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Monti: "Si vede luce, 2013 di ripresa
Iva e tasse. "Abbiamo già fieno in cascina per evitare l'aumento dell'Iva fino al 30 giugno, ma siamo concentrati, continuiamo a lavorare per scongiurarlo sine die", ha garantito il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "La parola stangata è ricorsa pochissimo quest'anno - ha sottolineato -, noi stiamo
lavorando non per un aumento delle tasse, ma stiamo lavorando per
ottenere riduzioni di spesa pubblica, con la spending review, proprio
per poter evitare l'aumento di 2 punti Iva" perché "pensiamo che avrebbe
un effetto sia depressivo che perverso".
Economia Ue peggiore del previsto. "Il governo si è concentrato sull'obiettivo della sicurezza finanziaria e quindi non ha potuto dare la priorità a misure per la crescita", ha sottolineato ancora il premier, ripetendo comunque che "fin dai primi provvedimenti questo esecutivo ha cercato di inserire delle misure per lo sviluppo". "Il nostro approccio mira a non ripetere errori del passato", ovvero "una alimentazione articiosa della crescita" per via finanziaria e non attraverso "meccanismi di tipo strutturale". "Sapevamo che gli effetti non potevano esserci nel primo periodo", sottolinea il professore, "siamo in linea - aggiunge - con quanto previsto, salvo che il quadro internazionale è stato un pò peggiore del previsto. In Europa comunque abbiamo contribuito a migliorare il quadro economico", ripete il presidente del Consiglio.
Incontro con Fiat. Rispondendo a una domanda sull'incontro in programma sabato a Palazzo Chigi con l'a.d Fiat, Sergio Marchionne, il premier ha risposto: "L'incontro che avremo sabato con i vertici della Fiat è un incontro nel quale ci ripromettiamo di avere un quadro informativo aggiornato sugli intendimenti strategici del gruppo con particolare riguardo ai suoi impegni in Italia. Arriva in un momento in cui il governo ha sollecitato le parti sociali a impegnarsi ai fini del miglioramento della produttività anche per incrementare la competitività. Quindi siamo impegnati nel quadro delle politiche per lo sviluppo, per la crescita, non solo con i molti provvedimenti già adottati, ma anche con il dialogo con le parti sociali sul costo del lavoro e produttività e, anche per coincidenza temporale, ma anche logica, questo significativo e spero proficuo momento di dialogo sabato".
Stime Pil riviste al ribasso. Il Consiglio dei Ministri ha aggiornato le stime sulla crescita e i conti pubblici per il periodo 2012-2015 rispetto ai dati comunicati nel Documento di economia e finanza dello scorso 18 aprile, rivedendo le stime al ribasso. "A causa del peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro, nel 2012 è prevista una contrazione del Pil del 2,4% e nel 2013 la crescita dovrebbe essere leggermente negativa - si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo il Cdm -. L'anno prossimo infatti, a causa dell'effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2%. Nel 2014-2015, invece, è prevista una crescita rispettivamente dell'1,1% e dell'1,3% grazie all'aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l'economia".
''L'impatto della crisi finanziaria dell'area euro ha rallentato la crescita italiana. Il Pil è stato rivisto con una crescita negativa del 2,4% nel 2012. È una fase negativa che si vedrà anche nel 2013, che sarà un anno di crescita, ma gli effetti si faranno sentire sul dato contabile e quindi ci sarà una crescita negativa del -0,2%'', ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.
Conti pubblici. imi otto mesi dell'anno, nonostante lo scenario internazionale non positivo, la situazione dei conti pubblici è migliorata, "con un fabbisogno di cassa del settore statale che si è ridotto di 13.6 miliardi di euro attestandosi a 33.5 miliardi di euro", si legge ancora nella nota. "Questo è stato possibile grazie ad una riduzione della spesa e a un aumento delle entrate sebbene, in quest'ultimo caso, più modesto del previsto - prosegue Palazzo Chigi -. Purtroppo gli oneri finanziari sono aumentati in questa fase a causa delle incertezze nella zona euro, che solo di recente sembrano avviarsi verso una attenuazione".
Debito pubblico. Per far calare il debito il governo conferma il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche i cui proventi, si stima, ammontano a circa 1 punto percentuale di Pil all'anno. "Considerata la ripresa dell'attività economica e il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche, è prevista una riduzione del debito pubblico dai 123,3 punti percentuali dell'anno in corso, a 122,3% nel 2013, 119,3% nel 2014 e 116,1% nel 2015, al netto dei sostegni erogati o in corso di erogazione ai paesi dell'area dell'euro", si legge nel comunicato.
