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A Milano Piazza Affari chiude la seduta in flessione dello 0,78%, Londra dello 0,24%, Parigi dello 0,95% e Francoforte dello 0,52%. E le rinnovate tensioni politiche si riflettono anche sullo spread: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi è in aumento a 349 punti con i Btp che rendono il 5%. Sottotono anche l'euro che nella prima seduta della settimana scende sotto quota 1,30 dollari a 1,2916 (1,2962 venerdì dopo la chiusura di Wall street). La moneta unica perde quota anche nei confronti dello yen a 100,97. Debole Wall Street: il Dow Jones arretra dello 0,2%, l'S&P 500 dello 0,3% e il Nasdaq dello 0,6%. Pesa la delusione per le vendite del nuovo iPhone 2: 5 milioni di pezzi nel fine settimana del debutto sono un record, ma le attese degli analisti oscillavano tra i 6 e i 10 milioni.
Sul fronte macroeconomico, i mercati hanno scontato il calo per il quinto mese di fila dell'indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche. A settembre si è registrata una flessione a 101,4 da 102,3 di agosto. E' il livello più basso da marzo 2010. Il dato è peggiore delle stime degli analisti che si aspettavano un lieve rialzo a 102,5 punti. Non è bastato a sostenere le quotazioni il giudizio positivo dell'Ocse 3 sulle riforme del governo Monti e la previsione di una crescita del Pil del 4% in 10 anni. Negli Stati Uniti l'indice delle attività nazionali curato dalla Fed di Chicago è sceso in agosto a -0,87 punti da -0,12 in luglio.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi in calo dello 0,45%, scontando la forza dello yen e la debolezza dei titoli delle società più legate alla Cina, le cui attività potrebbero essere colpite dalla crisi delle relazioni tra i due Paesi, innescata dalle rivendicazioni sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu. L'indice Nikkei ha, quindi, ceduto 40,71 punti, a quota 9.069,29, condizionato poi dai timori su nuove turbolenze in Eurolandia legate al debito della Spagna
Sul fronte delle materie prime il petrolio è nuovamente in ribasso con il greggio Wti che a New York scende sotto quota 92 dollari a 91,87 dollari, il brent è in calo a quota 109,31. Oro in discesa sui mercati asiatici con il lingotto con consegna immediata che viene scambiato a 1.760,64 dollari all'oncia con un calo dell'1,2% dopo i massimi toccati venerdì scorso a più di 1.787 dollari l'oncia, vicini ai record raggiunti nel mese di febbraio.
Le Borse soffrono, spread in salita
Le tensioni tra Parigi e Berlino sul futuro della moneta unica e sui tempi per l'Unione bancaria condizionano l'atteggiamento degli investitori. In calo l'euro. La fiducia delle imprese tedesca cala ai minimi da marzo 2010. Debole Wall Street. Vendite in Asia
MILANO - L'Europa spaventa i mercati. L'asse franco tedesco si è incrinato nel fine settimana e gli investitori temono ripercussioni negative sulla crisi che colpisce il Vecchio continente. Il presidente francese, Francois Hollande, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, non trovano un'intesa sui passi da compiere per arrivare a un'Unione bancaria: per Parigi la soluzione è urgente, mentre Berlino non pare avere fretta. E, contestualmente, emergono nuove divisioni sull'atteggiamento da tenere nei confronti della Grecia, il cui buco potrebbe essere doppio del previsto. In mattinata è arrivato l'appello del presidente del Consiglio della Ue, Herman van Rompuy, che ha chiesto ai leader della Ue di "non perdere il senso di urgenza" per risolvere la crisi della zona dell'euro. Intanto, secondo la stampa tedesca, sarebbero in corso trattative per aumentare la disponibilità finanziaria dell'Esm da 500 a duemila miliardi di euro 1, una cifra che permetterebbe al salva-Stati di intervenire direttamente in soccorso anche di Italia e Spagna.A Milano Piazza Affari chiude la seduta in flessione dello 0,78%, Londra dello 0,24%, Parigi dello 0,95% e Francoforte dello 0,52%. E le rinnovate tensioni politiche si riflettono anche sullo spread: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi è in aumento a 349 punti con i Btp che rendono il 5%. Sottotono anche l'euro che nella prima seduta della settimana scende sotto quota 1,30 dollari a 1,2916 (1,2962 venerdì dopo la chiusura di Wall street). La moneta unica perde quota anche nei confronti dello yen a 100,97. Debole Wall Street: il Dow Jones arretra dello 0,2%, l'S&P 500 dello 0,3% e il Nasdaq dello 0,6%. Pesa la delusione per le vendite del nuovo iPhone 2: 5 milioni di pezzi nel fine settimana del debutto sono un record, ma le attese degli analisti oscillavano tra i 6 e i 10 milioni.
Sul fronte macroeconomico, i mercati hanno scontato il calo per il quinto mese di fila dell'indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche. A settembre si è registrata una flessione a 101,4 da 102,3 di agosto. E' il livello più basso da marzo 2010. Il dato è peggiore delle stime degli analisti che si aspettavano un lieve rialzo a 102,5 punti. Non è bastato a sostenere le quotazioni il giudizio positivo dell'Ocse 3 sulle riforme del governo Monti e la previsione di una crescita del Pil del 4% in 10 anni. Negli Stati Uniti l'indice delle attività nazionali curato dalla Fed di Chicago è sceso in agosto a -0,87 punti da -0,12 in luglio.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi in calo dello 0,45%, scontando la forza dello yen e la debolezza dei titoli delle società più legate alla Cina, le cui attività potrebbero essere colpite dalla crisi delle relazioni tra i due Paesi, innescata dalle rivendicazioni sulla sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu. L'indice Nikkei ha, quindi, ceduto 40,71 punti, a quota 9.069,29, condizionato poi dai timori su nuove turbolenze in Eurolandia legate al debito della Spagna
Sul fronte delle materie prime il petrolio è nuovamente in ribasso con il greggio Wti che a New York scende sotto quota 92 dollari a 91,87 dollari, il brent è in calo a quota 109,31. Oro in discesa sui mercati asiatici con il lingotto con consegna immediata che viene scambiato a 1.760,64 dollari all'oncia con un calo dell'1,2% dopo i massimi toccati venerdì scorso a più di 1.787 dollari l'oncia, vicini ai record raggiunti nel mese di febbraio.
(24 settembre 2012)
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