di abbassare il rating dell'Italia è una scelta già superata dai fatti, ha uno sguardo retrospettivo e non tiene conto delle misure più recenti prese dal governo. Il verdetto tra le due opinioni arriverà domani dal mercato: se lo spread salirà avrà ragione S&P, diversamente l'ago della bilancia penderà dalla parte del Tesoro.
(09 luglio 2013)
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