jeudi 7 février 2013


Draghi: "Inflazione scenderà sotto 2%"
L'economia europea resta debole

La politica monetaria dalla Bce resta accomodante perché "alle prospettive di crescita continuano a prevalere i rischi". La ripresa sarà graduale nella seconda parte dell'anno spinta dall'aumento della domanda globale e dall'export, ma sulla politica dei cambi l'Eurotower rivendica "l'indipendenza"

MILANO - La politica monetaria della Banca centrale europea resterà accomodante perché il tasso d'inflazione scenderà, nei prossimi mesi, sotto il 2%, ma i governi nazionali continuino lungo la strada delle riforme. Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha voluto spiegare in questo modo la decisione dell'Eurotower di lasciare invariato allo 0,75% il costo del denaro:  "L'inflazione è scesa ancora come previsto e dovrebbe restare contenuta. Questo ci permette di mantenere una politica monetaria accomodante e di sostegno alla crescita". Anche perché non cambiano le previsioni sulla ripresa economica che sarà "graduale nella seconda metà dell'anno: i dati disponibili continuano a segnalare un'attività economica debole. Alle prospettive di crescita continuano a prevalere i rischi".

A trainare la ripresa dovrebbe l'aumento della domanda interna e più in generale della domanda globale che dovrebbe spingere le esportazioni. L'azione della Bce ha quindi stabilizzato "sia pure a un livello basso", il clima di fiducia dei consumatori e degli investitori nell'Eurozona così come "ha registrato dei miglioramenti il clima sui mercati finanziari". Come dimostrano anche i rimborsi anticipati dei prestiti prestiti triennali ricevuti a interessi ultrascontati, tramite il Ltro, il programma di liquidità approvato per aiutare il sistema creditizio.

Sull'export però grava il caro euro, per Draghi l'apprezzamento della moneta unica "è in una certa misura il segno di un ritorno di fiducia" con cambio vicino "alla media di lungo periodo. Tuttavia la Bce "monitorerà attentamente" il suo impatto sull'inflazione, ma "bisogna sempre ricordare che la Banca centrale europea è indipendente". Come a dire che la Bce non si farà influenzare dalle osservazioni del presidente francese Francois Hollande a favore di una politica più attiva sul fronte dei cambi.

Il numero uno della Bce ha sottolineato con soddisfazione come le politiche di consolidamento fiscale stiano "dando frutti in termini di riduzione degli squilibri fiscali" e di riduzione del deficit: "I governi - ha avvertito Draghi - dovrebbero costruire su questi progressi in campo di consolidamento fiscale, rafforzando la competitività sul mercato dei servizi e riformando il mercato del lavoro. Avrebbe effetti positivi sulla crescità, sull'occupazione e sulla capacità di aggiustamento".
(07 febbraio 2013)


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