La visión está sostenida en la generación de soluciones inteligentes.
Monti incontrerà Marchionne il 22 settembre
L'intervista dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne è "interessante, molto", ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, arrivando in Senato per un convegno. "È una bella intervista sotto tanti punti di vista", ha aggiunto rispondendo alle domande dei cronisti.
A spingere per un chiarimento tra governo e Fiat il Partito democratico, che ha scelto la strada dell'interrogazione parlamentare per il pressing nei confronti dell'esecutivo. "Marchionne nella sua intervista a Repubblica 1 dichiara che la Fiat potrà restare in Italia grazie ai profitti realizzati in altri Paesi, ma non ci dice perché gli stabilimenti italiani
abbiano perso centralità nel progetto Fiat. Sicché tutte le
domande sulla valenza di 'Fabbrica Italia' restano senza risposta",
afferma la senatrice del Pd, Annamaria Carloni, prima firmataria
dell'interrogazione. "Bisogna fare presto - conclude Carloni - per
scongiurare che la tensione tra i lavoratori arrivi a livelli
incontrollabili". D'Altronde, già nelle scorse ore, il leader del Pd, Pier Luigi Bersani,
aveva accusato il governo di essere stato troppo cauto nell'affrontare
la questione: l'esecutivo "avrebbero dovuto incalzare Marchionne,
anche perché era evidente che il progetto Fabbrica Italia non è mai
esistito. Invece non l'hanno fatto".
"Chiedo a Marchionne di convocarci subito e di chiarire un solo aspetto: se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più utilizzarlo". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha parlato al Gr1 Rai, dopo l'intervista dell'a.d Fiat 2 a Repubblica. "Però voglio dire - ha aggiunto Bonanni - che a Pomigliano e Grugliasco dove sono stati fatti gli accordi, e sono orgoglioso di averli fatti, il problema non esiste più, nel senso che la Fiat lì produce ancora e proprio grazie a quegli accordi". Marchionne - secondo il leader della Cisl - ha il dovere di fare chiarimenti con chi si è preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l'occupazione e per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà". In riferimento a un eventuale confronto con il governo, Bonanni ha aggiunto che "Marchionne farebbe bene a incontrarsi con i pubblici poteri, anche perché ci sono molti siti industriali della Fiat che hanno bisogno di una maggiore efficienza di servizi e soprattutto di infrastrutture". ''L'intervista di Marchionne - ha detto più tardi Bonanni - elimina alcune asperità di una comunicazione stringata e violenta, ma noi chiediamo, che per il rispetto che si deve ai lavoratori, ma anche nell'interesse della Fiat, un incontro chiarificatore con il sindacato'', che che il governo fa bene a chiedere chiarezza. Il leader sindacale ha incontrato, a Palazzo di Città, a Torino, il sindaco Piero Fassino: ''Con il sindaco Fassino ci muoveremo insieme per affrontare i problemi legati al caso Fiat'', ha annunciato.
Si dice convinto che l'a.d Fiat perda solo tempo Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom. Quanto detto da Marchionne, secondo il rappresentante sindacale, ha detto all''Economia prima di tutto' del Gr Rai "non sono rassicurazioni, è solo un modo per prendere tempo . Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all'estero quindi penso che sia sempre più urgente che questo Paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un accordo e solo il governo può farlo. Serve uno dei tanti accordi che la Fiat ha fatto in giro per il mondo".
"Marchionne ha tenuto una posizione molto difensiva, nella quale, però, non dà le risposte di cui il Paese ha bisogno". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta l'intervista del numero uno del Lingotto sulla permanenza della Fiat in Italia. "Il tema non è fare promesse - dice Camusso - non ci si basa su questo. Basta guardare alla sequenza delle cose che in questo lungo periodo Marchionne, in varie occasioni, ha detto: il tema, ancora una volta, è che non dice verso dove vuole investire, in che tempi e con quali caratteristiche". A giudizio della numero uno della Cgil "le promesse, senza questi numeri, senza questi dati, non servono". Poi, ha proseguito, "se c'è la crisi e tutto si azzera vuol dire che siamo in assenza di un piano industriale e - ha concluso - quindi è legittimo chiedergliene uno".
''La Fiat ha in mente di andarsene dall'Italia. Il problema è ben più grave dell'ipotesi della chiusura di uno stabilimento. Allo stato attuale vuole non investire in Italia e questo comporta il rischio che l'intero settore auto salti. Il problema è impedire che ciò avvenga''. Lo ha sottolineato il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ad Affaritaliani.it.
