mercredi 10 juillet 2013

Italia pasa la prueba


L'Italia passa la prova dei mercati dopo S&P.
Fa il pieno nell'asta di Bot, il tasso sopra l'1%

Dopo il declassamento da parte dell'agenzia di rating, duramente contestato dal ministero delle Finanze, il Tesoro colloca 7 miliardi di titoli annuali e altri 2,5 in scadenza a dicembre. Domanda sostenuta, il rendimento sui 12 mesi all'1,078% come ci si attendeva. Borse deboli in attesa delle mosse della Fed e della Boj, lo spread in area 280 punti. Milano cede alla fine lo 0,7%

di RAFFAELE RICCIARDI
L'Italia passa la prova dei mercati dopo S&P. Fa il pieno nell'asta di Bot, il tasso sopra l'1%
MILANO - L'Italia declassata da Standard&Poor's non esce dalla prova del fuoco dei mercati internazionali con le ossa rotte. Il Tesoro ha infatti collocato 9,5 miliardi di Bot, di cui 7 miliardi con scadenza annuale e 2,5 con scadenza a dicembre 2013, con un atteso rialzo dei tassi ma con domanda sostenuta. Per l'annuale il rendimento è salito sopra l'1%, a 1,078%, rispetto allo 0,96% dell'asta precedente. Il rendimento di Bot con scadenza dicembre 2013 si è attestato invece allo 0,599%. La domanda ha raggiunto 1,56 volte l'offerta per gli annuali (in crescita dall'1,49 della scorsa asta) e 1,81 volte l'offerta per gli altri.

Si confermano quindi le attese degli operatori, che confidavano in una domanda sostenuta dalla garanzia diMario Draghi e della Bce di tenere i tassi bassi ancora a lungo. "Tutto sommato l'asta è andata bene", commenta a caldo il presidente di Assiom Forex,Giuseppe Attanà. "Il mercato ha forse approfittato della riduzione del giudizio sull'Italia a BBB deciso da S&P per spuntare qualche centesimo di rendimento in più, ma questo ha permesso di sostenere la domanda". Di fronte a prospettive di tassi Bce 
ai minimi storici ancora a lungo, in pratica, "gli investitori vedono queste aste a breve termine, molto liquide e con rendimenti interessanti, come delle vere occasioni". Quanto al taglio del rating, "è fastidioso ma non stravolge nulla: preoccupano più l'outlook negativo, che include la possibilità di un nuovo taglio nel breve termine, e i tagli che seguiranno a ruota sulle principali banche del Paese". Per Attanà esprime cioè un giudizio di "scarsa fiducia" politica nel governo e di "sentiment" negativo verso il Paese. Quanto al futuro, "senza dubbio la svolta sui mercati arriverà dopo le elezioni tedesche di settembre: sono il passaggio fondamentale per capire se l'Europa andrà davvero verso una piena Unione politica, quello che vogliono gli investitori".

Lo spread, la differenza offerta da Btp e Bund decennali, si è inizialmente allargato di una decina di punti base, vicino alla cosiddetta "soglia Monti" di 287 punti, per poi tornare in area 280 punti e stabilizzarsi su un rendimento del 4,4% sul mercato secondario. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha parlato delle mosse di S&P come "decisioni che possono destabilizzare". Dalla Ue si declinano i commenti, ma si ricorda che l'Italia "ha fatto tanto negli ultimi due anni per ristabilire la credibilità". Il tutto mentre la Commissione europea presenta il nuovo meccanismo di risoluzione che regola la ristrutturazione o il "fallimento ordinato" delle banche Ue.

