Draghi: "Inflazione scenderà sotto 2%"
L'economia europea resta debole
La politica monetaria dalla Bce resta accomodante perché "alle prospettive di crescita continuano a prevalere i rischi". La ripresa sarà graduale nella seconda parte dell'anno spinta dall'aumento della domanda globale e dall'export, ma sulla politica dei cambi l'Eurotower rivendica "l'indipendenza"
A trainare la ripresa dovrebbe l'aumento della domanda interna e più in generale della domanda globale che dovrebbe spingere le esportazioni. L'azione della Bce ha quindi stabilizzato "sia pure a un livello basso", il clima di fiducia dei consumatori e degli investitori nell'Eurozona così come "ha registrato dei miglioramenti il clima sui mercati finanziari". Come dimostrano anche i rimborsi anticipati dei prestiti prestiti triennali ricevuti a interessi ultrascontati, tramite il Ltro, il programma di liquidità approvato per aiutare il sistema creditizio.
Sull'export però grava il caro euro, per Draghi l'apprezzamento della moneta unica "è in una certa misura il segno di un ritorno di fiducia" con cambio vicino "alla media di lungo periodo. Tuttavia la Bce "monitorerà attentamente" il suo impatto sull'inflazione, ma "bisogna sempre ricordare che la Banca centrale europea è indipendente". Come a dire che la Bce non si farà influenzare dalle osservazioni del presidente francese Francois Hollande a favore di una politica più attiva sul fronte dei cambi.
Il numero uno della Bce ha sottolineato con soddisfazione come le politiche di consolidamento fiscale stiano "dando frutti in termini di riduzione degli squilibri fiscali" e di riduzione del deficit: "I governi - ha avvertito Draghi - dovrebbero costruire su questi progressi in campo di consolidamento fiscale, rafforzando la competitività sul mercato dei servizi e riformando il mercato del lavoro. Avrebbe effetti positivi sulla crescità, sull'occupazione e sulla capacità di aggiustamento".
(07 febbraio 2013)
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