Pareggio di bilancio nel 2013. Il deficit-Pil scenderà allo 0,9% nel 2012, per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale l'anno prossimo, si prevede nella nota di aggiornamento al Def, secondo cui "a legislazione vigente è previsto un indebitamento netto strutturale della Pa del -0,9% del Pil nel 2012, in riduzione di 2,8 punti percentuali rispetto al 2011. Nel 2013, l'indebitamento è atteso attestarsi a +0,2%". Il governo pertanto "conferma l'obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2013, malgrado l'impatto di eventi naturali avversi (quali il terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna nel 2012) e la presenza di un rallentamento dell'economia più significativo di quanto previsto nel Def, abbiano determinato l'esigenza di assumere spese incomprimibili".
Le reazioni. "Purtroppo, il Def conferma la spirale recessiva nella quale siamo prigionieri in Italia e nell'Eurozona. Le previsioni sul Pil implicano un drammatico aggravamento della disoccupazione, sopattutto giovanile e femminile. La rotta dell'austerità autodistruttiva e della svalutazione del lavoro genera recessione e allontana gli obiettivi di finanza pubblica", ha commentato il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. "È vero, come dice Monti non siamo fuori dal tunnel. Ma senza crescita ci stiamo a fari spenti", ha scritto Anna Maria Bernini, deputata e portavoce vicario del Pdl, su Twitter.
Monti: "Si vede luce, 2013 di ripresa
Lavoriamo per riduzione spesa pubblica"
Il premier: "Nessuna stangata, ma Italia deve proseguire su strada del risanamento". Peggiorano le stime sul Pil: -2,4% nel 2012, -0,2% nel 2013. Debito pubblico, confermato piano di dismissione del patrimonio statale. Pd: "Dati confermano spirale recessiva". Pdl: "Fuori dal tunnel a fari spenti"
ROMA - "L'anno prossimo sarà un anno in ripresa". Ne è convinto il premier, Mario Monti, che ha parlato dopo il Consiglio dei ministri, durante il quale sono state riviste al ribasso le stime del Pil per il 2012 e il 2013. "La luce della ripresa - ha aggiunto il professore - si vede". Il premier si è detto ottimista sul raggiungimento del pareggio di bilancio il prossimo anno che, ha spiegato "rimane per noi un'ancora di politica di bilancio, ed è l'aspetto che è stato apprezzato a livello europeo e che ha consentito all'Italia di contribuire attivamente a un quadro di politica economica europea che si è fatto più sensibile alle politiche di stabilizzazione e crescita", ma ha chiarito che il nostro Paese deve proseguire su questa via: "Certo è che se l'Italia non continuasse sulla strada intrapresa per il risanamento dei conti pubblici, non solo i mercati darebbero segnali negativi, ma per l'Italia sarebbe più difficile continuare a esercitare una influenza in Europa e la cosa si rivolgerebbe in un senso non favorevole per quanto riguarda il nostro paese e per le misure per la crescita".Iva e tasse. "Abbiamo già fieno in cascina per evitare l'aumento dell'Iva fino al 30 giugno, ma siamo concentrati, continuiamo a lavorare per scongiurarlo sine die", ha garantito il premier in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "La parola stangata è ricorsa pochissimo quest'anno - ha sottolineato -, noi stiamo
Economia Ue peggiore del previsto. "Il governo si è concentrato sull'obiettivo della sicurezza finanziaria e quindi non ha potuto dare la priorità a misure per la crescita", ha sottolineato ancora il premier, ripetendo comunque che "fin dai primi provvedimenti questo esecutivo ha cercato di inserire delle misure per lo sviluppo". "Il nostro approccio mira a non ripetere errori del passato", ovvero "una alimentazione articiosa della crescita" per via finanziaria e non attraverso "meccanismi di tipo strutturale". "Sapevamo che gli effetti non potevano esserci nel primo periodo", sottolinea il professore, "siamo in linea - aggiunge - con quanto previsto, salvo che il quadro internazionale è stato un pò peggiore del previsto. In Europa comunque abbiamo contribuito a migliorare il quadro economico", ripete il presidente del Consiglio.