Dopo il collocamento non si registrano scossoni neppure sui listini azionari Ue, che chiudono deboli dopo un avvio di settimana in recupero. Piazza Affari termina le contrattazioni in ribasso dello 0,72%, senza il tracollo che alcuni temevano. Contrastate le banche, nel giorno dell'assemblea dell'Abi, con le popolari spinte dall'invito del governatore Ignazio Visco a trasformarsi in spa; secondo i dati di via Nazionale la stretta al credito è proseguita a maggio e l'alert sulle sofferenze resta elevato. Mentre Fiat viene ancora premiata dagli acquisti, le vendite colpiscono Generali, che ha collocato l'1% del capitale in azioni proprie a 13,95 euro per azione per un totale di 216,7 milioni di euro. E' iniziata intanto l'asta per l'inoptato di Rcs, che chiude in netto calo tra scambi nella norma. Le altre Borse Ue chiudono deboli dopo l'avvio positivo: Francoforte cede lo 0,11%, Parigi lima uno 0,08% e Londra segna un -0,12%. Contrastata Wall Street, con il Dow Jones e l'S&P 500 in calo dello 0,1% e il Nasdaq in rialzo dello 0,1%.

I mercati americani aspettano la Federal Reserve: questa sera verranno pubblicati i verbali del Fomc, il braccio operativo della Banca centrale guidata da Ben Bernanke, dai quali emergerà con più chiarezza come è maturata la decisione di annunciare il graduale affievolimento del programma d'acquisto di bond da 85 miliardi di dollari al mese. Lo stesso Bernanke terrà un discorso per i 100 anni della Banca centrale.

Fuori dal bacino europeo, a tenere banco sono stati i "soliti noti": la Cina e le mosse delle Banche centrali. Da Pechino - dopo il buon dato sull'inflazione giunto ieri - sono arrivate nuove indicazioni preoccupanti sul ritmo di crescita del colosso asiatico. Tanto le esportazioni che le importazioni sono infatti diminuite inaspettatamente a giugno, rispettivamente del 3,1% e dello 0,7% su base annua: l'export ha registrato un valore totale di 174,32 miliardi di dollari e il surplus ha deluso le attese a 27,1 miliardi. Non a caso questo affanno nella seconda economia mondiale ha portato il Fmi a ridurre le previsioni sulla crescita globale.

Sempre a Est, l'attenzione si concentra sulla Bank of Japan (BoJ), che si riunirà per due giorni per fare il punto sull'andamento economico e la politica di sostegno. Da parte degli analisti - dopo i segnali macroeconomici incoraggianti che mostrano l'economia nipponica in ripresa - non si attendono ulteriori stimoli. Attesi, però, gli aggiornamenti sui target del Paese: il premier Shinzo Abe, che ha approvato un pacchetto da 103 miliardi di dollari a inizio anno, punta a un'inflazione del 2%. Nel frattempo è scesa la fiducia dii consumatori nipponici, ma si tratta di un contraccolpo in parte atteso. La Borsa di Tokyo, dopo i recenti guadagni, ha limato lo 0,39% girando in calo soprattutto dopo i dati sulla Cina.

A livello macroeconomico, la Germania ha confermato una crescita annuale dei prezzi dell'1,8% a giugno. In Francia, la produzione industriale a maggio è scesa dello 0,4% e si attende ora la stessa rilevazione da parte dell'Istat. Negli Usa, le richieste di mutui nell'ultima settimana al 5 luglio sono calate del 4%, mentre non si registrano trimestrali di rilievo in arrivo. La stagione dei conti è comunque partita positivamente e - nonostante alcuni singoli casi che verranno penalizzati dalla relativa forza del dollaro, come sottolineaBloomberg riferendosi ad Apple P&G - gli utili delle corporate americane sono attesi in crescita. L'eurochiude in rialzo a 18,61 dollari.

Prosegue intanto la corsa dei prezzi del petrolio, recentemente innescata dal caos politico in Egitto e spinto oggi dalle stime Opec di un rialzo della domanda: il barile Wti si porta a 105,16 dollari, il Brent si attesta sopra 108 dollari. Alla chiusura degli scambi europei l'oro è in risalita, dopo i cali in Asia: si porta verso 1.260 dollari l'oncia.
(10 luglio 2013)

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