lundi 29 juillet 2013

Mercados


L'economia cinese rallenta i mercati.
Cedola sotto l'1% per i Bot a sei mesi

La Corte dei Conti di Pechino avvierà una verifica sul debito pubblico. In settimana attesa per la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, e i dati sulla disoccupazione negli Usa. Lo spread supera 275 punti nonostante il buon collocamento del Tesoro, Milano chiude a -0,9% in attesa della Cassazione su Berlusconi

di GIULIANO BALESTRERI


MILANO
 - La Cina spaventa l'Asia e frena le Borse europee in attesa della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, e dei dati sull'occupazione Usa. Ieri è, infatti, arrivato l'annuncio che Pechino avvierà una verifica "urgente" del proprio debito pubblico: "Conformemente ad una domanda dei giorni scorsi del Consiglio di Stato, la Corte dei Conti - si legge sul sito dell'organismo - organizzerà in tutto il Paese una verifica del debito pubblico". Il livello di indebitamento della Cina, alla luce del rallentamento della crescita, è considerato proprio come una delle principali minacce per l'economia del Paese. Secondo il Fmi il debito è salito al 45% del Pil, un livello sostenibile secondo il governo centrale che vorrebbe un modello di crescita basato sulla domanda interna.

A livello macroeconomico si guarda, poi, verso gli Stati Uniti: l'indice pmi, calcolato dalla Fed di Chicago, sale a 96 punti a giugno da 95,6 punti a maggio (dato rivisto dall'iniziale 95,8 punti). I compromessi per l'acquisto di case sono scesi dello 0,4% a 110,9 punti nel mese di giugno, ma la variazione su base annua registra un +10,9%. La vera attesa, però, è per la riunione delFomc - mercoledì - che dovrebbe fare chiarezza sulle intezioni della Fed in politica monetaria. Non ci sono dubbi sulla volontà di proseguire su una strada accomodante, ma potrebbero presto essere tagliati gli aiuti da 85 miliardi al mese sotto forma di acquisto di bond. Anche la Bce, tra l'altro, potrebbe presto iniziare a pubblicare i verbali delle sue riunioni proprio come avviene negli States. Prima della fine della settimana, poi, verranno comunicati i dati relativi alla disoccupazione americana di luglio.

L'Italia, intanto, registra due notizie positive. Da una parte si confermano i timidi segnali di ripresa economica, con il miglioramento della fiducia delle imprese e attese positive per la produzione di luglio. D'altra parte, il Tesoro riscontra la rinnovata fiducia degli investitori con un'asta di Bot a sei mesi: collocati tutti gli 8,5 miliardi di titoli con rendimenti in calo dall'1,052% di giugno allo 0,799% (minimo da maggio). Positiva la domanda: sale da 1,36 l'offerta di giugno a 1,47 volte.

Nonostante ciò, a Milano Piazza Affari chiude in rosso dello 0,89%, scontando l'attesa della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi che potrebbe alterare i fragili equilibri politici. Alla vigilia non si muove di molto Mediaset, che in compenso sigla un'intesa con Sky per trasmettere Fox Sport. Tra i singoli titoli, tiene alle vendite Ansaldo Sts: la controllata di Finmeccanica si è aggiudicata una maxi-commessa in Arabia Saudita insieme a Salini-Impregilo. Sull'andamento del Ftse Mib pesa comunque l'andamento negativo delle banche, in particolare delle popolari, unito a quello degli energetici. In evidenza Fiat, scivola inveceMps sulle indiscrezioni per le quali Bruxelles vorrebbe un piano più aggressivo di taglio dei costi per dare l'ok ai Monti bond. Gli altri listini europei non si curano particolarmente dei timori di Tokyo e si mantengono in rialzo, pur limando gran parte dei guadagni con l'apertura in rosso di Wall Street: Londra chiude a +0,08%, Francoforte guadagna lo 0,17% e Parigi è di fatto invariata. La Borsa newyorkese ha avviato la settimana in calo: mentre in Europa finiscono le contrattazioni, il Dow Jones lascia sul terreno lo 0,4%, in linea con il Nasdaq, mentre l'S&P 500 arretra dello 0,3%.

Lo spread, la differenza di rendimento tra Btp e Bund, risale oltre quota 275 punti base: alla chiusura degli scambi azionari la cedola del decennale italiano sul mercato secondario supera il 4,4%. Poco mosso l'euro, che chiude stabile a 1,3254 dollari e 129,83 yen al termine di una seduta povera di spunti.

Crollo, come detto, in mattinata di Tokyo che ha chiuso la seduta in ribasso del 3,3% appesantita da un recupero dello yen nei confronti del dollaro. L'indice Nikkei che aveva già chiuso in calo del 2,97% venerdì scorso, ha ceduto altri 468,85 punti scendendo sotto la soglia psicologica dei 14mila punti, ai minimi da oltre un mese. Il dollaro, al momento della chiusura dei mercati, veniva scambiato intorno ai 97,90 yen e l'euro sui 129,95, livelli nettamente più bassi rispetto ai primi scambi della mattina: un calo che ha spinto le vendite dei titoli più esposti all'export.

Sul fronte delle materie prime, il contratto del petrolio Wti su stabilizza a 104,55 dollari alla chiusura dei mercati europei. Leggero apprezzamento per l'oro spot, che recupera quota 1.330 dollari all'oncia.

(29 luglio 2013)

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