Il futuro della Fiat non può non passare per l'Italia, secondo il ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi: "La Fiat - ha detto intervendo a 'Radio Anch'io', su RadioUno - è una pagina di storia e di benessere per la società italiana. È impensabile - continua - che il futuro della Fiat non passi attraverso l'Italia. Io credo che il legame che c'è tra la Fiat e il Paese sia indissolubile".
''Al punto in cui siamo arrivati non conta dire 'noi l'avevamo detto', come non dovrebbero bastare delle semplici rassicurazioni da parte dell'ad della Fiat, Sergio Marchionne. Il governo Monti à già stato troppo attendista, ora deve fare come San Tommaso: pretendere di vedere, nero su bianco, il progetto Fabbrica Italia per poi riferire alle Camere'', ha detto Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei valori a Palazzo Madama. "Il governo la smetta di fare melina - ha incalzato il leader dell'Idv, Antonio di Pietro - e convochi immediatamente l'azienda a Palazzo Chigi per chiedere un piano industriale credibile e risposte certe sul futuro occupazionale degli stabilimenti italiani".
Nel dibattito sul futuro dell'azienda automobilistica interviene anche il vice presidente del Csm, Michele Vietti, a 'Un caffè con' su Sky: "Fiat vuol dire Fabbrica italiana automobili Torino: non è solo tradizione è un grande patrimonio di competenza e conoscenze tecniche, di know how che tutto il mondo ci invidia. Questo non lo dobbiamo e possiamo perdere. La Fiat come tutti gli imprenditori - ha aggiunto Vietti - deve fare i conti con la crisi, le difficoltà del mercato. La gente, dell'automobile continuerà ad avere bisogno. Mi auguro dunque che la Fiat sia concorrenziale e che ci sia un contesto favorevole per mantenere qui in Italia i suoi investimenti e la produzione".
Preoccupato, ma fiducioso. Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, presentando gli Stati Generali del Nord, manifesta un certo ottimismo, anche se la situazione della Fiat richiede una particolare attenzione: "Siamo preoccupati e guardiamo con grande attenzione, e con fiducia, al futuro della Fiat. Abbiamo organizzato gli Stati Generali al Lingotto - ha spiegato - proprio perché il Lingotto ha rappresentato per tanti anni il simbolo dell'eccellenza dell'imprenditorialità e dell'industria italiana. E oggi - ha concluso - rappresenta la crisi di tutto il settore". "Per la Lega Nord il gruppo Fiat ha il dovere morale di proporre soluzioni che non possono certo limitarsi alla presa d'atto delle difficoltà di mercato, ma che al contrario puntino al rilancio di un'azienda che più di tutte ha beneficiato del sistema", è la posizione del deputato Gianni Fava, responsabile federale del dipartimento Sviluppo economico della Lega Nord.
"La Fiat ha avuto dallo Stato Italiano otto miliardi di contributi in 30 anni: ora non può dire semplicemente 'arrivederci e grazie'", sostiene il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Il management della Fiat ha ammesso il fallimento delle proprie scelte industriali e commerciali in Italia e in Europa e non si è dimostrato all'altezza".
Giornale tedesco: "Marchionne Pinocchio del giorno". Sergio Marchionne è 'Pinocchio del giorno' per il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, che cita l'ad di Fiat sulle promesse lanciate con Fabbrica Italia, per poi smentirlo con le nuove decisioni del gruppo. Il 21 aprile 2010 - ricorda il giornale nella rubrica con cui abitualmente pungola politici e personaggi del mondo economico-industriale con le loro 'bugie' - disse che avrebbe ''sviluppato la presenza di Fiat in Italia come centro strategico per la produzione, gli investimenti e l'export''. Ora il dietrofront.
Sugli attacchi di Diego Della Valle 3 ai vertici Fiat interviene intanto Luca Montezemolo. "Per me è una vicenda amara per la quale non vorrei dire più niente". Il presidente della Ferrari nei giorni scorsi aveva definito inaccettabili 4le parole del patron di Tod's. Oggi si limita a dire: "Non ho altro da aggiungere".