Incontro con Fiat. Rispondendo a una domanda sull'incontro in programma sabato a Palazzo Chigi con l'a.d Fiat, Sergio Marchionne, il premier ha risposto: "L'incontro che avremo sabato con i vertici della Fiat è un incontro nel quale ci ripromettiamo di avere un quadro informativo aggiornato sugli intendimenti strategici del gruppo con particolare riguardo ai suoi impegni in Italia. Arriva in un momento in cui il governo ha sollecitato le parti sociali a impegnarsi ai fini del miglioramento della produttività anche per incrementare la competitività. Quindi siamo impegnati nel quadro delle politiche per lo sviluppo, per la crescita, non solo con i molti provvedimenti già adottati, ma anche con il dialogo con le parti sociali sul costo del lavoro e produttività e, anche per coincidenza temporale, ma anche logica, questo significativo e spero proficuo momento di dialogo sabato".
Stime Pil riviste al ribasso. Il Consiglio dei Ministri ha aggiornato le stime sulla crescita e i conti pubblici per il periodo 2012-2015 rispetto ai dati comunicati nel Documento di economia e finanza dello scorso 18 aprile, rivedendo le stime al ribasso. "A causa del peggioramento dello scenario internazionale, in particolare della zona euro, nel 2012 è prevista una contrazione del Pil del 2,4% e nel 2013 la crescita dovrebbe essere leggermente negativa - si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo il Cdm -. L'anno prossimo infatti, a causa dell'effetto di trascinamento del calo registrato nel corso del 2012, è previsto una contrazione dello 0,2%. Nel 2014-2015, invece, è prevista una crescita rispettivamente dell'1,1% e dell'1,3% grazie all'aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l'economia".
''L'impatto della crisi finanziaria dell'area euro ha rallentato la crescita italiana. Il Pil è stato rivisto con una crescita negativa del 2,4% nel 2012. È una fase negativa che si vedrà anche nel 2013, che sarà un anno di crescita, ma gli effetti si faranno sentire sul dato contabile e quindi ci sarà una crescita negativa del -0,2%'', ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.
Conti pubblici. imi otto mesi dell'anno, nonostante lo scenario internazionale non positivo, la situazione dei conti pubblici è migliorata, "con un fabbisogno di cassa del settore statale che si è ridotto di 13.6 miliardi di euro attestandosi a 33.5 miliardi di euro", si legge ancora nella nota. "Questo è stato possibile grazie ad una riduzione della spesa e a un aumento delle entrate sebbene, in quest'ultimo caso, più modesto del previsto - prosegue Palazzo Chigi -. Purtroppo gli oneri finanziari sono aumentati in questa fase a causa delle incertezze nella zona euro, che solo di recente sembrano avviarsi verso una attenuazione".
Debito pubblico. Per far calare il debito il governo conferma il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche i cui proventi, si stima, ammontano a circa 1 punto percentuale di Pil all'anno. "Considerata la ripresa dell'attività economica e il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche, è prevista una riduzione del debito pubblico dai 123,3 punti percentuali dell'anno in corso, a 122,3% nel 2013, 119,3% nel 2014 e 116,1% nel 2015, al netto dei sostegni erogati o in corso di erogazione ai paesi dell'area dell'euro", si legge nel comunicato.
Pareggio di bilancio nel 2013. Il deficit-Pil scenderà allo 0,9% nel 2012, per raggiungere il pareggio di bilancio strutturale l'anno prossimo, si prevede nella nota di aggiornamento al Def, secondo cui "a legislazione vigente è previsto un indebitamento netto strutturale della Pa del -0,9% del Pil nel 2012, in riduzione di 2,8 punti percentuali rispetto al 2011. Nel 2013, l'indebitamento è atteso attestarsi a +0,2%". Il governo pertanto "conferma l'obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2013, malgrado l'impatto di eventi naturali avversi (quali il terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna nel 2012) e la presenza di un rallentamento dell'economia più significativo di quanto previsto nel Def, abbiano determinato l'esigenza di assumere spese incomprimibili".
Le reazioni. "Purtroppo, il Def conferma la spirale recessiva nella quale siamo prigionieri in Italia e nell'Eurozona. Le previsioni sul Pil implicano un drammatico aggravamento della disoccupazione, sopattutto giovanile e femminile. La rotta dell'austerità autodistruttiva e della svalutazione del lavoro genera recessione e allontana gli obiettivi di finanza pubblica", ha commentato il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. "È vero, come dice Monti non siamo fuori dal tunnel. Ma senza crescita ci stiamo a fari spenti", ha scritto Anna Maria Bernini, deputata e portavoce vicario del Pdl, su Twitter.
(20 settembre 2012)
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