FIAT
Monti incontrerà Marchionne il 22 settembre
Fornero: "Parole dell'ad molto interessanti"
Dopo l'intervista del numero uno del Lingotto, pressing del Partito democratico nei confronti dell'esecutivo. Anche il leader della Cisl aveva chiesto un intervento. Airaudo, responsabile auto della Fiom: "Serve un patto". Riccardi: "Indissolubile il legame tra azienda e Italia". Montezemolo su Della Valle: "Vicenda amara"
ROMA - Alla fine il tanto atteso annuncio dell'incontro è arrivato. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha avuto una conversazione telefonica con Sergio Marchionne, ad di Fiat, durante la quale è stato fissato un faccia a faccia per sabato 22 alle 16 a Palazzo Chigi. Ne dà notizia un comunicato di Palazzo Chigi. All'incontro, informa la nota, parteciperanno, per il governo, oltre a Monti, il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e il ministro del Lavoro Elsa Fornero e, per la Fiat, il presidente John Elkann e l'ad Sergio Marchionne. Nell'occasione - ha assicurato Marchionne - verrà fornito il quadro informativo sulle prospettive strategiche del gruppo Fiat, con particolare riguardo all'Italia.L'intervista dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne è "interessante, molto", ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, arrivando in Senato per un convegno. "È una bella intervista sotto tanti punti di vista", ha aggiunto rispondendo alle domande dei cronisti.
A spingere per un chiarimento tra governo e Fiat il Partito democratico, che ha scelto la strada dell'interrogazione parlamentare per il pressing nei confronti dell'esecutivo. "Marchionne nella sua intervista a Repubblica 1 dichiara che la Fiat potrà restare in Italia grazie ai profitti realizzati in altri Paesi, ma non ci dice perché gli stabilimenti italiani
"Chiedo a Marchionne di convocarci subito e di chiarire un solo aspetto: se il Piano Fabbrica Italia lo mantiene e lo utilizza quando riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più utilizzarlo". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha parlato al Gr1 Rai, dopo l'intervista dell'a.d Fiat 2 a Repubblica. "Però voglio dire - ha aggiunto Bonanni - che a Pomigliano e Grugliasco dove sono stati fatti gli accordi, e sono orgoglioso di averli fatti, il problema non esiste più, nel senso che la Fiat lì produce ancora e proprio grazie a quegli accordi". Marchionne - secondo il leader della Cisl - ha il dovere di fare chiarimenti con chi si è preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l'occupazione e per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà". In riferimento a un eventuale confronto con il governo, Bonanni ha aggiunto che "Marchionne farebbe bene a incontrarsi con i pubblici poteri, anche perché ci sono molti siti industriali della Fiat che hanno bisogno di una maggiore efficienza di servizi e soprattutto di infrastrutture". ''L'intervista di Marchionne - ha detto più tardi Bonanni - elimina alcune asperità di una comunicazione stringata e violenta, ma noi chiediamo, che per il rispetto che si deve ai lavoratori, ma anche nell'interesse della Fiat, un incontro chiarificatore con il sindacato'', che che il governo fa bene a chiedere chiarezza. Il leader sindacale ha incontrato, a Palazzo di Città, a Torino, il sindaco Piero Fassino: ''Con il sindaco Fassino ci muoveremo insieme per affrontare i problemi legati al caso Fiat'', ha annunciato.
Si dice convinto che l'a.d Fiat perda solo tempo Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom. Quanto detto da Marchionne, secondo il rappresentante sindacale, ha detto all''Economia prima di tutto' del Gr Rai "non sono rassicurazioni, è solo un modo per prendere tempo . Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti in Italia con le vendite ed i profitti fatti all'estero quindi penso che sia sempre più urgente che questo Paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un accordo e solo il governo può farlo. Serve uno dei tanti accordi che la Fiat ha fatto in giro per il mondo".
"Marchionne ha tenuto una posizione molto difensiva, nella quale, però, non dà le risposte di cui il Paese ha bisogno". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta l'intervista del numero uno del Lingotto sulla permanenza della Fiat in Italia. "Il tema non è fare promesse - dice Camusso - non ci si basa su questo. Basta guardare alla sequenza delle cose che in questo lungo periodo Marchionne, in varie occasioni, ha detto: il tema, ancora una volta, è che non dice verso dove vuole investire, in che tempi e con quali caratteristiche". A giudizio della numero uno della Cgil "le promesse, senza questi numeri, senza questi dati, non servono". Poi, ha proseguito, "se c'è la crisi e tutto si azzera vuol dire che siamo in assenza di un piano industriale e - ha concluso - quindi è legittimo chiedergliene uno".
''La Fiat ha in mente di andarsene dall'Italia. Il problema è ben più grave dell'ipotesi della chiusura di uno stabilimento. Allo stato attuale vuole non investire in Italia e questo comporta il rischio che l'intero settore auto salti. Il problema è impedire che ciò avvenga''. Lo ha sottolineato il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ad Affaritaliani.it.
Il futuro della Fiat non può non passare per l'Italia, secondo il ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi: "La Fiat - ha detto intervendo a 'Radio Anch'io', su RadioUno - è una pagina di storia e di benessere per la società italiana. È impensabile - continua - che il futuro della Fiat non passi attraverso l'Italia. Io credo che il legame che c'è tra la Fiat e il Paese sia indissolubile".
''Al punto in cui siamo arrivati non conta dire 'noi l'avevamo detto', come non dovrebbero bastare delle semplici rassicurazioni da parte dell'ad della Fiat, Sergio Marchionne. Il governo Monti à già stato troppo attendista, ora deve fare come San Tommaso: pretendere di vedere, nero su bianco, il progetto Fabbrica Italia per poi riferire alle Camere'', ha detto Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei valori a Palazzo Madama. "Il governo la smetta di fare melina - ha incalzato il leader dell'Idv, Antonio di Pietro - e convochi immediatamente l'azienda a Palazzo Chigi per chiedere un piano industriale credibile e risposte certe sul futuro occupazionale degli stabilimenti italiani".
Nel dibattito sul futuro dell'azienda automobilistica interviene anche il vice presidente del Csm, Michele Vietti, a 'Un caffè con' su Sky: "Fiat vuol dire Fabbrica italiana automobili Torino: non è solo tradizione è un grande patrimonio di competenza e conoscenze tecniche, di know how che tutto il mondo ci invidia. Questo non lo dobbiamo e possiamo perdere. La Fiat come tutti gli imprenditori - ha aggiunto Vietti - deve fare i conti con la crisi, le difficoltà del mercato. La gente, dell'automobile continuerà ad avere bisogno. Mi auguro dunque che la Fiat sia concorrenziale e che ci sia un contesto favorevole per mantenere qui in Italia i suoi investimenti e la produzione".
Preoccupato, ma fiducioso. Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, presentando gli Stati Generali del Nord, manifesta un certo ottimismo, anche se la situazione della Fiat richiede una particolare attenzione: "Siamo preoccupati e guardiamo con grande attenzione, e con fiducia, al futuro della Fiat. Abbiamo organizzato gli Stati Generali al Lingotto - ha spiegato - proprio perché il Lingotto ha rappresentato per tanti anni il simbolo dell'eccellenza dell'imprenditorialità e dell'industria italiana. E oggi - ha concluso - rappresenta la crisi di tutto il settore". "Per la Lega Nord il gruppo Fiat ha il dovere morale di proporre soluzioni che non possono certo limitarsi alla presa d'atto delle difficoltà di mercato, ma che al contrario puntino al rilancio di un'azienda che più di tutte ha beneficiato del sistema", è la posizione del deputato Gianni Fava, responsabile federale del dipartimento Sviluppo economico della Lega Nord.
"La Fiat ha avuto dallo Stato Italiano otto miliardi di contributi in 30 anni: ora non può dire semplicemente 'arrivederci e grazie'", sostiene il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Il management della Fiat ha ammesso il fallimento delle proprie scelte industriali e commerciali in Italia e in Europa e non si è dimostrato all'altezza".
Giornale tedesco: "Marchionne Pinocchio del giorno". Sergio Marchionne è 'Pinocchio del giorno' per il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, che cita l'ad di Fiat sulle promesse lanciate con Fabbrica Italia, per poi smentirlo con le nuove decisioni del gruppo. Il 21 aprile 2010 - ricorda il giornale nella rubrica con cui abitualmente pungola politici e personaggi del mondo economico-industriale con le loro 'bugie' - disse che avrebbe ''sviluppato la presenza di Fiat in Italia come centro strategico per la produzione, gli investimenti e l'export''. Ora il dietrofront.
Sugli attacchi di Diego Della Valle 3 ai vertici Fiat interviene intanto Luca Montezemolo. "Per me è una vicenda amara per la quale non vorrei dire più niente". Il presidente della Ferrari nei giorni scorsi aveva definito inaccettabili 4le parole del patron di Tod's. Oggi si limita a dire: "Non ho altro da aggiungere".
(18 settembre 2012)
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